Ed eccoci con l’ultima parte dedicata a questo approfondimento fatto sulla contaminazione fra MMA e Wrestling.

Dopo le interviste a Josh Barnett e Wade Schalles, concludiamo con l’intervista alla persona che ci ha permesso, in esclusiva per Zona Wrestling, di intervistare questi due grandi atleti.

Veterano della scena italiana, fra gli Original della ICW, Unico atleta italiano formato e autorizzato a fare da Trainer per il Catch Wrestling in Italia dalla leggenda Billy Robinson, fondatore della CWI (Catch Wrestling Italia): “Il Poeta della Violenza” Psycho Mike.

 

Enrico: Innanzitutto Grazie per aver permesso le interviste a Barnett e Schalles, oltre per concederci il tuo tempo per questa intervista: 16 anni di carriera sono davvero tanti, per un wrestler e trainer italiano… Chi è Psycho Mike oggi?

Mike: Grazie a te e Zona Wrestling per l’intervista!

Ho iniziato ad allenarmi in UK nell’anno 2000, quindi sono in questo mondo da ormai 18 anni, ho visto il wrestling Italiano nascere e crescere e sono molto orgoglioso di essere stato tra i pionieri del Wrestling Italiano.

Psycho Mike oggi è semplicemente un veterano, amo il wrestling lottato e molto probabilmente sono tra i wrestler più “old school” rimasti in Italia.

Amo salire sul ring oggi tanto quanto amavo salire sul ring nel 2002, ma mi appassiona tanto anche insegnare la mia arte, che sia il Pro-Wrestling oppure il Catch Wrestling.

A Dicembre compio 40 anni, quindi non so quanti anni di carriera mi rimangono, mi piacerebbe continuare a lottare almeno fino a 45-50 anni!

Enrico: Hai esordito nel 2002, in ICW, che ricordi hai del tuo primo Match?

Mike : Il mio primo match fu a Roma in un cinema multisala, era il terzo evento di Wrestling della ICW, un’evento di Wrestling correlato alla presentazione del film “Re Scorpione” dove l’attore era The Rock.

Ricordo che in questo multisala c’era una pista di pattinaggio sul ghiaccio, e il nostro ring era proprio in mezzo alla pista. Ovviamente appena sono uscito dal backstage sono scivolato sul ghiaccio e caduto, quindi il mio primo vero passo in un match di wrestling è stata una figura di merda! LOL!!!

Enrico: Sei stato fra i primi atleti italiani a lanciarsi nel genere Hardcore, hai inaugurato il filone in ICW con il primo No Limits Match, contro Puck, nel 2003…

Mike: Anche qui, nello stesso modo in cui sono molto orgoglioso di essere stato tra i pionieri del Wrestling Italiano, sono anche molto orgoglioso di essere stato tra i pionieri del genere Hardcore in Italia.

Sono anche stato il primo in Italia ad usare il Mist, le Fireballs, le clave infuocate e i dives dagli spalti e dalle tribune.

Negli anni ho usato di tutto sul ring: sedie, tavoli, filo spinato, neon, bastoni da Kendo, catene, bidoni in metallo, cartelli stradali, mazze chiodate, puntine, ecc..

Ovviamente a quasi 40 anni sento anche che tutti quegli anni passati a fare Hardcore Wrestling mi hanno sicuramente accorciato la carriera e logorato il corpo, ormai prediligo un Wrestling più tecnico, ma quando capita amo rimettere il face-paint e creare il Caos sul ring.

Enrico: Da quel Match ti è valso il soprannome di “Poeta della Violenza”, soprannome che negli anni hai confermato con Match brutali contro Puck, Crazy G, Corvo Bianco…. Qual è stato il tuo avversario più duro in questi scontri?

Mike: Con Puck abbiamo creato la storia del “No Limits” in ICW, quindi per me quei match pionieristici saranno sempre speciali, ma sicuramente le battaglie contro Crazy G sono quelle che definiscono meglio il mio periodo Hardcore, Crazy G è stato sia mio acerrimo avversario che Tag-Team partner, quindi per me è come un fratello.

