Abbiamo passato la scorsa settimana a chiederci se fosse vero o meno. Ma no, ma no, dopo 7 anni CM Punk non può tornare al wrestling. Dopo tutto quello che ha detto, che ha fatto, che ha solo pensato. In AEW poi? Nah, impossibile. Se tornerà, lo farà per prendersi il main event di Wrestlemania, così mi disse uno di voi. Vuole la gloria, e allora che gloria sia, dimenticando che Vince McMahon quella gloria non gliel’ha mai data e non gliela darà mai.

L’inizio della storia

Quando Tony Khan iniziò a ragionare sulla All Elite Wrestling assieme a Cody Rhodes, erano d’accordo sul dover prendere CM Punk a tutti i costi. Pensa che botto averlo in una federazione nuova. Phil Brooks, che ormai aveva lasciato le MMA e stava lavorando dietro le quinte per film e sceneggiature varie, decise di declinare. Qualcuno direbbe: non ha avuto le palle. Ebbene sì, non le ha avute.

È stato giusto così. Una nuova federazione non può mai essere un buon viatico per un ex super campione che potrebbe fare il suo ritorno. Nel giro di qualche mese l’hype si sarebbe sgonfiato e buonanotte ai sognatori. Così Tony virò su Chris Jericho, che aveva altri interessi (nuove sfide, la crociera, le forbidden door già allora) e accettò di buon grado di far da padrino alla nuova creatura.

Gli indizi portavano a… Chicago

Prima l’annuncio di Rampage a Chicago, poi addirittura la “All Out week”. Rumors su rumors da giugno: a lanciare l’amo Fightful Select, a seguire RingSideNews, Wrestling Observer, PWInsider e WrestlingInc. Non confermavano, ma non smentivano. Nessuno smentiva. Darby aveva aggiunto il carico dicendo di voler incontrare il “Best In The World”, MJF ripeteva le stesse parole della pipebomb, Kenny Omega faceva qualche commento ironico e in BTE i Bucks aggiungevano il loro sarcasmo.

Poi Tony Khan: stasera vi daremo quello che avete sempre sognato. Più chiaro di così? Eppure nessuno ci credeva. Nessuno: né i fan della AEW (“Non succede.. ma se succede”), né i fan della WWE (“Ma quando mai va da quei scappati di casa. Se deve tornare, lo deve fare in WWE”). Tutti hanno visto Rampage in due modi, o con la paura di essere delusi o con la speranza di veder delusi i fan AEW.

Lo stupore e la diffidenza, alla fine

CM Punk ci ha dimostrato che siamo ancora pronti a stupirci, a piangere, ad esultare, ad urlare, ad emozionarci. Ci siamo ritrovati davanti alla tv o ad un pc con con un sorriso ebete, la pelle d’oca, il cuore che batte forte di felicità.

Perché nessuno ci ha creduto davvero? Penso dipenda da due fattori. Il primo è l’esperienza della federazione e il momento storico del wrestling. Quando la WCW prese Hogan nel 1994 era in una posizione simile a quella attuale della AEW, ma si portava comunque dietro tutta l’esperienza della NWA. Quando la TNA prese Angle nel 2006 non sembrava attrezzata per capitalizzare quel momento e comunque l’eroe olimpico non era un trascina folle come l’Hulkster o oggi Punk.

Dunque la AEW si è ritrovata nel giro di tre anni a potersi permettere Punk. Sì, valgono i soldi. Ma vale anche il progetto portato avanti, le opportunità concesse ai wrestler (libertà lavorativa fuori dal wrestling, possibilità di booking altrove), gli incroci inediti sul ring, la garanzia di poter far crescere un prodotto e non di mantenerlo in pericoloso equilibrio. Nessuno credeva che Tony Khan e i suoi potessero essere così convincenti nei lati che non contenessero cash. Perché se parliamo di soldi, la WWE avrebbe potuto offrirgli il doppio, lo sanno tutti.

CM Punk… perché no? Punto 2

La AEW si porta dietro, come la TNA Di 10/15 anni, una diffidenza di fondo sia da parte dei fan WWE e sia da parte dei fan occasionali. La domanda è: come si permette una federazione qualsiasi di prendere CM Punk e di colpo spostare l’attenzione su qualcosa che non sia la WWE?

Per questo motivo, tantissimi tifosi / fan si sono spesi nel dire che erano sicuri che Punk non avrebbe mai debuttato in AEW, che avrebbero riso quando 16 mila persone a Chicago sarebbero state prese per il c**o. E dopo aver visto Rampage hanno cercato qualsiasi appiglio pur di sminuire la portata dell’evento: il promo di Punk era moscio, Allin chi ca**o lo conosce, la puntata ha fatto schifo, Punk è invecchiato, bla bla bla. E il giorno dopo, gli stessi, hanno parlato di Summerslam come ppv dell’anno. Ma non perché lo sia stato (anzi!). Ma per mostrare la superiorità della WWE nei confronti di un fatto eclatante successo fuori dal suo universo.

È un bel periodo per essere fan di wrestling

Divertitevi, stupitevi. È forse il periodo migliore per essere fan di wrestling e il merito è tutto della AEW. Perché alzando continuamente la posta in palio, ha convinto anche le altre compagnie ad alzare la loro posta. Perché dal declino degli ultimi anni bisogna pur risalire, no?

E così abbiamo i begli show della NJPW in America, l’equilibrio raggiunto da Impact e dalla ROH, la GCW che si apre ad un nuovo pubblico, il rilancio della NWA, la MLW che resuscita la Lucha Underground. E la WWE che riprende a macinare grandi match (vedasi Rollins vs Edge) e faide interessanti con ritorni di prestigio.

È bello essere fan di wrestling, è bello stupirsi, senza dover parteggiare per l’una o l’altra parte. Abbiamo a disposizione un mondo, godiamocelo.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.