Diciamo che il titolo non è il massimo, ma la tentazione era troppo forte. Capirete. Abbiamo Hiroshi Tanahashi che alla discreta età di quarantuno anni si porta a casa il G1 Climax, con la buona pace di tutti quelli (compreso il sottoscritto) che lo ritenevano fuori dai giochi e sicuramente utile per fare arredamento e nulla più.

 

In una New Japan che si apre al mondo, con un campione mondiale come Kenny Omega che significato dobbiamo dare a questa scelta? Proviamo a ragionare insieme, senza considerare se porterà a compimento la title shot fino a Wrestle Kingdom. C’è una bella storia che riguarda l’ultimo Dalai Lama che dice che sia nato a Tenzin Gyatso, al confine estremo del Tibet, perché dovesse significare che nonostante il paese fosse occupato, il Tibet si estendesse proprio fino a quel punto esatto, come fosse l’ultimo baluardo e bandiera a segnare i confini di quel meraviglioso paese.

Ora, con tutto il rispetto del caso e dell’argomento che trattiamo, mi piace pensare in questa NJPW “colonizzata”, il vecchio Tanahashi sia l’ultimo baluardo di una tradizione, che per fortuna non si andrà a perdere, ma che deve essere ricordata sempre.
Non saprei neanche spiegarvi a parole cosa ho provato nel vedere Shibata al suo fianco nella finale del G1; quella vecchia guardia che in troppi abbiamo dato per finita, ormai noi tutti estasiati da Okada vs Omega. A questo punto, perché non credere nel vecchio leone? Cosa ci impedisce di immaginarlo come primo vincitore del titolo a Wrestle Kingdom dopo essersi portato a casa il Climax? Tralasciando per una volta gli stessi discorsi che ci facciamo sempre, ovvero il marketing, i rinnovi di contratto e il valore dell’attuale campione, chiudendo gli occhi per un istante, sarebbe la coronazione di una carriera meravigliosa.

Ma le emozioni proviamo a metterle (ahimè) da una parte, cosa porta ad un potenziale Tanahashi vs Omega a WK? Innanzitutto, la voglia di stupire che la NJPW ultimamente non ha lesinato: dal main event di WK, alla New Japan Cup e per finire proprio a questo G1. Anche questo è un modo di distinguersi dagli Stati Uniti dove fin troppo spesso, senza bisogno di spoiler, riusciamo ad immaginare facilmente gli esiti degli eventi più importanti.
Questo porta il fattore “competitività” alle stelle dove chi vince da l’impressione di meritarselo, regalando una sensazione di compiutezza allo spettatore.
Inoltre, chi si è avvicinato al prodotto negli ultimi anni, lo ha fatto per nomi quali Omega, Okada e le incursioni del Bullet Club, tutti nomi che hanno dato tanto lustro alla NJPW e che adesso è giusto che, facendo un passo all’interno della “casa” della NJPW, “scoprano” quei nomi che questa compagnia l’hanno sorretta sulle spalle quando non c’era tutta questa attenzione mediatica.

C’è poi, tra i tanti, il fattore “John Cena”, ovvero quel fattore nostalgia nel pubblico del passato che si riconosce nei miti dell’adolescenza. Questo è un punto esclusivamente legato a chi la New Japan la segue da tanti anni, come John Cena in WWE in tanti fan ventenni di oggi scatena il fattore nostalgia, allo stesso modo Tanahashi ha lo stesso effetto per molti fan giapponesi cresciuti con lui.
“Stimolare la memoria ricordando alle persone com’erano sviluppa un senso di nostalgia positiva cui risultato non può che essere un sorriso ed un senso di appartenenza ad un determinato momento storico”, se siete stati bambini guardando i Pokemon in tv, molto probabilmente avrete scaricato l’app Pokemon Go sul vostro smartphone. Idem per il wrestling.
Di tutte queste ipotesi, probabilmente nessuna è vera oppure lo sono tutte allo stesso tempo, più realisticamente la realtà è una via di mezzo tra il marketing aggressivo e l’emozione. Qualsiasi sia è una mossa che dovrà trovare compiutezza nei prossimi mesi: se Omega vs Ibushi sarebbe stato un main event facile da preparare e scrivere, Omega vs Tanahashi è la via più difficile.

Ma probabilmente se stai leggendo queste righe, c’è qualcosa in questo rapporto circolare tra qualità e sfide complicate, che ti intriga ed è questo forse il nocciolo della questione, probabilmente ciò che rende la New Japan Pro Wrestling di questi anni quello che è.