Alla fine dell’anno si fanno sempre tanti bilanci. È bello ritrovarsi a guardare indietro specie se ci sono molti motivi per farlo. La WWE ci ha regalato alcuni momenti di buonissimo livello ed altri di livello scadente tale da essere subissata di fischi. Guardando al 2015 allora arriva la necessità di stampare un po’ di foto, fissare alcuni momenti topici. Solo alcuni, per non essere prolissi e dare a voi la possibilità di scovarne altri.

1) Standing Ovation per Seth Rollins
Siamo a Philadelphia, si sta svolgendo la Royal Rumble. Il pubblico non è granché impressionato dal ppv e ne rimarrà deluso al termine, rivolgendo fischi sonori all’indirizzo di Roman Reigns e The Rock. Il problema principale è che quel pubblico, da sempre, è di bocca buona. Forse avrebbe rigettato quel ppv se non avesse assistito ad un triple threat impressionante tra Brock Lesnar, John Cena e Seth Rollins. È un esperimento per la WWE mettere l’ex Tyler Black in mezzo a quei colossi, e per sfruttarlo al meglio ha deciso che debba avere uno spazio d’azione di tutto rispetto. La prestazione è stupefacente, ma non basta per vincere il titolo. Basta però, neanche tanto a sorpresa, per beccarsi una standing ovation una volta che Noble e Mercury lo rialzano per portarlo nel backstage. Il pubblico si alza in piedi e gli tributa applausi per cinque minuti buoni. Rollins ha definitivamente preso la platea.

2) La Open Challenge di John Cena
Scelta scontata perché è chiaro che Cena avrebbe vinto sempre. Però la Open Challenge per il titolo USA ha dato spazio e voce ad atleti straordinari e match straordinari. Ha confermato Cena come uno dei worker migliori della storia e l’ha visto scontrarsi con: Dean Ambrose, Sami Zayn, Stardust, King Barrett, Kevin Owens, Cesaro, Zack Ryder, Bray Wyatt, Rusev e tanti altri. Match magari che sono rimasti fini a sé stessi ma han dato sfoggio di gran spettacolo.

3) NXT alla conquista del main roster
Kevin Owens attacca Cena con la pop-up Powerbomb e si prende la scena di Raw portando avanti il feud per tre mesi. Neville si prende una straordinaria ovazione quando ad aprile porta al limite Seth Rollins in uno dei più bei match dell’anno, prima di iniziare un feud con Barrett e Stardust. Quindi la Divas Revolution con le ragazze trasportate in blocco verso il main roster: si tratta di Becky Lynch, Charlotte e Sasha Banks. Per un motivo o per l’altro non faranno la rivoluzione ma saranno una discreta ventata di aria fresca nella categoria. I Lucha Dragons debuttano poco dopo Wrestlemania coi migliori auspici ma rimangono in naftalina per sette mesi prima di partecipare allo spotfest di domenica scorsa a TLC.

4) Il dolore di Daniel Bryan
Gli infortuni non ne hanno intaccato il sorriso. Ha subito la maledizione del peso leggero che di solito colpisce i “piccoli” quando cercano di fare giochi da grandi. Ad inizio anno ha provato a rientrare, la vittoria del titolo Intercontinentale è stata accolta con entusiasmo, era pronto per lui un programma simile a quello di John Cena. Poi si deve fermare di nuovo, le lacrime e il sostegno di Brie. La fortuna non è dalla sua parte e più passa il tempo e più circola la parola “ritiro” attorno al suo nome. Il wrestling perderebbe uno dei suoi interpreti più autentici e X-Factor degli ultimi tre anni.

5) L’ascesa del New Day
Insipidi da face, travolgenti da heel. Sanno esattamente come farsi ascoltare pur ripetendo da mesi sempre lo stesso promo. Sul ring propongono match più che sufficienti, ma lo sguardo va a quel che possono fare fuori dal ring. Divertono e piacciono agli americani che, pur trattandoli da “cattivi”, ride alle loro sortite. Cattivi un tanto al kilo, ormai si è perso il conto del tempo in cui sono campioni. La cosa buona è che sono riusciti a focalizzare l’attenzione in modo serio su un team dopo tanto tempo.

6) Feud tra Undertaker e Brock Lesnar
Prima non voluto, poi accettato tra i denti, quindi visto con interesse. Nessuno avrebbe avuto voglia di rivederli contro, anzi abbiamo assistito per un po’ ad un feud partito con azioni ridicole e proseguito sulla stessa linea. Poi l’apice, il picco improvviso ad Hell In A Cell, l’ultimo regalo di un Taker preparato sul cardio e capace di reggere un match scritto e interpretato benissimo.

7) Roman Reigns on fire
Andiamo ben oltre la logica. Dimentichiamo la storia. Vediamo un ragazzone presentato agli albori come indistruttibile, che negli ultimi due mesi si sta prendendo numerose rivincite. Credo ci possa stare presentarlo come una furia, certo è che lo stanno pompando come non fecero né con Cena, né con Batista. Reigns non è un personaggio pop, sembra un Goldberg de noantri però senza l’impatto e l’appeal di Da Man verso il pubblico. Volenti o nolenti, il 2016 sarà nelle sue mani.

Questi i miei ricordi, solo alcuni dei tanti. E i vostri quali sono? Aprite le diapositive del vostro 2015 e condividetele con noi. Sarà bello ripercorrere quest’anno assieme in attesa degli awards che scatteranno settimana prossima su queste pagine.