Sami Zayn ha parlato, nel corso dell’intervista ad After the bell, della sua esperienza nella Bloodline e di cosa la renda oggi una storyline vincente: “Ho visto che c’era decisamente del potenziale dal momento iniziale. È qualcosa che non puoi prevedere prima del tempo, o qualcosa che pensi di vedere o che pensi potrebbe avere senso, ma è nell’esecuzione che tutto prenda forma, più del concetto in sé che è un po’ strano. La Bloodline è una famiglia, e c’è questa persona che non fa parte della famiglia. Questa cosa sulla carta non avrebbe senso. Ma è un chiaro esempio di come alle volte le cose funzionino più durante l’esecuzione che sulla carta. Per cui non mi sorprende il successo del segmento in sé o di qualsiasi cosa abbiamo fatto, ma ha superato anche le mie aspettative. Sapevo che avrebbe avuto successo, ma non immaginavo che i fan l’avrebbero recepita nel modo in cui hanno fatto”.
Cosa la rende così vincente
“È l’impegno, ma è anche il contrasto tra Roman Reigns e gli Usos e ciò che fanno” ha dichiarato il canadese “poi hanno avuto un anno, o un anno e mezzo per sedimentare e affermare i loro personaggi. Nella stessa maniera io ho impegnato gli ultimi tre, quattro, forse cinque anni per cambiare, e passare al ruolo del ragazzo cattivo, e in special modo negli ultimi pochi anni ho dovuto costruire ed affermare il personaggio. Per cui hai questi due atti ben definiti e la dinamica tra loro è così divertente e interessante, e ne siamo tutti coinvolti… Ed anche se sulla carta può non suonare bene, ma poi ne guardi l’esecuzione e pensi che è così coinvolgente.”