“Tempi oscuri, tempi oscuri davvero”(cit.). Pare che l’edizione di WrestleMania di quest’anno entrerà, in un modo o nell’altro, nella storia, forse perché verrà rimandata all’estate, oppure, ipotesi al momento più probabile, perché si svolgerà a porte chiuse, senza pubblico. Un cambiamento senza precedenti, frutto di una situazione a livello mondiale senza precedenti. Tuttavia non è di questo che vorrei parlare oggi. Non dei grandi cambiamenti, di quelli epocali, ma quelli che vanno avanti giorno dopo giorno, lentamente.

Guardando la card di WrestleMania di quest’anno, a prescindere di come, dove, quando si svolgerà, mi viene in mente WrestleMania 30. Sei anni fa, oltre alla vittoria nel main event di Daniel Bryan, c’è stato un piccolo evento insignificante come la fine della Streak di The Undertaker, ma anche un match tra John Cena e Bray Wyatt; per molti tale match significava che qualcosa nella gestione di Cena era cambiato, perché da main eventer quasi fisso era passato a un semplice match di cartello, in molti hanno ipotizzato che Cena potesse perdere l’incontro in favore di un nuovo prospetto e che potesse ritirarsi dalle scene. Come è stato il percorso di Cena da lì in avanti? Prosegue il 2014 vincendo il titolo reso vacante da Bryan, viene sconfitto a SummerSlam da Brock Lesnar (su di lui ci torneremo poi) ed è uomo di punta nel feud contro l’Authority. Nel 2015 vince il titolo degli Stati Uniti contro Rusev e sfida Seth Rollins, ancora pupillo dell’Authority, per il titolo del mondo, ma non riesce a vincerlo; nel frattempo rimedia una sconfitta da Kevin Owens (anche se poi vincerà il feud) e da Alberto del Rio, che torna dal nulla e lo sconfigge prendendosi il titolo USA. Nel 2016, dopo il ritorno da un infortunio, inizia un feud con AJ Styles che terminerà alla Royal Rumble 2017, quando Cena vincerà il titolo WWE, per poi perderlo solo un mese dopo nell’Elimination Chamber match che verrà vinto da Bray Wyatt (e si potrebbe considerare già questa una rivincita di WrestleMania 30, forse). A WrestleMania 33 Cena e Nikki Bella battono The Miz e Maryse e, a quanto da pare, da lì in poi John smette di considerarsi un wrestler a tempo pieno, anche se in realtà il suo 2017 è ricco d’impegni, dal momento che prima annichilisce Rusev nel classico feud “America vs The World”, poi sfida Roman Reigns, venendo però sconfitto; un passaggio di testimone dunque? Nel 2018 succede qualcosa di interessante: Cena è determinato ad avere un match a WrestleMania, dunque cerca in ogni modo di diventare n°1 contender a uno dei due titoli mondiali, ma fallisce; decide allora di sfidare The Undertaker a WrestleMania, venendo però sconfitto nel tempo di autonomia massima del Deadman, tre minuti e uno sputo circa. Il 2018 per lui si conclude praticamente con solo presenze in Australia ed Arabia Saudita, quando decide di presenziarvi. Il 2019 segna forse definitivamente il suo status di part timer, visto che il suo ultimo match televisivo è stato a gennaio, mentre a WrestleMania si è presentato con un look vintage pestando Elias. Anyway, nel 2020, nonostante mesi di assenza e la volontà di lasciare largo ai giovani, viene sfidato da The Fiend/Bray Wyatt per WrestleMania 36 e decide di accettare. Un percorso lento, che ha portato Cena a non venir più considerato il volto della compagnia gradualmente, cosa che forse in molti non hanno percepito dato che per ogni sconfitta, inflitta col contagocce, arrivavano vittorie su vittorie per preservare il suo status. Al momento non c’è stato il classico “passaggio di consegna”, nessun Hulk Hogan vs The Rock per lui, almeno per il momento, anche perché dubito che Cena potrebbe attuare una scena del genere con The Fiend, pure se quest’ultimo lo sconfiggesse realmente.

