Nel corso delle ultime settimane, la 2K ha annunciato il ritorno della Showcase Mode a partire da WWE 2K19. Una modalità che torna a far parte della saga videoludica targata WWE dopo solo un anno di stop, bastato a far capire agli sviluppatori quanto sia stata importante la mancanza di una modalità del genere. Negli anni, la Showcase Mode è stata sempre una delle attrazioni principali dei videogiochi di wrestling, proponendo la possibilità di ripercorrere rivalità ed ere che hanno cambiato per sempre la federazione di Stamford, attirando al contempo sia fan più giovani intenti ad imparare, sia fan nostalgici. Per questo, oggi sono qui per parlare di ogni singola edizione di questa speciale modalità, analizzando quelli che sono stati aspetti negativi e positivi dello Showcase dal mio punto di vista. Senza indugiare oltre, possiamo iniziare.
WWE 13 – Attitude Era
Con il videogioco “WWE 13”, la federazione di Stamford decise di ripercorrere la famosissima Attitude Era. Un periodo di genio e sregolatezza, che ha cambiato per sempre il corso degli eventi. Tramite il videogioco si possono rivivere i momenti fondamentali di questo determinato lasso di tempo, interpretando alcuni dei personaggi più famosi della WWE del tempo, tra i quali Stone Cold Steve Austin e The Rock. La prima edizione di questa modalità mi è piaciuta, ma non è la mia preferita. Ricordo che affrontai le ore di gioco con molta curiosità, soprattutto perché, al tempo, non conoscevo ancora molto bene tutto ciò che era legato a questo periodo. In particolare, ricordo quanto io fossi curioso nell’osservare di match in match il grafico della Monday Night War svilupparsi, non vedendo l’ora di vedere la mia federazione preferita prevalere sulla WCW. Senza un motivo apparente, il mio capitolo preferito è stato quello dei Brothers Of Destruction, portato da me a termine in un solo pomeriggio. A tutto questo c’è da aggiungere un ottimo comparto multimediale e, addirittura, qualche match extra (da me mai portati a termine), tutte cose che rendono di questo un’ottimo capitolo della saga.
WWE 2K14 – 30 Years of Wrestlemania
Semplicemente, fenomenale. Tramite la modalità “30 Years Of Wrestlemania”, la 2K ci ha dato la possibilità di rivivere tutti i match più belli dello Showcase Of Immortals ed i momenti ad essi correlati. In questo capitolo, a mio parere, si vive l’esperienza di gioco più coinvolgente e più emozionante di questa particolare modalità, avendo l’opportunità di replicare alcuni degli incontri più importanti e più storici della federazione. Inoltre, la modalità è dotata di un vastissimo repertorio multimediale, che permette di capire o ricordare alla perfezione il contesto nel quale alcuni scontri erano inseriti. A tutto questo, c’è da aggiungere pure la possibilità di giocare la “Beat The Streak Mode”, che presenta due modalità di gioco differenti: la prima consente di controllare The Undertaker all’interno di uno Slobber Knocker Match, mentre la seconda permette al videogiocatore di selezionare un wrestler qualsiasi con il quale tentare di porre fine alla famosa Streak. Insomma, una modalità storia perfetta e capace di soddisfare ogni fan, accompagnata da una tipologia di gioco extra originale e divertente. Cosa si può chiedere di più? Standing Ovation. Se fosse stato prodotto pure per Next Gen poi…
WWE 2K15 – From the past to the present
Con questo capitolo, la modalità ha inaugurato ufficialmente la denominazione “2K Showcase Mode”. In WWE 2K15, il videogiocatore ha la possibilità di ripercorrere due rivalità molto intense: CM Punk vs John Cena; Triple H vs Shawn Michaels. Una scelta perfetta, che, secondo me, accontenta tutte le tipologie di fan. Anche in questo caso, è stato gestito molto bene il comparto video, con una aggiunta rispetto ai capitoli precedenti: le cutscene. Ora, con questo non voglio dire che WWE 13 e WWE 2K14 fossero assolutamente privi di queste, ma ritengo che WWE 2K15 sia superiore sotto questo punto di vista. Una modalità che risulta l’unico punto di forza nel videogioco dell’annata 2014/15, caratterizzato da molti buchi nell’acqua, come la modalità carriera. In più, ritengo saggia la scelta di aggiungere altre tre storie tramite DLC, in particolare quella di The Ultimate Warrior, cosicché davvero ogni fan possa essere accontentato. Un piccolo aneddoto: mi ricordo che i primi 4/5 match della storia di CM Punk e John Cena li dovetti ripetere per svariate volte, perché, ogni volta che giocavo la Showcase Mode, il dati salvati mi si resettavano automaticamente con lo spegnimento della console. Anche questa volta, ottimo lavoro.
WWE 2K16 – Austin 3:16
il risultato è molto buono sotto il punto di vista tecnico: in particolare, rispetto ai capitoli passati, vi sono molte piccole particolarità che rendono il tutto più realistico, e sono gestite sempre meglio le cutscene. Però, la Showcase Mode di WWE 2K16 ha un grosso punto debole, dal mio punto di vista: la ripetitività. Difatti, come avete potuto leggere precedentemente, già WWE 13 fu dedicato all’Attitude Era, e proporre una modalità completamente incentrata su uno dei, se non il, protagonisti di questo periodo storico non ha molto senso, a parer mio. Immaginando una soluzione, si poteva incentrare l’intera Showcase Mode su Sting: prima di tutto, come scelta sarebbe risultata più che legittima, dato che The Icon debuttò in federazione qualche mese prima l’uscita del videogioco; in secondo luogo, questa scelta avrebbe permesso alla federazione di mantenere lo stesso contesto, ossia quello della Monday Night War, ma di cambiare il punto di vista rispetto al videogioco dell’annata 2012/13, ovvero concentrare la storia sul wrestler simbolo della WCW. A tutto questo si aggiunge il DLC sulle Hall Of Fame, ma di questo ne parlerò meglio dopo. Modalità sicuramente divertente e ben fatta, ma scegliere proprio Stone Cold come protagonista non è stato molto intelligente.
WWE 2K17 – Hall Of Fame
Un flop assoluto. Partiamo dalla base: non è possibile che una modalità del genere sia disponibile solo tramite DLC, lo trovo un insulto a chi paga i suoi regolari 70 €. In secondo luogo, la Showcase Mode di WWE 2K17 è veramente poco solida: per l’appunto, il videogiocatore è chiamato semplicemente a rivivere qualche match dei performer indotti nella Hall Of Fame l’anno precedente, intraprendendo una strada fatta di incontri slegati tra di loro. Giocare questo capitolo dello Showcase è stato veramente noioso. Tutto sommato, ho preferito non avere la Showcase Mode in WWE 2K18, piuttosto che giocare una modalità mal fatta e sbrigativa come quella di WWE 2K17.
E voi, avete apprezzato la 2K Showcase Mode? Qual è stato il vostro capitolo preferito della saga? Siete felici del ritorno della modalità? Fatemelo sapere nei commenti.
The Notorious