Samoa Joe, dopo quasi 16 anni di carriera in giro per il mondo, il 20 Maggio ha, finalmente, fatto il suo debutto in WWE durante NXT TakeOver: Unstoppable. WWE.com, per celebrare questo avvenimento, ha pubblicato una lunga, interessante e stranamente “aperta” intervista alla Samoan Submission Machine. ZonaWrestling ha deciso di tradurla integralmente e proporla suddivisa per argomenti. Di seguito, Joe, racconta dei suoi inizi in Giappone e del suo successo in Ring Of Honor:

 

Come sei finito a lottare in Giappone?

“È stato un processo. Jim Ross, che ho sempre ringraziato per essere stato così brutalmente sincero con me, mi disse: ‘Sappiamo cosa stiamo cercando (in WWE, ndt) e tu non fai parte di questa ricerca.’ Non l’ho preso come un insulto ma mi ha dato ancora più forza per continuare. Ho avuto un’opportunità in Giappone e l’ho colta. Ho iniziato in Zero-One (oggi nota come Pro Wrestling ZERO1, ndt), ho appreso molto dal loto stile di lotta e di allenamento durante la mia esperienza. Grazie al lavoro svolto in Giappone, e in altre federazioni indipendenti, la Ring Of Honor mi ha chiamato. La federazione era appena nata, probabilmente da pochi mesi. Mi dissero di aver sentito grandi cose su di me e di volermi per mettere in scena un grande match. Doveva, appunto, essere una collaborazione limitata a quell’esperienza e, invece, dopo il match, mi dissero di volermi in pianta stabile. Ho iniziato con loro e, non molto tempo dopo, sono diventato campione.”

 

Sei stato il loro campione per 645 giorni. Il fatto che una giovane federazione abbia puntato così tanto su di te, cosa significa per te?

“Non ero nervoso. L’ho presa per quello che era. La ROH era una giovane federazione che stava mettendo le basi per crescere. Hanno avuto grande considerazione e grandissimi atleti da tutto il Paese. Io ero contento di lavorare con miei amici, Daniel Bryan e CM Punk, con i talenti indipendenti migliori. Essere scelto come punta di diamante di quel gruppo, è stato un grande onore per me. Sapevo di dover mantenere il mio livello alto per rimanere al top. Aver ricevuto tale investitura, in un periodo pieno di talenti, è stato davvero figo.”

 

In che modo sei cresciuto come performer durante quel periodo?

“La mia crescita la devo alle persone con le quali ho lavorato. C’era così tanto talento, proveniente da tutto il mondo, con diverse esperienze, che era difficile non essere influenzato positivamente. Si dice che solo l’acciaio può affilare l’acciaio (steel sharpens steel, ndt) e io lavoravo in una fonderia. Ci aiutavo l’un l’altro, anche solo l’ambiente ti aiutava a crescere. È stato fantastico crescere con persone affamate e appassionate quanto me e destinate a fare grandi cose.”

 

Traduzione a cura di ZonaWrestling.net