Da qualche tempo alcuni fan italiani del wrestling stanno tornando a criticare la All Elite Wrestling, cercando di smascherare presunte falle di storytelling basandosi sui trascorsi della WWE. Non di rado la frase “la WWE avrebbe fatto così..” campeggia sui social, e sembra inutile far capire che a Stamford non rappresentano la bibbia della scrittura e nemmeno del wrestling. Ma c’è un aspetto che altri colgono e che vale la pena discutere.

Non vi è dubbio che avere quattro ppv all’anno costringa i booker a creare continui filler, continui riferimenti, come fossi in una lunga serie tv da 22 puntate. Feud che entrano ed escono e match di transizione danno la sensazione che tutto alla lunga diventi scontato, che si sappia già come vada a finire. E in molti casi è così: io stesso vi ho raccontato prima che succedesse la vittoria titolata degli SCU, il passaggio a Kenny e Page, il possibile feud coi Bucks. La All Elite poi ci ha dato per tre settimane di fila tre match di Moxley in cui si sapeva già come sarebbe andata a finire.

Il booking della AEW è scontato? Per chi conosce un po’ la storia del wrestling, sì. Però attenzione a chiedere troppo, basta solo godere dello spettacolo. Però c’è qualcosa che può rendere meno stancante seguire una faida, cioè i dettagli. Prendiamo ad esempio la sfida tra Cody e MJF: sappiamo già che accadrà a Revolution, così deve andare dopo il tradimento. Le clausole di Friedman sono semplicemente un modo vecchio stile di allungare un brodo, ma sappiamo che in un modo o nell’altro arriveranno a confrontarsi. Non importa come andrà il match in ppv, importa cosa vedi nel mentre che ci stai arrivando.

I dettagli dunque. Cody non può colpire il suo avversario, ma nulla vieta che possa farlo colpire da qualcun altro (leggasi, gli Young Bucks). Un uomo qualunque non resisterebbe a dieci cinghiate, Cody ce la fa e riempie quei momenti con una drammaticità giusta, adatta al momento. Difficilmente si può uscire tranquilli da uno Steel Cage match, soprattutto se davanti si ha uno come Wardlow che è a) grande; b) grosso; c) al debutto. E soprattutto se si vince per pin, senza dover uscire dalla gabbia. Dunque serve qualcosa di diverso, qualcosa che prescinda da uno scontato risultato finale. Basta salire sulla cima, fare un moonsault e allora vedi che il mondo cambia prospettiva e in qualche modo accetti un risultato che conoscevi già.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.