Le serie TV dedicate allo sport stanno spopolando su tutti i servizi di streaming e quelli che ne hanno prodotte di più sono chiaramente stati Amazon Prime Video e Netflix. Come infatti abbiamo visto nella decima puntata di The Last Dance, serie TV dedicata ai Chicago Bulls, squadra che è stata portata a livelli spaziali da campioni della pallacanestro come Micheal Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman e molti altri. Dunque, oggi ci concentreremo proprio su quest’ultimo e su come si sia allontanato dalla squadra di Chicago in gara 3 e 4 delle Finals del 1998 per apparire a bordo ring e dedicarsi temporaneamente al wrestling.

The Worm, un personaggio

Come appunto illustrato più chiaramente nella serie TV sopracitata, Rodman è stato ed è tutt’ora, a quasi 60 anni, un personaggio degno dei libri d’avventura. Ex partner della cantante Madonna, ex marito di Carmen Electra e pure di se stesso, questo cestista ha dimostrato di essere un giocatore di primo livello capace di decidere il destino di molte partite, di difendere come un pazzo e di andare al rimbalzo come se non ci fosse un domani. Ben prima di entrare in NBA, campionato che quest’anno vede i Los Angeles Lakers come vincitori assoluti a quota 3,60 all’11 agosto secondo le scommesse sportive di Betway, fuori dal campo si è meritato il soprannome di The Worm grazie al modo in cui si muoveva mentre giocava a flipper, ovvero con movimenti scattanti ma fluidi che ricordavano le movenze di un verme. Questa strana caratteristica, unita al suo stile aggressivo, lo rese inarrestabile in campo, riuscendo a fermare tutto ciò che entrava in area di tiro. Tuttavia, il basket non gli bastava e come vedremo nel paragrafo successivo prese una brevissima pausa per dedicarsi al wrestling, come d’altronde anche Micheal Jordan fece con il baseball, sua grande passione.

Rodman sul ring

Abbiamo già anticipato che Rodman è apparso più volte sul ring, ma non che l’abbia fatto a discapito della sua carriera da cestista. L’8 giugno 1998, l’ex ala grande dei Chicago Bulls decise infatti di saltare l’allenamento con la squadra che si sarebbe tenuto allo United Center di Chicago poiché preferiva restare a casa “a riposarsi”, secondo quanto aveva affermato il suo agente Dwight Manley, dato che non avrebbe fatto in tempo a raggiungere il centro sportivo e parlare con i giornalisti. Tuttavia, ciò che successe fu ben diverso: The Worm se ne infischiò bellamente dell’allenamento e salì su un aereo diretto a Detroit per partecipare a Nitro, ovvero lo spettacolo settimanale della World Championship Wrestling. Nonostante la multa di 10.000 dollari impartita dall’NBA, Rodman pensò che sarebbe stato meglio cominciare a sponsorizzare il match a cui in seguito partecipò a fianco di Hollywood Hogan contro Diamond Dallas Page e Karl Malone, il collega cestista che Rodman marcava durante le Finals NBA di quell’anno.

Sebbene la carriera di Rodman nel wrestling ebbe vita breve, ha trovato il riscontro positivo di molti non solo perché era già uno sportivo di un certo livello, ma anche grazie al suo carattere carismatico e ribelle. Hulk Hogan ricorda infatti in un documentario della WWE Chronicle, prodotto per la WWE Network, che Phil Jackson, l’allenatore dei Bulls all’epoca, lo aveva contattato telefonicamente chiedendo: “Dov’è il mio ragazzo, dov’è il mio ragazzo?”, solo per trovare la risposta negativa di Rodman, il quale non aveva proprio intenzione di fare retro front e tornare ad allenarsi a Chicago.

In totale, Rodman ha partecipato a quattro match durante la sua carriera nel mondo del wrestling: i due scontri tra tag team di cui abbiamo appena parlato, un match singolo contro Randy Savage l’anno successivo al WCW Road Wild 1999 e infine un’ultima battaglia durante il 2000 a un evento di wrestling in Australia, scontrandosi contro Curt “Mr. Perfect” Hennig.

È chiaro che la carriera di Rodman sia stata incentrata completamente sull’apparire, sul farsi notare e sul non passare inosservato: le sue incredibili apparizioni sul ring ne sono infatti la prova. Forse tutta questa spavalderia è stata il frutto degli angeli e dei demoni che hanno pervaso la sua vita, tra famiglie “molto” allargate (si dice che abbia ben 28 fratelli negli Stati Uniti e non), e amicizie un po’ strampalate, come quella con Kim Jong-un. Ciononostante, questo ragazzone della pallacanestro ha tenuto gli spettatori del basket, e anche del wrestling, a lungo col fiato sospeso.