Il 7 giugno 2019 è accaduto Tutto il Male, per citare Stieg Larsson. Super ShowDown si è concluso con un match orribile; talmente orribile da rischiare di seppellire definitivamente quella parte di me che ancora guardava il wrestling con gli occhi di una bambina, “shoot her!”, pareva gridare, “shoot her!”.
Mi concedo del tempo per riprendermi dallo scempio a cui i miei occhi hanno dovuto assistere e la WWE “cheffà?”, neanche un mese dopo? Annuncia The Undertaker e Roman Reigns contro Shane McMahon e Drew McIntyre. Eh no, e non si fa così, allora lo fate apposta.
Avevo paura, seriamente paura, il mio cuore non avrebbe retto ad un altro spettacolo del genere. E invece, stranamente, al termine dell’incontro non provavo voglia di spaccare qualche testa con la mia fidata Lucille. Perché?
Principalmente, perché in questo incontro The Undertaker è stato usato come si deve, o meglio, nel modo migliore per nascondere i suoi limiti. Niente uno contro uno, ma un tag di 17 minuti in cui Taker si è preso i suoi momenti, ha fatto le sue trademark rischiando come sempre l’anca con i Leg drop e poi ha dato il tag a Roman Reigns per riprendere fiato. Nella parte finale a Taker spetta il compito di reggere il gioco per la sua squadra mentre Reigns è KO oltre le transenne e riesce a fare il suo lavoro. Uniche sbavature evidenti che ricordo sono Shane che letteralmente salta in braccio a Taker per lo Snake eye e sempre Shane e Taker che prendono male i tempi di caricamento per la Tombstone finale.
Durante il match abbiamo avuto uno Shane McMahon in forma, che ci regala i suoi classici momenti alla Shane; Drew McIntyre e Roman Reigns mettono bene una pezza ai limiti in ring dei loro tag team partner; l’arrivo di Elias sposta ulteriormente l’attenzione e regala della caciara, ma in senso buono, per citare invece Luca Grandi. Certo ancora mi chiede perché in un No Holds Barred la gente continui a darsi il tag come fosse un match normale quando avrebbe potuto esser tutto ancor più caciara, ma forse è meglio così.
Piccola postilla, Roman Reigns viene tifato assai, cosa a cui ormai dovremmo esserci abituati, da quando è tornato a fine febbraio di quest’anno, ma che a me fa sempre un certo effetto.
The Undertaker in questo match è stato usato come si deve: dandogli il tempo di brillare eseguendo le manovre che ancora il pubblico ama, affidandogli un match come un tag dove i tempi di recupero possono essere molti, affiancandolo non ad altre leggende o ad altri wrestler semi-ritirati ma anche a dei giovani capaci che possano aiutarlo. In questo incontro, poi, il malus era doppio, dato che io continuo a ritenere Shane McMahon un non-wrestler, ma che in questo match si è comportato bene, devo ammetterlo.
Ci siamo trovati di fronte a un incontro per vendere un PPV, buttato lì nell’opener, con niente in palio e niente da guadagnare, salvo la soddisfazione per i fan di veder finalmente perdere Shane McMahon, vedere ancora una volta Taker in azione e assistere ad un paio di voli qua e là
Piccola parentesi: non ho compreso come mai abbiano perso tre ore a sistemare il bidone fra le corde, quando sarebbe bastato che fossero Elias e McIntyre a tenerlo in posizione
Piccola parentesi 2: per un attimo, quando Taker ha gettato Shane fuori ring, ho creduto che volesse regalarci una Air deadman; ringraziando il Signore, non è successo.
Questo incontro ha cancellato l’orrore di Super ShowDown? Eeeeh . . . no. Tuttavia, avevamo alle spalle due match (svoltisi tutti e due in Arabia tra l’altro) che sono stati ben lungi dall’essere definiti sufficienti, almeno per quel che riguarda la prestazione di Taker. Il primo in coppia con Kane contro Triple H e Shawn Michaels, il secondo contro Goldberg. Sembrava dunque evidente che da un altro match di Undertaker potessi aspettarmi solo il Male; invece questo incontro, pur con tutti i suoi limiti, mi ha almeno dimostrato che, se proprio dovrò vedermi altri suoi match, non saranno necessariamente un’agonia. Una boccata d’aria fresca in una situazione che appariva disperata, un po’ come il “match” con Cena a WrestleMania 34 cancellò l’incontro con Reigns di WrestleMania 33 come ultima apparizione del Becchino in quel PPV.
Certo, adesso non vorrei che questa prestazione sufficiente convinca o Taker o la WWE a credere che il Becchino abbia ancora tanto da dare e sia in grado di disputare ancora chissà quanti match, non si compia quest’errore, per carità. Però, non posso farci niente, sono contenta di aver visto questo incontro, perché, da fan, mi fa male il cuore quando devo giudicare gli incontri di Undertaker come orribili.
Sto giocando una pericolosissima roulette russa. Per questa volta mi è andata bene.