L’ex campionessa UFC Ronda Rousey ha lasciato la WWE nel post Summerslam dell’anno scorso, ma negli ultimi tempi il suo nome è tornato agli onori di cronaca per tutta una sua serie di rivelazioni riguardo il periodo passato in WWE. Un periodo che la Rousey ha descritto principalmente come tossico, e che che lo scandalo sessuale di Vince McMahon è solo la cosiddetta ciliegina sulla torta di qualcosa di molto più radicato e che va avanti da sempre, che per molti è la normalità. A tal proposito, ai microfoni di NewsNation ha rivelato una sua disavventura in WWE che ha avuto a che fare proprio con dei comportamenti inappropriati subiti da un altro dipendente della compagnia.
Una cultura aziendale avvelenata
L’ex campionessa femminile WWE ha raccontato un aneddoto di quando si trovava nella stanza dei writer con altre persone, in attesa di parlare con Triple H, dove è accaduto il fatto. Ecco le sue parole:
“Vince non mi ha mai fatto nulla, ma la cultura aziendale, quella sì. Una volta stavo aspettando Triple H nella stanza dei writer. Ero lì con Bruce Prichard e un altro writer. Arriva questo tizio che mi afferra per il laccio dei pantaloni della tuta e nessuno reagisce, come se non ci fosse nulla di anormale. Me lo afferra e poi se ne va nel corridoio, e io faccio tipo ‘Che cazzo significa? Perché mi stai toccando il laccio dei pantaloni?’ Ci fosse stato mio marito con me, ti sentiresti a tuo agio nel venirmi vicino per prendermi il laccio dei pantaloni? Nessuno dei presenti reagì con sorpresa. Chi era intorno a me si comportò come se fosse una cosa normale. E penso che se questo tizio mi viene vicino per fare una cosa del genere, che succede alle altre ragazze quando non c’è nessuno nei paraggi? […] E’ stato Drew Gulak. Dopo mi ci sono confrontata e gli ho detto tipo ‘Se d’ora in poi vengo a sapere che hai fatto lo stesso o qualcosa di simile ad altre ragazze, io e te avremo un problema’ e lui fa ‘No no ti ringrazio per avermelo fatto notare’. Se ne è davvero reso conto, ma mi ha lasciato l’amaro in bocca per il tipo di cultura lì e ciò che considerano accettabile quando si tratta di toccare o trattare le donne in pubblico o altrove.”