La TNA sta mutando. Via i soliti noti, dentro forze fresche. E Kurt Angle annuncia: tra un anno sarò di nuovo in WWE. Peccato che per ora sia campione da un'altra parte. Un po' come se Rounda Rousey parlasse bene ora della Bellator nel caso pensasse di cambiar casacca.

Da un anno e mezzo la politica è chiara e condivisibile: se vogliamo andare avanti dobbiamo risparmiare e creare nuove stelle. Così fuori AJ Styles, fuori Samoa Joe, fuori Angle ma anche il Team 3D e Velvet Sky. Tutti questi per avere nuovi nomi su cui lavorare e soldi in più in cassa. Si sono liberati persino di Sanada che costava parecchio ma produceva nulla – o meglio: non sapevano come usarlo. In compenso potrebbe arrivare il giovane della BJW Kota Sekifuda che a 19 anni pare una promessa del wrestling giapponese.

La TNA intanto ha piazzato qualche colpo buono per la Knockout Division: dato il benservito alla Havoc, arrivano Mia Yim e Cherry Bomb, atlete acclamate nelle indy e pronte a farsi valere anche a livello televisivo dopo aver fatto qualche comparsata pure in WWE. E arrivano Camacho e Shaun Ricker: il primo lo ritengo e lo ritenevo sottovalutato, a tal punto che con Hunico avrebbero potuto costituire qualcosa di buono per la categoria di coppia; il secondo non lo conosco per i match che ha sostenuto, ma ha un discreto curriculum soprattutto nella Championship Wrestling From Hollywood in feud con Scorpio Sky e Brian Cage. Sono due buone risposte alla dipartita di Samoa Joe? Probabile, ma dipenderà molto da come verranno utilizzati.

Certo è che fanno respirare le casse della federazione. Ma il punto è: si cambia per cambiare, ma dove vogliono andare? Perché la scelta attuale della TNA è sì quella di cambiare ma cambiare senza donare al pubblico qualcosa di diverso. Galloway, Camacho, Ricker – giusto per citare gli ultimi arrivati – sono sempre riconducibili alla WWE, al prodotto WWE  e al loro fallimento in WWE. Comunque non sono atleti che spostano telespettatori né atleti che spostano la qualità dello show. Sebbene Galloway stia facendo incetta di titoli nelle indy, questo non significa non si sia liberato della precedente etichetta. Perciò la TNA conferma di essere nella mentalità una succursale della WWE senza aggiungere nulla di nuovo al panorama wrestlingstico moderno.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.