A me le stable sono sempre piaciute. Danno diverse possibilità di scrittura, allargano gli orizzonti. Il modello giapponese è replicabile, anche se spesso bisogna capire come gestirlo. Ecco, in questo momento la AEW ha un problema: capire se un solo obiettivo vale la pena avere così tante stable. Tutte heel, per giunta.

Il rischio sovrabbondanza è già qui. Ci sono diverse fazioni, tutte della stessa linea, disposte su vari livelli, ma tutte accomunate dalla capacità di arrivare in cima, prima o poi. C’è dunque da comprendere come sarà possibile farle coesistere, a meno che l’introduzione dei titoli trios non ci tolga il pensiero dalla testa. Ma da qui alla loro eventuale introduzione manca tanto di quel tempo che, per ora, i problemi rimangono.

I Blackpool Combat Club per fama, status, potenza ed esperienza sono i più accreditati. Probabilmente al loro fianco arriverà Wheeler Yuta, fresco campione Pure in ROH. Da capire se il loro voler raggiungere la cima è intesa solo per la categoria di coppia o c’è l’intenzione di mirare ad obiettivi ad ampio raggio.

Gli ex Undisputed Era sono vicini all’obiettivo, e da quelle alte parti ci rimarranno per molto tempo. A meno di un turn, ci sono anche gli Elite in gioco. Stessa cosa per i Pinnacle, anche se devono risolvere problemi interni. La Andrade Family Office per ora è impelagata nel midcarding ma è difficile pensare al messicano lontano dalle zone titolate pure nel 2022.

Poi ci sono due stable che hanno tutte le potenzialità per fare molto bene. La Jericho Appreciation Society è nata per riportare Chris verso la scena titolata. Ha gli elementi giusti per non essere del tutto indistruttibile ma anche essere più maliziosa, più cattiva di quanto non fossero gli Inner Circle. È possibile che vengano inseriti col tempo in contesti più importanti dell’ uppercarding.

La House Of Black per ora vaga in attesa del da farsi. Probabilmente sarebbero i campioni perfetti per i titoli trios, ma anche qui c’è da capire fino a che punto non vorranno prendersi un pezzo di gloria, puntando verso Adam Page o comunque il titolo mondiale AEW. Hanno tutte le potenzialità per fare bene, ma la sovrabbondanza li sta colpendo più di quanto ci si aspettassimo.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.