E’ notizia già da settimane dell’addio alla WWE di Ambrose. Nell’editoriale odierno parlo di lui, dei rimpianti e del perché questa interruzione per me sia avvenuta in uno dei momenti più sbagliati.

 

Ogni wrestler in WWE ha il suo percorso, dal partire face al divenire heel e viceversa, c’è chi trova la sua dimensione da buono e chi si dimostra un grande da cattivo. Con le dovute eccezioni noto però che gran parte dei più tifati dal pubblico hanno alle loro spalle una gran bella parentesi da heel e il motivo è presto detto: il cattivo è un personaggio più profondo.

I face tendono ad assomigliarsi l’un l’altro, sorridenti, impavidi, con parole di affetto verso il pubblico che li sostiene e via così, se poi non sono tanto bravi nei promo possono comunque esaltare i fan con le prestazioni in ring. Gli heel devono avere capacità attoriali maggiori, hanno character più marcati, riconoscibili, possono spaziare di più nei loro segmenti al microfono (solo i più scarsi si limitano a insultare pubblico e squadra di football locale).

Pensate a Rollins o CM Punk. Nella loro prima parentesi face erano anche tifati, ma non c’è paragone se li confrontiamo con loro stessi nel periodo post heel. Il primo regno di Punk fu anonimo come pochi, Seth era considerato il meno futuribile dello Shield con il rischio di avere una carriera alla Shelton Benjamin o Kofi Kingston pre New Day, ovvero di wrestler divertente in ring ma poco carismatico. Entrambi da cattivi hanno avuto la loro esplosione, più “autonoma” quella di Punk che a capo del Nexus e della Straight Edge Society ha dtao un assaggio pre Pipe Bomb delle sue capacità, più supportata quella di Rollins come prescelto di Triple H all’interno dell’Authority.

Una volta divisosi lo Shield, Ambrose che era quello che sembrava più pronto ha in realtà raccolto meno degli ex compagni, quando poi è riuscito finalmente a divenire campione del mondo ha avuto un regno abbastanza dimenticabile. I motivi sono tanti e anche non dipendenti da lui, ma sono convinto che nella sua carriera in WWE un periodo da cattivo fosse la miglior medicina per risollevarsi nelle gerarchie della federazione. Le capacità al microfono e il carisma non gli mancano, la possibilità di sfruttarle da heel credo che lo avrebbero portato su un livello successivo, tale che una volta ritornato face non saebbe stato più quel passo indietro rispetto Seth e Roman (un altro a cui una parentesi da cattivo in singolo avrebbe fatto tanto bene).

Certo quel poco che abbiamo visto post turn non è stato incoraggiante, mettondolo in segmenti come quello della puntura e addossandogli una gimmick veramente forzata. Pure il personaggio attuale di Bryan è molto marcato, ma si vede che pur estremizzando i concetti anti consumismo sono comunque principi condivisi al Danielson uomo (per quello che lo abbiamo conosciuto in interviste passate), un po’ come lo erano quelli di Punk nella citata Straight Edge Society. Dare a Dean invece il personaggio germofobico è una forzatura che poco ha a che fare con lui e questo inevitabilmente emerge nell’interpretazione negli show.

Però un wrestler con le sue capacità (con qualche correzione alla gimmick) rimango convinto che nel medio lungo periodo sarebbe riuscito ad emergere più forte di prima, magari traslocandolo per un periodo a Smackdown dove probabilmente avrebbe ricevuto una gestione migliore. Purtroppo la legittima decisione di non rinnovare ha interrotto un percorso già problematico di suo, visto che il feud con Rollins è stato tagliato rapidamente per mandare Seth contro Lesnar. Ora il suo futuro è un bel punto di domanda, staremo a vedere se il suo saluto alla WWE si rivelerà un addio o un arrivederci. La mia speranza è che prima o poi torni per pareggiare i conti con un destino che gli ha dato meno di quanto meritasse.

Sergedge – EH4L