Bound For Glory ha dato la sua sentenza, così come la prima puntata post ppv. Com’era giusto, tutti i titoli sono stati difesi nel giro di pochi giorni, generando anche un senso logico nelle scelte. Oggi i campioni di Impact Wrestling sono cinque: Johnny Impact, Brian Cage, Tessa Blanchard e i LAX. Questo è il grado qualità che la compagnia ha voluto mettere nel piatto ed è seriamente difficile pensare che questi ragazzi siano detentori peggiori di quelli che popolano altre realtà.

 

Johnny Impact, come raccontato ieri da Danilo, è ormai un wrestler di lungo corso. Ha lottato nei maggiori ring del mondo, ha dato una nuova versione di sé a Lucha Underground, costruendosi uno spazio importante a partire dal sanguinoso feud con Alberto del Rio. Non ha una gran tecnica, ma ha fisico e senso della spettacolarità. È un face purosangue, se sostenuto sul ring dalla moglie Taya finisce per avere più appeal e dunque di meritarsi lo spazio ottenuto. Inseguiva da tanto una affermazione del genere, ha battuto Aries a finale di un bel racconto dove si è affidato totalmente all’ex campione in modo da rendere plausibile la sua presenza nel main event.

Tessa Blanchard è il fiore all’occhiello della categoria femminile. Può non piacere la velocità con la quale è giunta al titolo, ma è indubbiamente la più carismatica e la più forte del roster. Parla per lei il curriculum pieno di vittorie, parlano le prestazioni e la presenza tutt’altro che passata inosservata ad All In. Per tentare di rendere più incerta la sua potenza, i dirigenti di Impact Wrestling hanno inserito qualche avversaria di spicco (Faby Apache), riabilitato qualche vecchia conoscenza (Rosemary), aggiunto qualche giovane speranza per il futuro (Jordynne Grace). Al momento sulla sua strada c’è Taya e non credo che lascerà perdere la questione per il titolo. Quel che è certo è che non ha nulla da invidiare a campionesse presentate in altri roster.

Brian Cage è una forza della natura che aveva bisogno di una lunga costruzione come avvenne a suo tempo a Samoa Joe. Di X Division ha solo l’altezza, ma per il resto è un heavyweight fatto e finito. Sa volare, sa lavorare tecnicamente e di potenza. Il pubblico lo adora per la sua aticipità, per la abilità di cambiare spesso la cifra stilistica, evitando di ripetere sempre lo stesso match. Lo ha dimostrato battendo atleti completamente diversi: grandi e grossi come Kongo Kong e Eli Drake, quanto più piccoli e agili come Matt Sydal e Rich Swann. È il wrestler che va bene per tutte le stagioni, e non sarà strano vederlo il prossimo anno rincorrere il titolo mondiale.

I LAX sono un po’ la sorpresa per questo roster. Non per me, che li conoscevo già da qualche anno col nome di EYFBO. Ma per il pubblico più mainstream che non li aveva molto amati nei nuovi panni dei LAX appunto, che li aveva accolti freddamente, forse a causa sia dell’arrivo repentino ai titoli di coppia e sia per il ricordo ancora caldo degli originali detentori della sigla. Ci sono voluti due feud per sbloccare il contatto tra loro e i fan: prima con gli oVe e poi con gli OG’z. Segno che aggiungere una cifra maggiormente violenta ha dato sia responsabilità quanto credibilità al loro personaggio. Oggi sono un tag team di cui non si può fare a meno, sanno essere concreti e spettacolari, e sono diventati un nome caldo per tutte le compagnie che vogliono collaborare con Impact Wrestling.

Questi sono i campioni di Impact. Si può essere portati a preferire più un wrestler che un altro, ma è indubbio come i ragazzi siano certamente una delle scelte migliori che la dirigenza della compagnia potessero prendere. Non pensate?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.