Nella puntata di Smackdown di venerdì scorso ho notato una cosa: Sami Zayn è parecchio over. E nel mentre pensavo questa cosa, mi sono chiesto: come mai? Cosa è successo? Perché è passato dall’essere tremendamente antipatico (non un cool heel, ma un heel proprio antipatico), all’essere così acclamato?
Certo, non sto parlando di ovazioni alla Hulk Hogan. Però noto, con un certo stupore, che nelle ultime settimane sta godendo di un “timido” consenso. E saprei dire con certezza che tutto è iniziato dalla puntata di Smackdown in Canada. Da quando, cioè, Sami è stato presentato come il beniamino di casa, ispirando una certa solidarietà (naturale) da parte del pubblico canadese. Allora, mi viene in mente un’altra serie di domande: ma tutto ciò era voluto dalla WWE? Oppure è stata una sorpresa? La WWE ci avrà fatto caso, o nessuno lo ha ancora notato e questo porterà l’appoggio dei fans a scemare col tempo, esaurendosi come una bolla di sapone nell’aere?
Secondo me, qualcuno in casa Stamford lo deve aver notato. Troppo inusuale per non attirare l’attenzione. E secondo me questo può dare adito a diversi scenari in futuro, tutti molto interessanti. Partiamo col primo scenario: Sami Zayn, diventato “scomodo”, forse perché la Bloodline si accorge che oramai è diventato un beniamino del pubblico, si ritrova ad affrontare i suoi ex compagni, che di fatto lo stramazzano al suolo espellendolo dalla stable. La Bloodline continua per la sua strada e Sami riparte con la carriera da singolo con un nuovo ruolo da face.
Io mi auguro sinceramente che si possa capitalizzare da questo inaspettato tifo a favore di Sami. Anche per uscire dal solito cliché “io sono forte, sfido Roman Reigns, metterò fine al suo lungo regno”. Sviluppare una rivalità un po’ “differente”, con delle radici più “salde” come uno Zayn che, dopo mesi di collaborazione, si ribella al Tribal Chief, può essere una cosa positiva. Non credo, però, che questa possa rappresentare un potenziale pericolo per il regno di Roman. Può, tuttavia, condire con un pizzico di originalità il lungo percorso di Reigns da campione mondiale che, a furia di match puramente “pubblicitari” o a rivalità molto poco costruite, rischia di diventare monotono e poco funzionale alla creativa WWE.