Sì, in questa Wrestlemania manca qualcosa. Siamo a tre settimane dalla notte (anzi due) più importante dell’anno, eppure questa aura magica fatico a sentirla. Ho già scritto che il Main Event, forse l’unico match per il quale vale la pena restare svegli il 3 Aprile, non ha il classico “appeal” degli scorsi anni. Il motivo è che, addirittura prima ancora del ritorno di Cody Rhodes lo scorso anno, già si vociferava di un “dream match” tra lui e il Tribal Chief, il cui verdetto avrebbe definitivamente “deposto” Roman dal trono.
Nonostante ciò, c’è un pensiero controcorrente (anche se più “silenzioso”) che vuole Roman vincere a Wrestlemania 39 (al quale personalmente mi accodo, per i motivi descritti nell’editoriale di settimana scorsa). Ma non è tanto il pensiero della vittoria di Cody che terrà incollati allo schermo i fan, quanto piuttosto l’idea di vedere Roman Reigns finalmente perdere titoli e invincibilità. Ma tolto questo Main Event, c’è davvero poca carne a cuocere. Tra match allestiti all’ultimo minuto, incontri poco interessanti e altrettanti match dal finale già deciso, questa card sembra priva di “smalto”.
Le sfide Omos-Lesnar e Lashley-Wyatt lasciano l’amaro in bocca perché le combinazioni sono sbagliate. La rivalità tra Edge e Balor non mi ha emozionato, piena di contese di qualità scarsa e di una mancanza di continuità narrativa, dovuta soprattutto alle assenze di Edge. Il match a tre per il titolo intercontinentale poteva trovare collocazione in una qualsiasi puntata di Smackdown. Logan Paul contro Seth Rollins, più che un match, è un pretesto per far comparire lo YouTuber biondo nell’evento. E senza voler distruggere un evento che guarderò comunque con piacere, e che son sicuro mi trasmetterà delle emozioni, e salvando i match di Rhea, dei Mysterios e il tag team tra gli Usos e Zayn e Owens, mi limito a dire che per questa edizione si poteva fare qualcosa di più. Perché come Sanremo, Wrestlemania è Wrestlemania!