“Scacco matto” è il termine migliore per definire ciò che sta accadendo in questo periodo tra Neville e la WWE. Infatti, il britannico, dopo essersi imposto per un lungo periodo come re della categoria dei pesi leggeri, ha abdicato. Certo, scacco matto vuol dire “il re è morto”, forse il senso di questo termine è un po’ esagerato nel contesto in cui lo sto inserendo: non sono coinvolte né questioni politiche, né questioni funerarie, ma metaforicamente può essere sicuramente l’espressione giusta. Il re della categoria dei pesi leggeri, dopo mesi e mesi di regime quasi totalitario e dittatoriale, è scomparso nel nulla, senza dare motivazioni (ovviamente, in chiave storyline, penso sia noto a tutti il movente che ha spinto l’atleta di Newcastle ad abbandonare la federazione di Stamford). Nessuno sa più niente di lui, è come se fosse morto.

Eppure è proprio un peccato che questa storia sia andata a finire così. Nonostante Neville non avesse avuto tante possibilità in precedenza, l’ingresso nella categoria cruiserweight è stato un vero e proprio cambio di rotta per lui. Grazie ad un personaggio tanto funzionale, quanto imponente, ma soprattutto grazie alla carenza di personaggi interessanti all’interno della categoria stessa, Neville è riuscito a lasciare una traccia indelebile del suo passaggio. Neppure un wrestler come Austin Aries è riuscito a strappargli la cintura di dosso, poichè la WWE aveva deciso di puntare definitivamente su The Man Who Gravity Forgot, il suo momento era arrivato. Ma poi si è presentato al suo cospetto Enzo Amore, il quale ha tolto per sempre lo scettro dalle mani del wrestler di Newcastle, che, successivamente a ciò, ha deciso di dileguarsi dalla scena, come se nulla fosse. Caso curioso che si siano perse le tracce pure dello stesso Certified G  pochi mesi dopo, anche se per motivazioni completamente opposte all’ex campione di NXT, ma è inutile concentrarsi su questi fatti.

Purtroppo, non si può più mettere mano sul passato: ciò che è stato, è stato, e vedo improbabile che Neville possa decidere di ritornare sui propri passi nel breve periodo. L’unica cosa certa è che tutto ciò sia un gran peccato: un lottatore così importante, che ha saputo dare colore ad una divisione dei pesi leggeri che non è mai decollata dal suo ritorno avvenuto nel 2016, se n’è andato come se nulla fosse. È ancora di più un peccato perchè in questo determinato periodo poteva essere di grande aiuto il wrestler inglese: difatti, è appena incominciato a 205 Live un torneo dei pesi leggeri per decretare il nuovo possessore del titolo, reso vacante da Enzo Amore a seguito degli avvenimenti che l’hanno coinvolto. Data la somiglianza con la formula al Cruiserweight Classic, questa competizione può essere vista come una sorta di rilancio per i performer di peso inferiore ai 93 Kg, dato che, se venisse proposto un torneo molto simile a quello svoltosi nell’estate 2016, sia per la qualità in ring, sia per lo storytelling, sarebbe un’ottima base per creare un futuro migliore per la categoria. Per questo, è davvero un peccato non vedere Neville come uno dei protagonisti di questa contesa, sopratutto perchè, come già detto, questo wrestler è uno dei motivi per cui questa divisione non sia stata ancora rimessa nel dimenticatoio.

Ma probabilmente non sono questi i suoi attuali desideri. Magari The Man Who Gravity Forgot cerca solo un po’ più di attenzione, e del mantenere a galla un progetto senza dubbio fallimentare potrebbe non interessargli. Ma Neville non è un lottatore da farsi scappare, per questo esaudirei le sue volontà, se fossi la WWE. Anche a costo di spendere qualche soldo in più per il contratto o di offrigli un ruolo televisivo di alto rango, perchè questo è un lottatore da tenersi stretto. Oltre al fatto di essere in grado di fornire prestazioni eccelse sul ring, Neville ha dimostrato di essere anche un ottimo personaggio da proporre negli show settimanali. Per l’appunto, da quando è stato inserito nella categoria dei pesi leggeri ha saputo rinnovarsi completamente, passando dalla parte degli heel, e dando quel tocco caratteriale necessario per renderlo un wrestler ideale per la WWE. Certo, magari non rispetta i canoni fisici per rappresentare il Main Eventer tipo della federazione di Stamford, ma sicuramente potrebbe ricoprire il ruolo di un upper-carder di tutto rispetto.

Proprio per questo, se dovesse tornare, lo proporrei in un contesto diverso rispetto a quello in cui è stato inserito fino all’inverno del 2017. Dati questi presupposti, lo collocherei a Smackdown, e non più a Raw, dove mi piacerebbe vederlo uscire vincitore in una faida con Bobby Roode per il titolo degli Stati Uniti dopo Wrestlemania, in modo tale da lasciar libero The Glorious One di approdare finalmente nel giro titolato del WWE Championship, e così da dare un regno di tutto rispetto a quello che è stato il re dei pesi leggeri. Poi, una volta perso il titolo, gli darei qualche opportunità nel Main Event come sfidante di transizione e, perchè no, pure un run da campione massimo WWE, anche solo di passaggio. Ma forse mi sto spingendo troppo in là con l’immaginazione.

Quello che è sicuro è che il sovrano dei cruiserweight debba tornare, in modo tale che possa attaccare e conquistare altri regni. Lunga vita al Re!

The Notorious