Oggi torno a scrivere su Zonawrestling dopo più di un anno, il live event di Roma ha riacceso la voglia di scrivere di wrestling, anzi di scrivere in assoluto. Vuoi anche il periodo favorevole per parlarne, l’infortunio di Seth Rollins e tutto il resto.
Non appena appresa la notizia, un brillante blog d’oltreoceano, provocatoriamente, diceva come gli infortuni siano una manna per gli annoiati fan. Provocatoriamente, sia inteso.
In più quest’anno si celebrano i venticinque anni di carriera WWE di Undertaker e poi, comunque, le Survivor Series, visto che negli ultimi anni hanno perso l’appeal in favore del più fresco forma di Money in the Bank, qualche sorpresa possiamo pure attendercela (?).
Lo scorso anno fu il debutto in WWE di Sting che lasciò quasi tutti sorpresi, ma quest’anno? Solitamente questo è il periodo dell’anno in cui si può sperimentare, ricorderete lo scorso anno addirittura fu il poco atteso Dolph Ziggler a essere l’ultimo sopravvissuto. Esperimenti per saggiare le reazioni.
Ma quest’anno, credo che ci sarà poco da sperimentare. Per quanto riguarda il torneo, non faccio nomi, ma le vie sono due: il vincitore ricalcherà in tutto e per tutto la strada che avrebbe portato Seth Rollins a Wrestlemania oppure si riparte da zero con un campione face. Undertaker vincerà abbastanza facilmente, chiudendo la faida con Wyatt. Da adesso in poi sarebbe opportuno iniziare a costruire la legittimità di chi a Wrestlemania avrà un ruolo di primo piano, ma la presenza del torneo che occupa praticamente tutti è impossibile. Non ha nemmeno molto senso l’interazione di un ritorno con prospettiva Wrestlemania adesso. Forse vedremo Steve Austin per promuovere il recente videogioco, ma poco di più. La sorpresa o comunque il motivo di interesse è questa situazione, come andrà a finire il torneo per l’assegnazione del titolo è essa stessa motivo di interesse, molto maggiore rispetto ai piani originali. Ma se nel breve periodo noi fan possiamo gustarci tutto questo sfregandoci le mani, il timore va pensando ai mesi a venire.
Certo meglio fermarsi adesso a novembre che a marzo, per la road to Wrestlemania, ma ciò che poteva essere culmine di un lavoro lungo dodici mesi, adesso non può esserlo più e il tempo si restringe per costruire campione e sfidante. Quest’anno più che mai la road to Wrestlemania comincia da Survivor Series, non per le faide di secondo piano, ma proprio per una delle attrazioni principali. Se Daniel Bryan è in condizione di lottare, vale rischiarlo a novembre? No. Se sei in parola con The Rock per un match a Wrestlemania, vale rischiarlo a novembre? Ancora no. E così via Le sorprese ad orologeria che abbiamo avuto negli ultimi Special Events, continueranno sì, ma non avranno il clamore dello scorso anno, una situazione come questa va gestita con molta intelligenza, pena non solo far perdere interesse al prodotto nell'immediato, ma soprattutto compromettere una edizione di Wrestlemania che in moltissimi, me compreso, attendono con trepidazione.
(Qualche riga per scusarmi per avere saltato il podcast questa settimana, ma con il cuore in mano, dopo i fatti di Parigi non avevo proprio la forza di scherzare. Spero capirete. Potrà risultare superfluo, ma ci tenevo a scrivere queste due righe.)