In più di una occasione si è detto che uno dei modelli maggiormente seguiti dalla AEW nella costruzione del proprio roster è la NJPW. La collaborazione è una logica conseguenza, e infatti vediamo spesso tante scelte che rimandano alla storia della compagnia nipponica. Seppur con quella spruzzata di americanismo che deve andar bene in un programma che va in onda proprio negli Stati Uniti.

Ma se la AEW fosse la NJPW, cosa ci sarebbe? La strada è quella, ma l’appeal sarebbe differente. Poiché dopo 20 anni di WWE, è difficile convincere il pubblico a seguire uno show che è ben diverso nelle intenzioni e nella produzione. Per quanto il pubblico possa essere conoscitore di ciò che avviene altrove, la reazione poco entusiasta a Hiroshi Tanahashi a Dynamite dimostra che a buona parte dei fan quel mondo lì è sconosciuto.

Eppure, se la AEW fosse la NJPW potrebbe riprodurne i tornei, ad esempio. Tony Khan ne mette in scena diversi durante l’anno ma finora non ce n’è stato uno che abbia funzionato per davvero fino in fondo. Impostati sul genere round robin consentirebbe molti match di spessore. Si pensi ad un G1 Climax con Jon Moxley, Bryan Danielson, CM Punk, Adam Page, Adam Cole, Kenny Omega, Miro, Wardlow, MJF, Samoa Joe, Andrade, Keith Lee e altri dove il vincitore può guadagnare una title shot per il titolo mondiale.

Più difficile ma comunque fattibile anche un Best Of The Super Junior rivisitato, dove non mancano i competitor. Da Dante Martin a Ricky Starks, da Swerve Strickland a Fenix, da Darby Allin a Jungle Boy, da Scorpio Sky a Sammy Guevara, fino a PAC, Buddy Matthews, John Silver, Alan Angels, Daniel Garcia, Matt Sydal, Lee Moriarty, Wheeler Yuta. Una lista di nomi di sicuro interesse per garantire una title shot al titolo TNT, ad esempio.

E che dire del World Tag League? Che può essere visto sia in ottica tag team che in ottica trios, volendo. Anche qui la lista è lunga, visto il roster. Partendo dai Jurassic Express, potremmo dividere in due blocchi gli Young Bucks, i Lucha Brothers, i ReDragon, gli FTR, il Team Taz, Butcher & Blade, la House Of Black, la JAS, il Blackpool Combat Club, il Factory, il Gunn Clubb, gli Acclaimed, i Private Party, i Best Friends, Santana & Ortiz, il Dark Order, gli HOOKhausen e gli Hardys. Insomma, anche qui la lista sarebbe molto ampia da cui attingere.

Il tutto in funzione di un ppv (idealmente o Double Or Nothing o All Out) che sia un ritrovo annuale di grandissimo spessore, come avviene con Wrestle Kingdom per la NJPW. Funzionerebbe? Dipende da tanti fattori, ma certamente sarebbe “strano” vedere una cosa simile in uno show americano.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.