Enrico: Sei un pluricampione ICW: 2 Volte Campione Interregionale (e attuale detentore), 2 Volte Campione Pesi Leggeri, 2 Volte Campione di Coppia, Ti è mancato solo il Titolo massimo per entrare nel ristretto Club delle 4 Corone…

Mike: Mai dire mai! Un tempo il titolo Massimo era indirizzato più verso i Pesi Massimi, ultimamente però vedo campioni un po’ più leggeri, quindi chissà che prima di concludere la carriera io non riesca a vincere anche il Titolo Massimo, sarebbe sicuramente un bel traguardo per me, oltre che un onore.

Enrico: Hai fatto parte di Tag Team che hanno fatto la storia della divisione ICW e in Italia: Psycho Sickness, La Lesione, affrontando Team come Party Boyz, Gli Eccellenti e NRG….

Mike: Amo il Tag-Team Wrestling! Con Sick Erik (gli Psycho Sickness) e con Crazy G (La Lesione) si era creata un’alchimia molto forte e lavoravamo bene come Tag (oltre che ad essere ottimi personaggi oscuri che funzionavano bene insieme), purtroppo dopo Crazy G non sono più riuscito a trovare un Tag Team partner “giusto” per me, forse con Mr. Excellent ma purtroppo non siamo mai rimasti in Tag abbastanza da costruire un nostro stile di coppia.

Tra gli avversari sicuramente “Gli Eccellenti” (Mr. Excellent e Mariel) sono stati i miei avversari preferiti, con Mr. Excellent porto avanti una guerra da ormai 16 anni, mentre Mariel è stato il mio primo studente di Wrestling, i match Lesione VS Eccellenti sono state battaglie di una guerra che non dimenticherò mai.

Un’altro tag contro cui amavo lottare erano i “Giovani Leoni” (OGM e Mariel), che ancora oggi restano il Tag Team fisicamente più potente nella storia del Wrestling Italiano, entrambi erano miei allievi ed è stato un piacere lottare contro di loro, avrei voluto affrontarli più spesso!

Mi sono anche trovato molto bene ad affrontare gli Urban Guerrilla, ma purtroppo non avevo un partner fisso con cui affrontarli.. mi sarebbe piaciuto molto un ritorno di Crazy G, in modo da poter fare una serie di match “Lesione VS Urban Guerrila”, penso che avremmo potuto portare il Tag Team Wrestling Italiano a livelli di chaos e violenza hardcore mai visti prima in Italia!

Enrico: Negli ultimi tempi ti eri messo a capo dei Discepoli del Dolore, una stable di giovani talenti i cui membri hanno fatto diversa strada: Incubo, Ombra, Paxxo e Jokey, gli ultimi due stanno facendo bene in UK e Scozia ed entrambi Campioni in Italia….

Mike: “I Discepoli del Dolore” erano una buona stable dark, l’oscurità e il Wrestling spesso funzionano bene insieme!

Auguro a tutti i miei “figli” oscuri una carriera di successi.

Enrico: In 16 anni sei passato da numerosi stili: Dall’Hardcore all’ High Flying, passando per il Grappling, fino ad arrivare ad essere uno dei principali Trainer per il Catch Wrestling… parliamo di quest’ultimo, da dove è nato il tuo interesse?

Mike: Sono stato tra i primi Wrestlers Italiani ad allenarmi all’estero (ho passato un anno in UK tra il 2000 e il 2001, PRIMA di iniziare a lottare), quindi quando sono tornato in Italia ero tra i lottatori più tecnici in giro, ero anche molto magro quindi a inizio carriera il mio stile era un mix tra Wrestling Tecnico e High Flying, in quegli anni era esplosa la moda Hardcore (ECW, CZW, XPW, ecc..) quindi poi passai verso quello stile fino al 2008.

Nel 2008 ho iniziato a studiare seriamente il Catch Wrestling (allenandomi in USA, Canada, UK, Giappone) e da li in poi il mio stile si è evoluto e ho sviluppato il mio mix tra Catch Wrestling e Brawling.

