Dubbi esistenziali di un appassionato di wrestling.

Sarà che non sono ancora stanco di questo argomento o forse ne sono anche troppo nauseato da tante, troppe vicende che, ancora oggi, continuano a perversare nel mondo del wrestling web italiano eppure, ancora oggi, mi fermo e penso: ma perché continuo ad esserci? Perché invece di pensare a dare materie e laurearmi perdo qui il mio tempo se nemmeno vengo pagato?

 
Perché forse la voglia di parlare a cuore aperto, farvi riflettere e discutere su alcune tematiche che mi stanno a cuore mi spinge a continuare a scrivere, oppure perché voglio regalarvi una risata, un momento di stacco in un editoriale demenziale creato con l’unico scopo di farvi ridere. Sono molte le ragioni che spingono, una normale persona, a prendersi un impegno con un sito per portar avanti un sogno. Beh, ovviamente tutto questo lo si può applicare a qualsiasi sito esistente: scriviamo per informare, regalare una parte di noi, il nostro “pensiero”. C’è chi lo condivide chi no e dannazione: ma quanto è bello scambiare i pareri? Quanto è bello dire “Orton merda?” e sapere che alcuni (molti) sono d’accordo e in tanti ti massacrano perché hai toccato il loro beniamino?
 
Il wrestling web però, è un posto magico: se parli male delle Bellas c’è qualche fanatico che le difende aspramente come se fosse un membro della famiglia o un amico di vecchia data e spala merda su un’altra divas…e magicamente i fanatici dell’altra divas escono fuori come funghi e iniziano il contrattacco..ma che bello è? Inizia una guerra che nemmeno nel Signore degli Anelli si può rivivere. 
Un commento fuori posto e SBAM, ti trovi l’email di Disqus che ti va a segnalare qual è l’argomento più gettonato del giorno (e che mi possano ricrescere i capelli se sto mentendo) sono sempre le Bellas (ecco perché l’esempio).
 
Poi ovviamente parlo del presente: anche io mi sono preso quel meraviglioso momento di gloria nell’editoriale su Lesnar – Taker. Wow il mio editoriale ha fatto così tanto scalpore che Disqus mi ha detto “Oh, vedi mpo la discussione che si è accesa!”..per un giorno ho avuto il mio momento di gloria…e questo perché? Perché non mi piace Lesnar e l’ho scritto ma moltissimi non hanno condiviso la mia idea…E CHI SE NE FREGA??? ANZI è stato un qualcosa di meraviglioso! 
 
Certo, alcuni commenti potevano essere esposti in maniera migliore, una spiegazioni più logica del “ma chi ti ha fatto scrivere!” sarebbe stata meglio ma…per una volta posso dire “ehi mi sono fatto massacrare per una buona causa: dire la mia idea su un qualcosa”. Solo che voi, cari lettori, a volte esagerate.
E no, non parlo dei possibili commenti post editoriale che, in fin dei conti, mi piace leggere e rispondere per il semplice tentativo di creare una discussioni e vedere se quel che dico è condiviso o meno, ma sul come vi rapportate tra di voi su alcuni argomenti.
 
Uno dei casi più eclatanti è stato quello che è successo ad Hogan: ma quanto diavolo vi siete scannati?  “Hogan merda” “AAAAH TI AMMAZZO LA FAMIGLIA” (ovviamente tutto ciò è stato ripreso in maniera ironica) ma quante ve ne siete dette? Ma cos’è vostro padre? Un fratello? Capisco che è l’eroe di molti ma…DAAAIII!!!!! Sarò io che mi sono distaccato dal “il mio eroe” o dal fatto di quello che pensa la gente non me ne freghi nulla, a maggior ragione se non si esprime in maniera corretta nei miei confronti, ma alcuni commenti hanno raggiunto livelli quasi imbarazzanti, che hanno pure preso la forma di minacce.
 
Ok che internet è un posto meraviglioso dove vivono troll…ma…minacciare una persona così gratuitamente no!! E prendetevela a ridere. Sapete perché ho scritto un editoriale ironico su quel fatto? Per stemperare gli animi, per far ridere su una cosa pseudo seria che si stava quasi per rivelare come causa scatenante della III guerra mondiale. Ma prendetevela a ridere, nella vita ci sono così più importanti che litigare per un wrestler.  E sapete una cosa? E’ questo il bello di essere un editorialista. Vi dico la mia e lo posso fare o in maniera seria o usando l’ironia, con l’unico scopo di informarvi, condividere e regalare un qualcosa.
 
Ah, e per chi non lo sapesse, l’editoriale è molto differente da un articolo di giornale: nel primo, chi scrive, dice la sua a ruota libera. Non riporta l’informazione bensì quello che pensa su un determinato argomento. Il secondo…beh..non hai molta inventiva su di esso: è successo questo, lo scrivi, punto.
E poco importa se (e lo dico senza cattiveria) mi senta dire “oh, ma c’è chi copia il tuo stile” o “guarda che c’è un editoriale identico al tuo”. Non lo nego, inizialmente mi ha dato un ENORME fastidio: ci metti anni per emergere, per differenziarti dalle solite cose e in pochi mesi c’è chi, facendo il tuo stesso lavoro, basandosi sullo stesso modo di scrivere, si prende le visite. Ora posso dire che non mi importa più. 
 
