Nello sport europeo e, in particolare, nel calcio siamo poco abituati al concetto di “rifondazione” di una squadra.
Siamo poco affini all’idea, tipicamente statunitense, di ricostruire un team, benché fino a quel momento vincente, dalle sue basi, dalle sue fondamenta per l’appunto.
Pensiamo ai Chicago Bulls dopo l’addio di Jordan e di Phil Jackson, per scomodare nomi di rilievo.

Da questa parte dell’Atlantico e, ancor più, nel nostro “Bel Paese”, invece, impera la cultura del “tutto e subito” che mal ci fa digerire la Juventus di Pirlo, per dirne una, e fa pregare i tifosi per il ritorno del vincente Allegri.

Fatta questa premessa e venendo al wrestling, ritengo che NXT stia vivendo il suo naturale e personale momento di rifondazione.
La federazione, infatti, sta procedendo ad un progressivo cambio dell’ex brand giallo-oro che, svestitosi della cappa ingombrante di terzo roster, sta procedendo verso una graduale involuzione verso i suoi stadi iniziali.

Difatti, si fa in fretta a dimenticare che, prima della sua fase bulimica, NXT era nato come una evoluzione in chiave televisiva e direttamente brandizzata WWE di quello che un tempo sono state la Florida Championship Wrestling e la Ohio Valley Wrestling, ovvero sia federazioni satellite della più blasonata World Wrestling Enterteiment, deputate a forgiare nuovi talenti da far debuttare in quel di RAW o Smackdown.

E’ in questa fase che abbiamo visto la costruzione e il debutto di Rollins come primo campione dello show o di Neville, o ancora di Big E e Bo Dallas, gli ultimi due fulgidi esempi di un lavoro di scouting e di costruzione dei personaggi made WWE.

Solo dopo sono arrivati, con grande pathos e impegno, i vari KENTA, Steen, Devitt e Nakamura, a iniziare l’era della grande NXT e dei suoi altisonanti debutti, fino ad una graduale involuzione del prodotto, più simile, per nomi e struttura, al main roster che alle origini dello stesso.

Ora -dopo essere cresciuti tanto e complice anche la comparsa di un nuovo e forte agente, con cui non è produttivo competere sul piano delle nuove firme- è il momento di rifondare, di fare un passo indietro per provarne a fare due in avanti.

E’, tuttavia, inverosimile pensare, vuoi anche per il discorso USA Network, ad un brusco cambio di rotta, ma piuttosto ad un virare graduale verso altri contenuti, puntando alla costruzione di nuovi talenti fatti in casa.
Non bisogna dimenticare, infatti, che il roster di NXT conta ancora nomi importanti e di rilievo che sarebbe scellerato non utilizzare e/o lanciare, senza alcuna progettualità, verso il main roster.

Nomi come Ciampa, Joe e Gargano potrebbero, oltre a diventare i perni attorno ai quali ruota lo show, fungere da ottimi allenatori in campo, in grado, come già fatto in passato da Ohno/Hero, di lavorare allo sviluppo di nuovi talenti.

Detta la mia, lascio a Voi, come sempre, l’ultima parola nei commenti.
A presto
Claudio