Domenica 26 Gennaio, Royal Rumble, Pittsburgh, il popolo ha parlato! Il WWE Universe si è ribellato sfoderando l'arma migliore, la voce Un messaggio forte e chiaro. Ma il destinatario avrà sentito o avrà fatto finta di sentire?
Serve proprio la catchphrase preferita di John Laurinaitis per inquadrare nel migliore dei modi ciò che è avvenuto durante l'incontro clou del ppv di Gennaio. Un solo nome, quello di Daniel Bryan, la sua assenza dalla rissa reale e ha inizio il putiferio. La non presenza ufficializzata del babyface numero 1 della federazione è stato ovviamente appresa come una non voler scoprire le carte per sfoderare il jolly nel momento più opportuno ed invece era proprio come sembrava. L'assenza di DB dalla lista dei partecipanti al Royal Rumble Match non aveva alcun doppio fine, il match contro Bray Wyatt era sufficiente e per la battaglia finale c'erano altri piani già concordati da rispettare. Nessuna sorpresa per mandare in delirio i fan presenti nell'arena ma bensì una porta sbattuta con violenza sulla nostra faccia che non poteva passare inosservata.
La sommossa vocale da parte del pubblico è stata una rimostranza pacifica e concreta verso i grandi manovratori. Spazio a cori e a fischi ben diretti che hanno certamente colpito nel segno, il tutto rigorosamente Live contribuendo a dar vita a un atmosfera senza eguali. Una protesta più che lecita nel momento in cui all'ultimo countdown è arrivata l'entrata #30 dove si è materializzato Rey Misterio, il quale si è dovuto sorbire fischi e contestazioni.
L'amore e il tifo che sta ottenendo Daniel Bryan nella WWE di oggi è di proporzioni infinite e non vedendo detrattori fa si che sia riconosciuto come il vero "face". Una sua presenza nel Royal Rumble Match con vittoria e pass per il main event di Wrestlemania 30, avrebbe fatto concludere il ppv sotto un urlo incessante di YES come avvenuto durante l'episodio di Raw di qualche settimana fa. L'appeal di DB ha sedotto l'intero universo e non è sbagliato paragonare l'ascesa de suo character a quella dell'epopea di Stone Cold Steve Austin. Se prima la folla scattava al rumore dei vetri infranti, ora scatta all'udire della cavalcata delle valchirie. Un coinvolgimento vocale e gestuale con cui duettare con la propria superstar preferita. Dal WHAT allo YES.
Un amore entrato nella parte più intima sul finire di Summerslam con il titolo del mondo portato via dal potere e proseguito con le successive vicissitudini con i vari tentativi invani di Bryan di riappropriarsi del WWE Title. Vittorie per squalifiche e sconfitte per agenti esterni. Attacchi a tradimento e match ad handicap da disputare.
Un piano ben studiato che analizzato a mente fredda, al contrario di quanto si dica, non sta assolutamente sfavorendo l'ex ragazzo delle Indy. Avere un uomo che lotta da solo contro il potere in una sfida apparentemente persa in partenza ha fatto si che DB diventasse sempre più over. Incassare fischi, cori di disprezzo e quant'altro a favore del The Beard Man e a sfavore della dirigenza, fa parte di una delle tante peculiarità del business. Una sorta di sacrificio, di un dolore da sopportare sapendo che l'esito finale di tutta la storia restituirà nell'insieme un bene indescrivibile. Decisioni su decisioni contro il volere del pubblico che allo stesso tempo premiano colui che sembra intrappolato dalla dittatura senza una possibilità di uscita mentre in realtà la via da prendere per uscire con le braccia alzate in segno di vittoria è ben indicato.
Prima di dare delle sentenze bisogna attendere il risultato conclusivo anche se è impossibile non reagire e a rimanere a bocca chiusa nel momento in cui si realizza qualcosa di sgradito. Il finale della Rumble con Batista sommerso dei fischi ha rappresentato una novità e di certo la WWE volendo o non volendo non fatto una bella figura. Molto probabilmente nel riportare The Animal tra le proprie fila non sono stati valutati attentamente tutti i fattori. La gente non dimentica e il modo con cui Dave ha lasciato la fed e le parole poche distensive verso il mondo del wrestling non sono passate inosservate. Inoltre va sottolineato come durante il suo primo stint si sia distinto specie come heel e seppur il periodo da brav'uomo lo ha portato in auge non è mai riuscito a farsi amare come altre top superstar. Attualmente con Daniel Bryan e CM Punk nei primi due posti tra le preferenze del pubblico non si sentiva il bisogno di un richiamo, andando peraltro a scavalcare i due sopracitati. L'esempio di The Rock doveva far riflettere, infatti nonostante la faida con John Cena, lo scontro generazionale del primo anno fu accolto con successo, un passo indietro avvenne l'anno seguente quando per dar spazio ai due fu fatto retrocedere CM Punk.
Aver fatto vincere la Royal Rumble all'animale è stata una mossa fin troppo avventata specialmente confermando le voci che vedevano un suo trionfo e uno scenario poco gratificante con Batista e Randy Orton per il WWE Title. La mancata di una piacevole smentita come poteva essere con unico sopravvissuto Daniel Bryan o Roman Reigns ha poi fatto il resto.
La voce del popolo è importante ma di certo non si può avere tutto quello che si desidera. Allo stesso tempo se il popolo deve essere comprensivo, lo stesso discorso vale per chi è chiamato a dirigere le operazioni. Bisogna tenere le orecchie ben aperte per sentire a 360° e sebbene non sia vedibile all'occhio umano, è certo come la WWE sappia che portare un Batista vs. Orton a WM30 rischierebbe di fare fiasco. L'influenza del pubblico è forte ed è proprio in base alle loro reazioni che si decide se optare la busta A o la busta B….e perché la busta C. Da qui a Wrestlemania la strada è lunga e tutto può ancora succedere, magari i piani originali verranno rivisti e modificati ma è bene sapere che prima di venire a semplice deduzioni, ognuno di noi deve pensare anche in ottica manageriale per capire le scelte di Triple H e company, tenendo bene a mente che non tutto è come sembra. Allo stesso modo anche chi è dietro la scrivania deve ascoltare e guardare con attenzione affinché rammarico e soddisfazione vengano miscelate a dovere per fare ciò è meglio per il business.