È tutto un work“. Quante volte avete detto o pensato questa frase negli ultimi mesi? Tante, sono sicuro.

Stesso discorso per l’abuso del binomio fake-news, che ormai ha preso possesso dell’immaginario linguistico italiano fino a spingere le persone a non avere più la capacità di discernere tra vero e falso. Siamo così invasi di notizie verosimili da essere portati a credere o a criticare tutto senza conoscere.

Non mi stupisce. L’Italia è diventata in buona parte la patria dei terrapiattisti, dei no vax, delle influencer che citano Charles Bukowski o Ernest Hemingway mostrando i propri lati migliori, dei migranti a 35 euro al giorno, del “questo lo dice lei“, delle scie chimiche portate da Soros per far ammalare la gente, del cancro e aids definiti invenzioni e curabili con erbe aromatiche. Conoscere, informarsi non serve. Non serve una laurea, è l’università della strada che insegna. E quando smonti pezzo per pezzo certe credenze (perché di questo si tratta), tanti si arroccano in difesa: “se mi stai dando contro, allora vuol dire che ho ragione” pensano.

Anche nel wrestling sta capitando questo trapasso da medioevo. Con l’avvento della All Elite Wrestling e gli innumerevoli rumors portati da Meltzer & co, poi, la chiusura è diventata netta. Vi mostro alcuni esempi:

  • È impossibile che Revival, Mike Kanellis e altri atleti possano aver chiesto la rescissione. La WWE è il paese dei balocchi, nessuno penserebbe di andarsene“. Lo scorso mese Hideo Itami e Tye Dillinger sono stati liberati, mentre i malpancisti sono stati ricompensati con regni titolati per mettere a tacere i rumors.
  • Kenny Omega, Cody e gli Young Bucks andranno sicuramente in WWE. La WWE è il paese dei balocchi, è impossibile non accettare“. Nessuno dei quattro ha scelto di andare in WWE nonostante una offerta superiore al milione di dollari più bonus e nonostante infinite notizie in merito all’avvento della AEW. Il loro rifiuto (ennesimo) si aggiunge a quelli di Zack Sabre, Will Ospreay, Okada, Pentagon Jr, Fenix, Bandido e altri.
  • Kenny Omega arriverà alla Royal Rumble e la vincerà. Cosa ci vuole? La WWE paga un buyout alla NJPW e lo prende“. La WWE non ha pagato nessun buyout. Eppure le notizie, soprattutto dai video, lo davano per certo alla AEW da inizio gennaio.
  • Austin Aries che se ne va da Impact facendo lo sborone è un work. Tornerà nei primi tapings del 2019“. Peccato che Aries sia sempre stato un senza cervello e che si sia bruciato i ponti dovunque sia andato. Era impossibile, al contrario, pensare che fosse un work.
  • È impossibile che Dean Ambrose se ne vada dalla WWE. È tutto un work, una storyline per fargli vincere il titolo del mondo“. Eppure da tempo The Lunatic Fringe combatte con alcuni acciacchi alla schiena e fermarsi sarebbe un buon modo per curarsi e magari tornare più in forma.

Sono solo alcuni esempi. Manca l’ultimo, il più assurdo: ad ottobre, durante una puntata di Raw, Roman Reigns rende vacante il titolo Universal. La motivazione è tremenda, la leucemia è tornata a far capolino in maniera dura. Il samoano piange, viene supportato dai ‘fratelli del ring’ Rollins e Ambrose, la chiusura del segmento è uno dei più emozionanti e amari della storia del wrestling. Si tratta di un tema grave, da trattare con cura e attenzione. Soprattutto informandosi su cosa sia questa patologia, cosa colpisca nell’uomo e che tipo di terapia vada seguita.

Eppure non passano giorni o settimane, ma giusto poche ore, che spuntano come funghi i complottisti: “è tutto un work“. A parte la gravità di una tale affermazione, quanto sarebbe da censurare la compagnia che utilizza una malattia tremenda per togliere dalle scene il suo top player e farlo tornare più tifato di prima? Qualcuno dirà che la WWE ci ha abituato a tutto, ed è vero. Ma siamo arrivati ad un punto in cui Vince McMahon e famiglia non potrebbero permettersi una caduta rovinosa di questo genere, soprattutto dal punto di vista dell’immagine.

Reigns è tornato e siamo tutti felici. I complottisti sono tornati: “hai visto? Era tutto un work! Guarda com’è tifato Roman ora“. Fortunatamente è giunta la notizia su che grado di leucemia stia combattendo, sulle conseguenze che comporta e su che tipo di terapia vada seguita. Non è stata debellata, è tenuta sotto controllo e questo gli consente di proseguire col suo lavoro. Ma è tutto un work? Avere una malattia seria non può essere un gioco televisivo, non si può gestire come i peti di Natalya o le pisciate di Drake Maverick.

Dunque è bene iniziare ad aprire maggiormente la mente, prendersi la briga di leggere e informarsi, e soprattutto ascoltare con coscienza chi conosce realmente un tema. Con le credenze o i desideri non si va da nessuna parte, ma anzi si alimenta una ignoranza che può rivelarsi nociva per tutti.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.