Parlando di Omos non potevo sottrarmi da un titolo che richiamasse la sua altezza. Compiutosi il suo esordio vincente a Wrestlemania 37, iniziamo a porci qualche domanda sull’apporto che il nuovo arrivato può e (soprattutto) potrà dare alla WWE.

Il nome non è una delle scelte più felici, ma è un dettaglio non troppo importante. I suoi 2,20 metri per 150kg erano un biglietto da visita non indifferente per la federazione di Stamford con Vince McMahon in prima fila ad accoglierlo. Se le mie fonti non m’ingannano, solo Giant Gonzales e André the Giant risultavano più alti di lui tra i wrestler della WWE. Il caso più recente è quello di The Great Khali, della stessa altezza di Omos a quanto leggo. È proprio con il gigante indiano che voglio confrontare Omos per capire quale potrà essere la sua strada da qui ai prossimi anni.

L’approdo in WWE del Punjabi Monster risale al 2006 quando aveva trentaquattro anni, circa sette in più rispetto all’età attuale di Omos. The Great Khali è affetto da acromegalia che gli crea problemi anche solo a camminare muovendosi purtroppo come fosse il mostro di Frankenstein, che per il suo personaggio poteva starci ma limitava tantissimo le sue prestazioni in ring. Non certamente un lottatore tecnico, nei suoi incontri era limitato nei movimenti puntando solo sulla potenza. Non so poi se ai tempi non conoscesse bene l’inglese o se facesse parte della gimmick esprimersi solo nella sua lingua, scelta fatta anche per altri wrestler dal personaggio esotico come il compianto Umaga. Ricordiamo che The Great Khali sia riuscito a battere pulito l’Undertaker e poi a diventare campione del mondo.

Passiamo però ora a Omos. Come agilità non c’è il minimo paragone con il wrestler indiano. Nei promo è abbastanza disinvolto facilitato nel ruolo di spalla/guardia del corpo non deve parlare molto, ma senza strafare finora l’ho trovato a suo agio. Sul ring come poteva aspettarci è ancora molto acerbo, le sua mosse spesso non sono pulite e appare legnoso. Se oggi mi dovessi scommettere se diventerà campione del mondo, punterei sul sì. Vi spiego il perché.

Non conta solo l’assioma “se ce l’ha fatta Khali può farcela anche lui”. Omos è in una posizione migliore rispetto l’indiano sotto tanti aspetti, ma non basta a giustificare la mia convinzione. Parliamo di un wrester appena ventisettenne che pratica il wrestling da pochi anni, i margini perché migliori nel lottato sono ampi. La sua sola presenza è un’attrazione in WWE, in futuro non sarà obbligatorio affiancargli un manager che parli al posto suo. L’averlo messo al fianco di Styles è poi garanzia di quanto stiano puntando su di lui. The Phenomenal sa attirare le attenzioni anche quando è immischiato in storyline deprimenti, al fianco di un lottatore esperto come lui Omos cercherà di rubargli diversi segreti del mestiere. Non tanto per le prestazioni in ring viste le differenze tra i due, ma come promo e gestione del personaggio. Purtroppo per lui fare esperienza in un periodo privo di pubblico non è semplice, sappiamo quanto l’interazione con i fan nell’arene siano un aspetto importante nel lavoro dei wrestler.

I tempi sono prematuri, Omos ha bisogno di rimanere affiancato a qualcuno che lo guidi. Lottare nei tag-team match è un’altra accortezza che aiuta a mascherare i suoi limiti nella gestione del match. Per quanto possa dispiacere ai fan dai gusti più orientati al wrestling dei circuiti indipendenti, sono fermamente convinto che un giorno vedremo il gigante alzare verso il cielo un titolo da campione del mondo. E voi cosa ne pensate? La WWE cercherà di sfruttare nei piani più alti un lottatore dalla stazza simile o è finito i tempi dei giganti? Se avete voglia vi aspetto qui sotto nei commenti. Alla prossima!

Sergedge – EH4L