Sting ha scioccato tutti facendo il suo debutto in AEW nel dicembre di tre anni fa. Da quel momento in poi, lo si è visto spesso nella programmazione settimanale della promotion di Tony Khan, principalmente nel ruolo da mentore di Darby Allin, uno dei 4 cosiddetti “pillars” della federazione. Un ritorno sul palcoscenico che nessuno si aspettava, anche per via del suo apparente ritiro forzato nel 2015, quando era in forze alla WWE, per via di un brutto colpo ricevuto in un match contro Seth Rollins. Ciò che stupisce di più però, è il fatto che, a quasi 65 anni, ha una tenuta sul ring tutto sommato ottima per la l’età che ha. Una rivitalizzazione di questa sua ultima parte di carriera dettata anche da una scelta “di cuore” che ha a che fare con il passato, come ha spiegato recentemente ai microfoni di Sport Illustrated. Di seguito un estratto dell’intervista.
“L’AEW come la WCW, non potevo rifiutare”
“Tony Khan mi contattò per chiedermi se volessi uscire di scena con stile. Mi piacque l’idea, non potevo rifiutare. Il brand AEW mi ricorda molto quello della WCW. Tony mi ha permesso di tornare e divertirmi un po’, e per questo gliene sono grato. Qui ci si diverte tanto.”
Lo Stinger ha poi citato Ric Flair, fresco di debutto a Dynamite proprio in un segmento assieme, come ulteriore nota nostalgica legata al loro passato comune in WCW:
“Quando Ric è apparso e ho sentito la sua musica d’ingresso, la cosa mi ha colpito. Mi è venuto un flashback e mi sono emozionato. Ric è colui che mi ha reso famoso, abbiamo viaggiato assieme per il mondo e gli devo molto. Ora finiremo insieme. Dopo tutti i viaggi, i match, le press slam, le chop e gli woooo, questa settimana a Dynamite ho provato con lui le stesse sensazioni che avevo avuto nella puntata finale di Nitro. Con la differenza che stavolta è stato molto più positivo.”
Come già annunciato nelle precedenti puntate di Dynamite, Sting appenderà definitivamente gli stivaletti al chiodo in quel di AEW Revolution il prossimo anno, alla soglia dei 65 anni, concludendo una carriera quarantennale che l’ha consegnato alla storia della disciplina.