Ci siamo. E’ arrivato quel periodo dell’anno. Tra panettoni, diete accantonate, cenoni e via dicendo, il wrestling mette a referto un altro anno particolare. Tutto rimane pressoché inviariato, le classifiche e considerazioni finali sono spesso le stesse. Bisogna solamente aggiornare data e capire quando fare uscire un editoriale. Probabilmente, questo che state per leggere, è già in errore.

La bella Philly, tra un mese circa, ospiterà Royal Rumble. Una di quelle cose che non cambiano mai. Se non in minima parte. Inizia l’anno solare, ma quello del wrestling, almeno quello targato WWE, giunge al rush finale. Da febbraio non si torna più indietro. E dunque via oon pronostici, congetture, speranze e hype come non mai ad ogni countdown. Quest’anno doppi, visto che finalmente saranno anche al femminile.

Dunque, dopo questa lunga premessa da uno che sta vivendo il classico ring rust applicato agli articoli, snoccioliamo la questione: quali scenari, apocalittici o meno, ha in serbo la WWE per la Road to Wrestlemania? Chi si giocherà l’ambito premio di essere nel main event per uno dei due titoli massimi, tra il serio ed il faceto?

Un nome, chiaro e lampante, emerge tra tutti: Roman Reigns. Tra gente che si mette le mani nei capelli e chi millanta scioperi della fame, i piani, secondo “ventordici” siti di settore, sono ancora quelli. Inutile sperare in altro, almeno credo. Sarà Lesnar vs Roman, a meno di cataclismi. Anche se probabilmente la Rumble non ne subirà le conseguenze.

Difatti, come l’anno scorso, la probabilità che sia una Superstar di Smackdown Live a vincere sono elevatissime. Un nome su tutti, il mio favorito numero uno (e preferito ndr): Shinsuke Nakamura.

Se c’è una cosa che ho capito della WWE, ormai, è che non sprecheranno il rematch tra AJ Styles ed il nipponico in altri PPV. Non possono farsi del male a tal punto, non con HHH dietro la scrivania. Inoltre c’è un ragionamento molto semplice dietro: la “protezione” avuta da Shinsuke negli ultimi mesi. Il suo essere passato quasi in sordina, con una rivalità che lo ha visto più come comparsa che come attore principale. E quale momento migliore se non il main event di ‘Mania per vincere, per la prima volta, il titolo?

Se l’occhio rimane a Smackdown, nel lido felice gestito da Shane O’Mac e Daniel Bryan, noto subito alcuni outsider. Su tutti Bobby Roode, Dolph Ziggler (quest’ultimo con speranze quasi zero) e Sami Zayn.

Chi per un motivo chi per un altro (anche se obiettivamente per Dolph la questione è una forzatura), rimaniamo comunque sui due non ancora “campioni del mondo“, almeno in WWE. Roode tira molto, è un worker affermato, con un personaggio strano ma che rischia, se non valorizzato subito, di stancare nel lungo periodo. Per questo sarebbe fondamentale capitalizzare ora, tra lo stupore generale (non è tra i favoriti, sulla carta).

Questione molto diversa per Sami: il turn heel al fianco di Kevin Owens ha giovato sicuramente alla sua carriera, dando un’aria di novità in un personaggio stantio e ripetitivo. In questo momento sono lui e KO il main event di Smackdown, dunque una sua vittoria non è assolutamente da escludere. Anche se, come già detto, il simbolico nichelino è già puntato sul Sol Levante amante delle onde.

Tanti nomi, tirati non su due piedi ma quasi, escludendo i sempreverdi John Cena, Randy Orton e chi per loro, che difficilmente potranno giocarsi la vittoria (nonostante rumor killer dell’ultima settimana con 17esimo a ‘Mania, brr).