Il mio interesse verso il Catch è nato proprio dal mio interesse verso il Pro-Wrestling, studiando la storia del Wrestling inevitabilmente si arriva alla fine del 1800 e inizi del 1900 dove il Professional Wrestling era il Catch.

Enrico: Hai avuto la possibilità di allenarti ed essere nominato unico trainer riconosciuto in Italia per il Catch Wrestling dal leggendario Billy Robinson, che ricordo hai di questo grande atleta?

Mike: Billy Robinson è stata una persona fondamentale nella mia vita, è stato una figura paterna, un amico e un ottimo coach sia per il Catch che per il Pro-Wrestling, non si può chiedere di avere un coach migliore di Billy Robinson!

Tra i suoi allievi spesso si pensa subito all’ UFC Hall of Famer Kazushi Sakuraba (il Gracie Hunter) e a Josh Barnett, ma bisogna anche ricordarsi che Robinson in AWA è stato anche l’allenatore di Ric Flair, di “Mr. Perfect” Curt Hennig, di Iron Sheik, ecc.., mentre in UK è stato l’allenatore di Marty Jones e di Jhonny Saint, senza dimenticare la generazione di Wrestlers e Shooters che ha formato in Giappone nel periodo UWF, dove tra i suoi allievi c’erano atleti come Yuko Miyato, Kiyoshi Tamura, Yoji Anjo e Gary Albright, mentre negli anni 2000 ha allenato anche Harry Smith (figlio di British Bulldog Davey Boy Smith).

E’ sicuramente stato un privilegio e un onore per me essere un allievo diretto di Billy Robinson.

Enrico: Ti sei allenato e hai lottato in Europa, USA, Canada e Giappone, incontrando e provando numerosi stili e visioni differenti di lotta, quanto di questa tua esperienza può essere applicato sulla scena italiana?

Mike: Il Wrestling è wrestling, qualsiasi cosa è applicabile dai diversi stili, ma bisogna farlo con un senso logico.

I punti cardini del wrestling restano sempre quelli:

– Racconta una storia

– Usa la psicologia

– Usa la trinità sacra del Wrestling (Selling, Milking, Feeding)

– Less is More

– Quello che fa vendere i biglietti è il personaggio, non la mossa

– The money is in your face (espressività, mimica facciale)

– Rispetta il tuo avversario

– Rispetta il ring

– Se il tuo striking non è credibile, non usarlo!!!

Enrico: Stiamo assistendo a una contaminazione sempre più evidente fra Wrestling e MMA: atleti UFC come Lesnar e la Rousey ai vertici della federazione di Stamford, le faide in UFC e in MMA assumono sempre più un lato “entertainment” , diversi fighter si stanno affacciando al wrestling…. È un bene o un male questo?

Mike: Per il Pro-Wrestling: avere lottatori ex-campioni UFC come Lesnar o la Rousey ti porta istantaneamente quel tipo di credibilità che ti porta un Kurt Angle, nel senso che in un brand di Pro-Wrestling si possono vedere centinaia di Pro-Wresters, ma quanti di questi possono vantare una medaglia d’Oro Olimpica o un titolo dei pesi massimi UFC?

Avere questi atleti nel team oltre alla credibilità ti può portare nuovi fan da altre discipline, e probabilmente un po’ di attenzione in più da parte dei mass media.

Per le MMA: Un po’ di entertainment sotto forma di carisma da parte degli atleti non può fare altro che aumentare gli spettatori e i guadagni.

Un esempio simile lo si può vedere nel pugilato con il leggendario e carismatico  Muhammad Ali, il suo carisma e il suo trash-talking vendevano molti biglietti oltre che attirare parecchio interesse dai mass media, e in pochi sanno che Muhammad Ali si era ispirato al Pro-Wrestler Gorgeus George.

Nell’era moderna delle MMA quel tipo di carisma lo si vede in Conor McGregor.

Enrico: Hai fondato la CWI, per promuovere la cultura del Catch Wrestling in Italia, organizzi diversi seminari con esperti e atleti di caratura internazionale, come quest’ultimo che hai organizzato, assieme all’ASD Senshi Team e CSEN, con Trainer come Josh Barnett e Wade Schalles… che prospettive vedi per questa disciplina in Italia?

