Ormai è noto a tutti, CM Punk ha fatto il suo ritorno in WWE a Survivor Series 2023 nella Allstate Arena della sua amata Chicago.
La città natale di Phil Brooks è stata senza ombra di dubbio una delle principali cause che ha portato a tale ritorno giunto ben oltre nove anni dopo il famoso (e discusso) addio.
I rapporti tra l’atleta e la WWE non sono più stati dei migliori dopo quel gennaio 2014, cattiverie e parole al veleno nei confronti non solo del marchio, ma anche dell’intera disciplina, portando Phil persona e personaggio in una posizione controversa.
Poi la “pace” nei confronti del professional wrestling dopo due sonori KO nelle arti marziali miste, una quiete chiamata All Elite Wrestling, che poi i libri di storia ci mostreranno la capacità di tramutare una (presunta) quiete in caos totale.
Ambiente non del tutto adatto ad un “carattere forte” come il suo e, vuoi per sue colpe, vuoi per colpe d’altri, dopo due anni e due titoli mondiali raccolti, è arrivato il licenziamento.
Alla fine a riprenderselo è stata proprio la World Wrestling Entertainment con il gruppo TKO, la benevolenza della fusione con UFC, ma soprattutto quel Triple H con cui pare essersi instaurata una pace quasi piacevole da vedere.
Una sola federazione al di fuori della WWE è riuscita a ritagliarsi una possibilità con un offerta alta e concreta, talmente concreta da far riflettere l’atleta fino a poco prima dell’affondo della “Grande E”,ed è stata proprio la TNA.
Secondo il PWInsider, Punk avrebbe dovuto prendere parte al video package in cui è stato pubblicizzato il ritorno al vecchio marchio nel finale di Bound For Glory ad ottobre e ripartire da lui nel nuovo anno. Un piano decisamente più solido rispetto alle questioni futuribili su Will Ospreay.
E ora? Beh, ora Punk trasferisce i suoi fedeli da Jacksonville a Stamford, evitando ancora una volta il passaggio per Nashville.
Si, perché Brooks è già stato parte della storia TNA durante gli Asylum Years sotto l’ala protettiva del suo mentore assoluto, Raven (non un caso).
Anni importanti per le radici della federazione (ora canadese) che gli propose un contratto di tutto rispetto, esclusivo, unico per quei tempi, salvo però la volontà del wrestler di voler continuare a lavorare anche in ROH. Elemento che il grande ego di Jeff Jarrett non poteva accettare e il tutto si chiuse con un litigio (strano vero?) e uno sfogo capace di creare il brutto e ingiusto coro “F*** TNA”.
Si, Punk fu la causa primordiale di quel fastidioso coro e no, non lo sto scrivendo perché questa rubrica cura gli aspetti storici del brand, bensì perché è ingiusto pubblicizzare negativamente una federazione che sta semplicemente facendo il suo lavoro nel rispetto del business e nella coerenza più totale di esso (tra tanti torti, una ragione JJ l’aveva).
Immaginate un mondo in cui un qualsiasi atleta inneggia all’odio verso una determinata federazione per una semplice richiesta esclusiva del suo contratto.
Non il massimo, specie se poi il buon Punk, come volle il caso, ricadrà in tali errori un decennio più tardi nei confronti della WWE (2014 ndr).
Ognuno ha le sue idee in merito alla persona, altre sull’atleta, sono due fattori diversi. Inutile negare il talento lottato e parlato, molto più comprensibile criticare l’incoerenza dettata da un “I’m Home”, ma approfondire tale scenario porterebbe il succo della questione altrove (che potete comunque approfondire nell’episodio 344 del podcast Pro Wrestling Culture).
Qui sotto vi sarà possibile reperire il suo debutto nella compagnia datato NWA-TNA PPV numero 13.
Qui invece una serie di collage riguardanti i suoi match più controversi nella federazione.
Non un pacchetto di primaria importanza, ma sicuramente utile a mostrare i primi importanti passi di una carriera divenuta, nel bene o nel male, leggendaria.
Delle volte si misura la credibilità di alcune realtà in base ai soldi, anzi, questo nel business è l’aspetto primario. Non è un caso aver visto IMPACT come la sola tra le major insieme a WWE e AEW attive in piena pandemia e lockdown (non il PPV) mondiale.
Non è un caso vederli offrire un contratto a Ospreay, non è assolutamente un caso vederli avvicinarsi seriamente a Punk e non è un caso vedere quest’ultimo pensarci, perché in fin dei conti lui è su quel ring “non per farsi amici, ma per fare soldi”.
Basta cori stupidi, preparate cori passionali in vista del ritorno della TNA!
Qualora vogliate restare connessi con il sottoscritto, potete recuperare il podcast Pro Wrestling Culture disponibile ogni lunedì in LIVE sui canali Twitch/YouTube di Open Wrestling TV e in differita su tutte le piattaforme podcast come da riquadro Spotify sottostante.