Per lungo tempo avevamo scordato cosa fossero i manager nel wrestling. Chi come me ha iniziato a seguire questa disciplina nel lontano 1990 ha avuto modo di familiarizzare con facce, movimenti, strategie. Si utilizzava l’espediente del “braccio e la mente”: il manager ci metteva il cervello e i wrestler il braccio, dovevano solo eseguire l’ordine. Poi col passare del tempo e con l’avvento di wrestler in grado di studiare strategie prendendo spunto dai migliori, questa figura è a poco a poco scomparsa.
Oggi la All Elite Wrestling sembra voler riportare in scena questi personaggi. Si tratta ovviamente di ex wrestler dal passato glorioso, che hanno vissuto tutte le fasi, dai successi ai fallimenti. Che sanno, per esperienza, come muoversi nel business. Per i wrestler si tratta di un modo per controllare la propria indole, per curare le proprie azioni, per essere essenziali in ogni feud. Nel gruppo vanno aggiunti anche atleti in attività che hanno fisico e muscoli utili a donare garanzia di risultati, come ad esempio Jake Hager negli Inner Circle e Wardlow al fianco di MJF.
Poi ci sono loro, le vecchie glorie. Tully Blanchard per Shawn Spears ha costruito poco, ma è indubbio che il suo percorso sia totalmente in divenire e quando questa pandemia darà tregua, conosceremo sia il suo tag partner che il prosieguo del suo stint. Arn Anderson ha saputo traghettare Cody Rhodes dalla delusione post title match con Jericho alla nuova riscoperta di se stesso nel feud con MJF- Jake Roberts sta curando l’introduzione di Lance Archer nel roster e dunque nel feud prossimo con Cody. Altri se ne aggiungeranno con molta probabilità in futuro, data l’intenzione di associare i wrestler o gruppi di wrestler ad una superstar del passato. Come se fosse un passaggio di consegne.
Poi c’è Matt Hardy. Lotterà, come è chiaro. Ma anche per lui è giunto un nuovo momento della sua carriera in cui sarebbe meglio combattere meno e pensare di più. Il fatto che l’abbiano chiamato gli Young Bucks non deve risultare strano: potrebbe diventare un naturale manager per loro, alla ricerca di quei successi titolati perduti. Non sarebbe strano assistere ad un turn heel che distrugga (cancelli?) l’Elite definitivamente e apra nuovi scenari. I due fratelli, sostenuti dal loro maestro spirituale, possono davvero aprire una nuova fase della loro carriera, che li allontani dalla festa del Superkick Party e li aiuti a variegare maggiormente la loro presenza sul ring.