Un semplice tweet accompagnato dalla gif “I feel vigorous”. Tony Khan lo dice senza mezzi termini, accompagnato da quello spirito fanciullo che lo riporta al passato. Ad un se stesso nella cameretta mentre divorava le videocassette della ECW.

Siamo stati abituati alle dichiarazioni di Tony. Spesso molto entusiastiche. Questa lo è più di tutti: il 2024 sarà l’anno migliore per la AEW. Era necessario farla? Soprattutto in un momento in cui la compagnia non vive certamente il miglior momento della sua storia. Dove fatica a fare ascolti, fatica a convincere con gli show, fatica a rinnovare il contratto televisivo, è un prodotto freddo a cui il pubblico preferisce altro.

Per scrivere una frase del genere devi avere in mano cose davvero grosse. Innanzitutto un contratto televisivo importante. Con un rinnovo o un nuovo accordo al rialzo, che consenta alla compagnia di star tranquilla per almeno 5 anni. Nei giorni scorsi si parlava di un sondaggio di Fox per accogliere Dynamite nella sua programmazione, una volta che scadrà la collaborazione con la WWE. Ma immagino che Warner con TBS e TNT rimanga l’opzione favorita.

Poi occorre incendiare la fiammella. Oltre ad ottime storyline, servono anche nuovi nomi che generino interesse. Quelli che girano sono Shane McMahon e Becky Lynch. Uno fattibile e l’altro campato per aria. Dubito fortemente che l’irlandese voglia tagliare temporaneamente i ponti con la WWE per qualche show o qualche titolo in AEW. Anche se le farebbe bene. Ma non è più quel periodo, non è più quel tempo. E dopo aver concesso milioni e controllo creativo alla fu Sasha Banks, questo eventuale colpo potrebbe rivelarsi tanto fruttuoso quanto pericoloso.

E Shane O’Mac? Nessun dubbio che inserirlo nello show avrebbe un senso e potrebbe costruire pure qualcosa. Magari dandogli in mano Collision, che – finalmente – potrebbe accogliere un roster a se stante invece di essere un Dark Elevation 2.0. Concedendo a Dynamite di essere l’A show.

Ma siamo ancora nel ramo delle ipotesi. Difficile capire a cosa sta lavorando la AEW. Sarebbe più opportuno non sbagliare, però. Perché una frase del genere si porta dietro un carico di aspettative enorme. Disilluderle, come capitato per altre situazioni in passato, sarebbe la pietra tombale sulla credibilità della compagnia.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.