Rob Van Dam è un veterano del ring, uno dei migliori wrestler a livello tecnico e acrobatico della storia e nel corso della sua lunga carriera ha militato in tante federazioni adattandosi di volta in volta allo stile della compagnia senza snaturare le sue abilità. In una recente apparizione nel Foundation podcast ha rilasciato alcuni commenti interessanti sul wrestling moderno e sulle sue diverse esperienze fatte nell’arco della lunga carriera.

“Tanto trash talking in Giappone”

“Quello che manca maggiormente al pro wrestling moderno sono i fondamentali della vecchia scuola. Quando sono stato allenato da Original Sheik, lui non era certamente un high flyer. Quindi io ho dovuto fare esclusivamente il suo tipo di wrestling, che consisteva nel portare il tuo avversario a terra, cercando di bloccarlo, cercando di bloccare le sue spalle al tappeto ogni volta che potevamo. Da lì ho dovuto imparare a fare un salto mortale o una giravolta per uscirne fuori, questo è ciò che ha reso le mie abilità più compatibili.”

RVD ha anche parlato di come il suo stile non sia stato tanto apprezzato agli inizi della sua carriera in Giappone: “Quando ero in All Japan, Stan Hansen mi rompeva le palle quando ero molto giovane. Ho iniziato a 22 anni in All Japan e Stan mi vedeva fare tutti quei salti mortali e mi rompeva le palle. Poi una volta eravamo sul ring assieme, l’ho mandato all’angolo, ho fatto un salto mortale all’indietro, sono corso verso di lui e gli ho messo uno stivale in faccia. Da lì, mi ha detto che ho guadagnato il suo rispetto.” Secondo RVD gli high flyer moderni sono cresciuti guardando le sue gesta e quelle di altri colleghi, senza però entrare nella mentalità della vecchia scuola, senza imparare quei fondamentali di cui ha parlato.