Solo che questo sta diventando un problema: tanti editoriali ma quasi nessuno ha un’anima, una sua identità. E’ come se tutto si stesse compattando per l’unico scopo di “superare” l’avversario e fare letture. Non importa più la persona che ci sta dietro o la qualità di quel che scrive, conta solo il numero finale che si ha quando la giornata è finita e l’articolo lentamente va cadendo nel dimenticatoio.
Alla fine cosa è più importante? L’aver condiviso un pensiero e aver lasciato un messaggio o sperare che il pezzo arrivi a tot visite così il sito e l’ego è alimentato a dovere? 
 
C’è chi fa delle visite l’unica ragione di vita, l’unico motivo di vanto: “Io ho 3930 visite giornaliere, quindi ho il pisello più lungo”, “No io ce l’ho perché ho fatto 3931 oggi con un solo editoriale” e…fidatevi voi, ignari lettori, questa cosa c’è..c’è stato un periodo in cui non si pensava alla qualità ma alla quantità e forse è ancora così.
 
Ma rischio di dire sempre le stesse cose, ripetermi e ripetermi su argomenti già trattati in passato da tanti colleghi, da tante persone, che ormai è stancante pure da leggere per voi.  Sapete qual è la cosa che mi dà veramente fastidio di questo sistema? L’ipocrisia! Sia di chi scrive e di chi legge ma, soprattutto la prima, è un male incurabile.
 
L’ipocrisia dell’editorialista è un qualcosa di aberrante e fastidioso. Non riesco ad accettare chi scrive “eh si, ma è così, alla fine tutti ci vogliamo bene” e parlo, soprattutto, sulla scena italiana. Io rimango allibito quando leggo determinate cose e, soprattutto, mi dà fastidio il pensiero “alla fine bisogna volerci tutti bene”. No! Assolutamente no! Fai la stronzata? Non posso elogiarti! Devo riportare la VERITA’. 
 
Se una federazione usa i cartelloni della WWE inserendoci i propri atleti per fare più visite, io non la elogio.
 
Se una federazione fa Goku vs spiderman e non da un minimo ai propri atleti, io non la supporto.
 
Se una federazione fa una figura di merda con dei suoi atleti in ambito internazionale, venendo successivamente cacciati, io non ne parlo bene. 
 
Paradossalmente la verità non fa visite, quella la fanno i culi e le tette, il resto è solo contorno. E sapete perché non faccio nomi? Sapete perché non faccio un nuovo editoriale sulla scena italiana dicendo la VERITA’ su tante cose? Perché lavoro per due federazioni italiane di wrestling, perché io stesso voglio crescere e voglio imparare a diventare il migliore. Sembra un discorso fatto da un ragazzino che ha appena conosciuto il pallone, ma è così! Io voglio credere in questo sistema MALATO, in questo mondo storto in cui stiamo e, soprattutto in questa nazione che pulula di marciume anche nel mondo del wrestling…e sapete perché non parlo? Perché non faccio nomi? Perché le cose si vengono sempre a sapere, in un modo o nell’altro, soprattutto quelle negative! 
 
Il problema però è che solo gli addetti ai lavori e chi è dentro a questo mondo può conoscere queste cose…voi lettori non saprete mai queste verità e sapete perché? Perché c’è troppo perbenismo! Io non posso scrivere i nomi e i fatti (anche se l’ho fatto) perché c’è chi dovrebbe farlo al posto mio, chi dovrebbe smascherare questa gente INUTILE! Invece no…noi ci vogliamo tutti bene, tutti sono bravi e tutti meritano di essere citati. 
 
Voi non potete neppure immaginare quanto potere ha un editorialista o una qualsiasi persona che può scrivere su un sito: no, ovviamente non può conquistare il Kamchatka (anche se sarebbe bello possedere quel magico territorio) ma può aprirvi gli occhi e può farvi capire che c’è del marcio in questo sistema.
 
Non bisogna essere un complottista ma, quanto meno, dire la verità. Non si può sempre dire “si qui è tutto bello, meraviglioso” dipingendo un mondo pieno di arcobaleni, quando alla fine siamo intasati da smog e immondizia. Come si vuole migliorare se non c’è critica? Ci illudono già i politici, perché dovremmo farlo pure noi?
 
Ma forse mi sbaglio io: forse a voi non frega nulla di quello che sto scrivendo e sto perdendo solo del tempo a millantare una forza inesistente. Meglio tornare alle tette e ai culi e ad un mondo pieno di arcobaleni, piuttosto che guardare in faccia la realtà…sarebbe troppo scomodo.
 
"…because I'm the Italian Badass, and I'm the voice of the voiceless"
 
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.