Esistono dei momenti in cui tutto si ferma e molte cose sembrano andare avanti per inerzia, forse nel tentativo di non sbagliare o pensare che quello hai costruito nel passato non potrai più rifarlo. La paura che arrivi qualcuno a prendere la parte migliore di te e a portarsela via è sempre dietro l’angolo e forse questo fa rallentare la tua crescita.

Erano i primi 2000 e all’orizzonte stava arrivando quella promotion talmente sicura di sé, che agli occhi degli esperti offrivano i migliori match e non avevano torto, anzi, in quel quadrato lottatori che oggi sono tra i migliori del mondo hanno messo in scena spettacoli che rimarranno impressi per sempre, e che sempre faranno scuola.

Allora perché a distanza di anni vedere una puntata settimanale della Ring Of Honor è così diverso rispetto ad anni fa? Una risposta potrebbe arrivare direttamente dalla società proprietaria della federazione: attualmente controlla un numero elevato di emittenti televisive, ma che sembra non voler riservare alla ROH spazi prioritari e grandi pubblicità. Un’altra potrebbe essere il voler rimanere su questo livello o addirittura portarlo a termine nel giro di qualche anno, perché mancano ancora parecchie spiegazioni sull’attuale format degli episodi che fin ad oggi non sembra avere intenzione di voler arricchire il proprio pubblico: immagini prese da live event che si contrappongono ai tapings della puntata corrente creano per lo più confusione nello spettatore, unite poi ad un solo match che per fortuna risulta quasi sempre positivo date le abilità dei lottatori.

La paura di perdere altri punti fondamentali come lo sono stati Brian Danielson (Daniel Bryan), AJ Styles, Cristopher Daniels e tanti altri, forse aumenta questa voglia di rimanere fermi sempre nello stesso punto senza esporsi più di tanto. Vince McMahon e Tony Khan sembrano non averne mai abbastanza di talenti in grado di far alzare il pubblico dalle proprie sedie.

Ai giorni nostri è possibile vedere qualsiasi federazione o incontro e se non si costruisce qualcosa per cui un fan decida di investire il proprio tempo, è difficile rimanere al passo degli altri. Lo spettacolo lo fanno gli interpreti, e qui cominciano a mancare proprio questi.

Nella sigla degli episodi settimanali vediamo ancora proiettati wrestler come Kevin Steen (Kevin Owens) o Tyler Black (Seth Rollins) insieme ad altri che non torneranno più. E da questo che la compagnia deve staccarsi perché non si può costruire il presente non tenendo conto del proprio passato e renderlo soltanto un lontano ricordo. Sicuramente un altro top player la fuori c’è e aspetta soltanto di essere preso sotto la giusta ala.