Mike: Il Catch Wrestling ha sicuramente un posto in Italia, lo stiamo costruendo un passo alla volta ed essere uno dei pionieri del Catch in Italia è un’onore e una sfida per me.  Il Catch Wrestling è una forma di lotta molto efficace e brutale, impararlo e conoscerlo può essere utilissimo da utilizzare nel Grappling, nelle MMA, nella Lotta e nel BJJ.

In questi anni i miei allenamenti di Catch sono stati seguiti da atleti provenienti da diverse discipline quali Grappling, BJJ, MMA, Luta Livre, Pancrazio,  Pugilato, Kickboxing, Krav Maga, Pro-Wrestling, ecc.. I feedback sono sempre molto positivi e molte delle mie tecniche vengono poi usate con efficacia nelle varie discipline di appartenenza dei miei allievi.

Enrico: Lotti da 16 anni sui ring italiani, il prossimo anno la scena italiana compierà 18 anni, che bilancio possiamo fare, positivo o negativo?

Mike: Quando ho iniziato io in Italia si lottava su durissimi ring da Boxe, la maggior parte dei Wrestlers erano autodidatti, e oltre ad esserci pochi costumi decenti c’erano ancora meno fisici credibili.

Non c’erano vere scuole di Wrestling e alcuni di noi hanno dovuto viaggiare molto all’estero per imparare.

Negli anni sono migliorate tante cose, la presentazione in generale con ring, luci, sound-system ecc, è migliorata moltissimo, come è migliorata tantissimo la presentabilità dei Wrestlers a livello sia di fisico che di costumi.

Ho avuto la fortuna di lottare in quel periodo di boom di popolarità del Wrestling (2003-2006) dove bastava scrivere “Wrestling” sui manifesti e automaticamente si riempivano i palazzetti. E’ un dato storico che il Wrestling ha dei picchi di popolarità ciclica, e credo fermamente che nel prossimo boom di popolarità l’Italia sarà ormai pronta per cavalcarlo alla grande!

Da purista old school però sono un po’ amareggiato che in Italia si contano sulle dita di una mano i Wrestlers che conoscono un minimo di vero Wrestling lottato, per la maggior parte ormai si vedono solo entertainers o acrobati, ma pochi workers che abbiano un background serio nella lotta, arti marziali o in qualche forma di combat sport.

Lo sport si evolve, ovviamente, ma sui manifesti la parola scritta è ancora “Wrestling”, che in inglese significa “Lotta”…

In alcuni casi vedo anche molti bruciare le tappe, nel senso che ho visto in giro Wrestlers con bei fisici e ottimi costumi che poi una volta iniziato il match dimostrano una palese mancanza di conoscenza delle basi del Wrestling, gente che si presenta bene ma che poi non sa correre le corde, prendere dei bump come si deve, oppure che non sanno fare una semplicissima Irish-Whip…

D’altro canto ci sono ormai anche tanti Wrestlers Italiani che lottano all’estero come ci sono tanti che viaggiano all’estero per imparare la nostra arte.

Ormai ci sono anche diverse validissime scuole di Wrestling in Italia dove poter imparare, ovviamente ci sono anche scuole dove non manderei MAI un mio allievo, ma si può dire che anche in Italia, cercando le persone giuste, è possibile ricevere una ottima formazione.

In generale penso che il bilancio è positivo, se oggi penso a come era il Wrestling Italiano nei primi anni 2000 e poi guardo come è il Wrestling Italiano nel 2018, non posso fare altro che essere fiero ed orgoglioso di vedere quanto è cresciuto questo movimento che ho aiutato a fare nascere insieme agli altri pionieri di quegli anni.

Ancora un Grazie a Mike, alla CWI, alla ASD Senshi Team e alla CSEN per aver permesso questa serie di interviste.

(Mike con Barnett e Schalles e alcuni allievi alla fine del seminario)

Foto & Video © Enrico Bertelli “Taigermen”/ICW/Youtube