La situazione dei tag team sta vivendo un periodo forse di transizione, soprattutto dallo split dei roster in avanti. In particolare oggi ci concentreremo sul lato blu della luna, e sui possibili innesti da NXT che potrebbero rimpinguare una divisione, forse, ancora abbastanza acerba. Più imbarazzante di un milionario autosequestrato, ecco a voi l’editoriale odierno!

Breve premessa. Smackdown, in senso assoluto, è uno show abbastanza godibile. Innanzitutto gode di due vantaggi enormi rispetto a RAW: la durata limitata ed il fatto diessere lo show n°2…e si sa, i numeri due sono sempre più simpatici rispetto ai numeri uno. Un altro vantaggio è la presenza di uno show collaterale come talking smack: Young e Brian sono due padroni di casa assolutamente di buon livello, ed in un contesto maggiormente “libero” come un talk show, spesso è possibile veder emergere personalità e talenti che in un contesto imbrigliato come una vignetta in ring o backstage, spesso, rischiano di non venir fuori.

La divisione femminile pecca di una certa mancanza di performer di primo taglio, nonostante l’ottimo lavoro svolto da Alexa Bliss (l’atleta femminile maggiormente migliorata del roster) e da Becky Lynch, sempre e comunque all’altezza della situazione sia in ring che fuori. Il panorama per il titolo dei pesi massimi ha avuto una rinfrescata costituita dal buon Ellsworth, ma avrebbe bisogno comunque di qualche nome nuovo come sfidante che non sia Dean Ambrose: l’alchimia con Styles c’è, ma questa faida ha già raccontato quasi tutto quello che c’era da raccontare. Un leggero alone di monotonia copre non solo la parte maggiormente elevata della card, ma anche quella posta a metà: Ziggler e Miz rivaleggiano praticamente da un mese prima dello split e stesso dicasi per Kalisto e Corbin, protagonisti di una delle faide meno interessanti e coinvolgenti dai tempi di Kenzo Suzuki vs Billy Gunn. In questo contesto, spuntano i tag team.

Un roster di più o meno dieci coppie, compresi gli Headbangers, in cui a spiccare sono solo in tre o quattro. Da chi occorrerebbe ripartire, infatti, per poter dare almeno un minimo di lustro a queste cinture neo costituite e già semi dimenticate?

Partiamo dai Campioni. Rhyno e Slater, dopo aver conquistato le cinture, hanno subito una forte riduzione di tempo televisivo messo a loro disposizione, sia in ring che fuori. L’interazione tra i due, le simpatiche vignette, la storyline di Slater alla ricerca di un contratto sono oramai un ricordo del recente passato, e questi Campioni atipici, oscillanti forse troppo verso il comedy, sembrano essere in secondo o terzo piano rispetto ad altre, maggiormente blasonate coppie.

Parlando di coppie blasonate, come poter dimenticare il nuovo duo costituito da Randy Orton e Bray Wyatt? I vincitori del mini torneo volto alla creazione di un n°1 contender sono in questo momento pushatissimi, ma l’idea di un improvviso ed inaspettato turn di Randy ai danni del suo aguzzino resta pendente su questa coppia come la proverbiale spada di Damocle. Considerato l’illogico e repentino cambiamento di Randy Orton, tutti abbiamo pensato che, alla prima occasione utile, Randy avrebbe colpito Bray dritto al cuore con una devastante RKO. Tuttavia, ormai è già un mesetto o poco meno che la Vipera incassa finisher e mosse altrui, immolandosi per il suo nuovo leader: che voglia aspettare il momento propizio non solo per colpire Bray, ma anche per costargli qualcosa di prezioso come un Titolo WWE? Lo scopriremo solo vivendo, diceva qualcuno. Una cosa è certa: questi due hanno lo starpower giusto ed una strana ma funzionale alchimia sul quadrato in grado di poter vivacchiare come tag team almeno per tre o quattro mesi. In tale ottica, vedrei una loro vittoria a TLC non solo come probabile, ma anche come auspicabile.

Randy Orton e Bray Wyatt hanno sconfitto, nella finale del torneo, proprio gli American Alpha. I predestinati scelti da NXT per dare anima, in effetti, ad una categoria tag team che sembrava costruita quasi solo per loro, stentano a decollare e di certo non per loro demeriti. Sempre fluidi ed a tratti spettacolari sul quadrato, i loro personaggi non sono stati ancora presentati al pubblico WWE. Chi sono Gable e Jordan? C’è differenza di personalità tra i due? A cosa ambiscono?  Per ora, purtroppo, essere degli ottimi worker in singlet non basta per poter andare over come dovrebbero. Ma non sono gli unici talenti sprecati di questa divisione.

Il turn heel degli Usos è stato magistrale, per esecuzione e cambio di attitudine. Gli stessi performer hanno riadattato il loro stile di lotta orientandosi più verso un wrestling di sottomissione meno spettacolare ma altrettanto efficace, abbandonando costumi e facepaint colorati abbracciando tinte più da gangster di quartiere. Nonostante questo ottimo lavoro, la loro gestione non è stata di quelle efficaci, in quanto anziché pusharli in modo convinto ed insistito si è optato per farli vivacchiare in una zona di limbo a corrente alternata tra vittorie e sconfitte. Un vero peccato, perché questi due restano un’enorme e fondamentale risorsa da utilizzare per poter dare lustro ad una divisione piuttosto bistrattata che tanto potrebbe dare allo show nel complesso.

Fossi nella WWE, farei salire subito i Revival nello show blu: pur non essendo appariscenti o scoppiettanti, hanno quella solidità tecnica, quell’aggressività e quell’impagabile psicologia da tag team vecchia scuola in grado di poter fornire non solo lustro, ma anche credibilità a tutta la divisione.

Not flips, just fists.

Danilo