Turning Point è passato agli archivi, e come da pronostico, è stato più di un evento di transizione per Impact. Già, perché di sorprese ce ne sono state, nelle due ore e mezza di show messo a disposizione su Impact Plus, e devo dire che è andato oltre le mie aspettative.
Partendo dall’opener, Eddie Edwards ha sconfitto Daivari in un incontro sorprendentemente divertente, un ottimo inizio di serata. Eddie non poteva di certo perdere, ma almeno è stata una buona vetrina per il ritorno di Daivari, tiepida entrata a sorpresa del Gauntlet di Bound for Glory. Certo è che, ora come ora, Edwards dovrebbe trovare la sua strada, magari andando per il titolo contro il suo decisamente troppo amico Rich Swann, un sodalizio che non porta a nulla per l’ex Wolves, ma spero in un futuro turn heel. Intanto ci teniamo il buon, seppur inutile, match.
Il tag team match tra Taya & Rosemary contro Tenille Dashwood & Jordynne Grace non ha risentito dell’orrida storyline che ruota intorno al povero Bravo (che intanto non si vede più, quindi sono contento), ma già mette la parola fine all’alleanza forzata tra Tenille e Jordynne. Come ha fatto notare Madyson in commento, con una il cui motto è “It’s All About Me”, che team puoi costruire? Taya e Rosemary funzionano, la loro vittoria le legittima come pretendenti ai titoli di coppia. In tutto ciò, una Alisha Edwards selvatica compare dopo la rottura tra Tenille e Jordynne Grace in un segmento, e a quanto pare sarà lei la nuova partner dell’australiana.
Veniamo alle note dolenti. Partiamo da Swaggle contro Brian Myers. Per quanto sia ammirevole far risultare credibile Swaggle come avversario, solo uno squash poteva non compromettere la figura di Myers. Quello che non capisco è a cosa serva tutto ciò, dal match troppo lungo all’intervento di Crazzy Steve che porterà ad un match ad Impact. Myers dovrebbe essere uno dei nomi forti del roster, cosa stiamo combinando? Passiamo al tag team match tra gli XXXL e i BeerGuns (?). Gli XXXL non capisco se stiano avendo un push o meno, mentre proprio non mando giù il fatto che due ex Campioni del Mondo siano stati mandati in team insieme, invece di andare a dar lustro alla scena titolata. Gli eventi principali come Bound for Glory dovrebbero segnare una fine che dia vita a nuovi inizi. Ma solo io vedevo James Storm tornare a Impact come heel da mandare per il titolo massimo, invece che proporlo come un vecchio ubriacone che aiuta Sabin, che è un altro lottatore blasonato e storico di Impact che potrebbe ridare rilevanza ad una X-Division povera di contenuti? Spero che sia un punto e a capo per loro, e che magari vadano uno contro l’altro in una faida che potrebbe intrattenere non poco. Vittoria ai BeerGuns, ai quali hanno affibbiato ‘sto nome e, appunto, la vittoria, quindi temo un futuro in coppia per loro. Dicevamo, la X-Division. Rohit difende ancora, contro Cousin Jake, a caso. Incontro che non è nemmeno male, ma inutile! Sognavo un Manik, od un ritorno a sorpresa, invece nada. La sorpresa arriva a fine match, dove Eric Young si palesa con un nuovo, temibile alleato: Joe Doering, grosso lottatore dallo sguardo folle, due volte Triple Crown Champion nella giapponese AJPW, e che militò in TNA nel lontano 2005.
Deludente nel lottato, ma ottimo storytelling di Moose, nel match che l’ha visto perdere per squalifica contro Willie Mack. Moose dopo l’incontro con EC3 è oro: è cattivo, fa paura, ha uno sguardo perfido, freddo e risoluto, sa quello che vuole, cioè il titolo di Rich Swann. Prima vince l’incontro per KO, ma poi continua ad infierire sul corpo esanime di Mack, l’arbitro ribalta il risultato e squalifica il Wrestling God, che se ne frega, perché il messaggio all’Impact World Champion è stato chiaro e forte.
Titoli di coppia che passano di mano. Già, perché nel buon match tra i Good Brothers e The North è arrivato il tanto atteso primo regno di Gallows e Anderson. Sinceramente avrei voluto attendere di più, dato che i canadesi avevano appena riconquistato le cinture, e questo passaggio di consegne proprio non l’ho capito. Nello scorso articolo parlavo di come non si potessero escludere sorprese, ed eccoci qui. Sinceramente dal match mi aspettavo di più, ma evidentemente serve allungare il brodo di questa faida, sperando che alla fine non annoi. Dispiace per The North, ma dispiace per i Good Brothers, che hanno vinto solo per il nome che portano, al momento.
Match femminile che non ha tradito le aspettative, regalandoci un’altra sfida ad alti livelli. Su Yung contro Deonna Purrazzo è stato un bel match, interpretato bene da entrambe, soprattutto da Deonna che si è presa la divisione Knockouts e se la sta tirando appresso da sola, col suo ottimo lavoro dentro e fuori dal ring, togliendo il titolo a Su Yung dopo nemmeno un mese di regno. Scelta discutibile? Sicuramente, ma anche qui a mio avviso è servita ad allungare il brodo, dato che qui, oltre loro due, di pretendenti per il titolo non ne vedo. Ricordiamoci del forfait di Kylie Rae che ha un po’ sconquassato il booking, quindi mi sento di giustificare la scelta di ridare la cintura alla Virtuosa.
Il Main Event secondo me è stato bellissimo, ed è stato merito di Sami Callihan. Sami ha intrattenuto, e ha dimostrato la follia di chi gli ha fatto perdere tempo con RVD e di chi lo ha tenuto lontano dalla zona main event tutto questo tempo. Ha dimostrato di come si possa intrattenere il pubblico anche se il pubblico non c’è. Il pro-wrestling è intrattenimento, non è solo spettacolarità atletica, e se già con Eric Young si era notata la differenza tra un campione fatto e formato ed uno che ha solo la cintura sulla spalla, Rich Swann in questo match ha fatto vedere tutte le sue carenze sotto il punto di vista della recitazione, culminate con un “goodnight Sami” al quale non ho creduto, nemmeno per un secondo, prima di dare l’ultimo calcio in faccia a Callihan. Io credo in Swann, e questi sono i match che lo faranno crescere come main eventer, ma ora come ora ad Impact serve un Campione, con la C maiuscola. E qui torniamo a parlare di EY, di Callihan, di James Storm e di Moose. I nomi ci sono, sfruttiamoli.
L’evento in sé è stato divertente. Pochi incontri da urlo, con il main event che è stato sicuramente il match della serata. Bene le ragazze, male in alcuni tratti il booking, ma è stato un evento speciale che non è mai sceso sotto la sufficienza. Speriamo che le storyline si delineino al meglio già dal prossimo Impact, mettendo il punto su questo evento, e andando a capo con la consapevolezza di avere del potenziale.