SMa qual’é la situazione sponda Raw? Nessuna, o quasi. Fatico e non poco a trovare un nome papabile per la vittoria della Rissa Reale. Escluso Dean Ambrose e questa “sfigatissima” reunion dello Shield, Seth Rollins e Roman Reigns sono da escludere a priori. Oltre alle sensazioni, oltre l’infortunio di Dean che potrebbe o meno cambiare tutti i piani. Il perché è presto detto: se c’è la chance di avere lo Shield nel mid-card a ‘Mania oppure di coronare Roman (di nuovo) con i suoi amici all’angolo, sicuramente la WWE la coglierà. Lasciando stare la Royal Rumble, perché il Big Dog non né ha chiaramente bisogno.

Idem per Samoa Joe, Braun Strowman (con l’1%, visto che potrebbe perdere il Triple Threat ed entrare nel match) e via dicendo. Hanno tutti avuto una chance, hanno il potere per averne altre. Cosa resta, dunque, allo show rosso? Tolto un romantico quanto poetico quanto impossibile The Miz, la coperta è assai corta. Dunque le percentuali si riducono drasticamente e, per il secondo anno di fila, la Rumble prenderà la via di Smackdown (la vince Rusev).

Appurate le possibilità di vittoria, chi o cosa dobbiamo aspettarci nel marasma generale di ingressi random? Riusciremo mai ad avere una Rumble equilibrata tra debutti, ritorni e ritmo alto? Difficile, impossibile. Ma segnatevi questi nomi: Kenny Omega e Chris Jericho.

La rivalità di punta, in coabitazione con Okada-Naito, di WrestleKingdom 12. Dalla sorpresa enorme di vedere un Y2J in NJPW alle congetture pure su un loro match futuro. Non a ‘Mania, Jericho ha il suo tour. Ma credo che se davvero Kenny si è deciso a cambiare la sua carriera, il salto nel vuoto vada fatto ora, dopo l’epocale match del Tokyo Dome.

Numero 1 e numero 2, numero 3 o simili, poco conta. Fatto sta che, anche se non come l’anno scorso, i rumor ci sono e più sono flebili più sono veritieri. Salvo eccezioni. Per esperienza. Perché la WWE si muove così, ormai è appurato.

Volando tra il serio ed il faceto, da NXT mi aspetto 1-2 nomi, non di più. Non camei alla Tye Dillinger ma bensì veri e propri debutti. Un nome su tutti, Aleister Black. Colui che non necessita assolutamente di un titolo a NXT prima di debuttare. Colui che sembra pronto, che probabilmente lo è, che probabilmente dall’oscurità farà capolino al Wells Fargo Center.

Probabilmente sarebbe potuto toccare a Galloway, ma credo che il suo infortunio abbia impennato le chance di un altro nome che di NXT ha giusto la dicitura. Pete Dunne. La bomba. Difficile, impossibile? Secondo me il WWE UK Championship sarà a ‘Mania quest’anno. E non ho sbagliato, non mi volevo riferire al champion scrivendo, erroneamente, championship. Intendevo proprio un match con in palio la cintura stilisticamente più bella della WWE.

Ditemi quello che volete: sarà prematuro, sarò esageratamente fan del diretto interessato, ma quel poco che ha fatto vedere in WWE (sommato al tanto che ha fatto vedere in giro per il mondo) mi ha convinto. Ma qua stiamo sorpassando la linea. Stiamo andando nel poco serio. Perché, l’ultima parte in scaletta, riguarda i ritorni.

Escludo (per favore) ritorni inutili o deleteri. Il DDP di turno, per capirci. Comprendo, invece, il ritorno funzionale. Che parola brutta. O ritorni folgoranti, inattesi, o ritorni di fiamma importanti. Mi viene in mente un Batista, che proprio ultimamente si è reso disponibile a tornare full-time anche nei Live Event (scarseggeranno i film?).

Ma basta deliri, meglio chiuderla qui. Anche perché questo editoriale lo sto registrando il giorno di Natale, dopo l’ennesima portata ed alla fine della tombola. Che i fumi dell’alcool mi accompagnino verso la lungo degenza sul divano, tra l’inutilità di questo blog e sperando che qualcuno di voi abbia voglia di commentarlo. Buone feste a tutti e buon wrestling!