Ma non si tratta solo di Cena, sul quale magari è avvenuto un cambiamento più evidente. Pensiamo a The Undertaker: dalla fine della Streak abbiamo avuto un feud con Bray Wyatt che per il personaggio di Bray ha significato poco e nulla, un HIAC match contro Shane McMahon che commenterò con un “bah”, un match contro Roman Reigns orribile ma che serviva al samoano per salire di status al confronto con Lesnar e con tanto di abbandono del cappello sul ring (ma v*******o), uno squash ai danni di Cena, un’assenza e, quest’anno, a caso, un match contro AJ Styles. Nel mentre, al di fuori di WrestleMania Taker ha fatto diverse apparizioni, mentre agli inizi degli anni 10 compariva praticamente solo una volta all’anno: ha affrontato Lesnar, si è riunito a Kane contro la Wyatt Family, poi ha sconsideratamente deciso di affidare il suo conto in banca agli sceicchi arabi. Si è partiti con un Casket match conto Rusev, un six man tag team match in coppia con Roman Reigns e Braun Strowman, poi un match contro Triple H, il “ritorno dal ritiro” di Shawn Michaels per un tag Brother of Destruction vs D-Generation X e poi “quella cosa” contro Goldberg. Nessun ritiro, nessun discorso di commiato, nessuna svestizione della gimmick, nulla. Undertaker continua ad apparire a caso e a sfidare gente a caso, per quanto potrà andare ancora avanti non lo so, non voglio saperlo. Mi domando però come sarebbe stato gestito se l’accordo coi possessori di petro-dollari non fosse mai stato siglato.

Concludiamo con Brock Lesnar, per il quale ho ancora meno parole da spendere: è e rimane The Beast. Nonostante un paio di nomi, a WrestleMania 36 forse tre, vedremo, chi lo sa, siano riusciti a sconfiggerlo, nonostante questo, Lesnar rimane sempre il mostro che ti sconfigge e ti sconfigge male. Non c’è stato alcun momento in cui Lesnar ha acquisito una parvenza di umanità, o comunque una consacrazione del wrestler che è riuscito a batterlo, Lesnar si è sempre rialzato, non più forte di prima ma sicuramente forte quanto prima e ad oggi è ancora campione WWE. Sicuramente le probabilità di battere Lesnar non sono misere come lo erano quelle di Kofi Kingston, Daniel Bryan, Braun Strowman, Ricochet o Finn Bàlor, ma chi dice che Lesnar non sarà pronto a rigettarsi ancora una volta sul titolo quando questo, al momento giusto, verrà perso da McIntyre, chi dice che, così come lo ha perso, non se lo possa riprendere quando vuole?

I cambiamenti avvengono continuamente, la Womens Revolution ne è l’esempio lampante, perché chi se lo sarebbe aspettato, da WrestleMania 30, che nel giro di cinque anni si sarebbe arrivati ad un main event al femminile? Vedere i cambiamenti nel complesso è facile, vederli su un singolo wrestler è più complicato. Ci aspetta un segno, un punto di svolta, un giro di boa, ma spesso e volentieri le cose accadono più lentamente. La scorsa settimana ho scritto che con ore e ore di programmazione settimanale, per la WWE è difficile creare piani a lungo termine. In suo soccorso, forse, c’è il fatto che non avvengano grandi stravolgimenti, che un John Cena sia sempre disponibile quando serve, che un Brock Lesnar dominante sia una soluzione facile, che per Undertaker non servano motivi per disputare l’ennesimo ultimo match. Sicuramente nessuno di questi atleti è lo stesso di cinque anni fa e non saranno gli stessi tra altri cinque, ma non sarà uno sprint, sarà una maratona. E di quelle molto, molto lente.