Qualcuno aveva le sue chiavi di casa. “Perché mai?” si chiese. La tranquillità nella vita fuori dal quadrato era una delle sue più grandi qualità e quando vide i due individui palesarsi dentro la sua sala, disse semplicemente: “Come va?”. I due risposerò cortesemente, e ironicamente, per poi girarsi e chiudere a chiave la porta. In quel momento la tranquillità dovette necessariamente svanire, si alzò e cominciò ciò che lui stesso ha poi chiamato un Real Life Handicap Match.
Il suo nome è William Welch. Il 25 agosto del 2002 ha 24 anni ed arriva da una carriera nel Wrestling indipendente degna di nota e con un asterisco accanto al suo nome anche nelle agende di alcuni dei Promoter più importanti degli Stati Uniti e d’Europa. Si allena a Los Angeles e all’età di 19 anni debutta sul Ring per la Slammers Wrestling Federation. E’ un lottatore completo, dalla potenza alla tecnica, dalle abilità al microfono all’Hardcore.
Sbarca nel 1999 nella Extreme Pro Wrestling, compagnia che da qualche mese sta muovendo i suoi primi passi nella giungla del Wrestling indipendente, che di li a poco diventerà ancora più importante e competitivo. Qui affronta il suo primo nome di rilievo, Nicole Bass, ex WWE che lo mette al tappeto, facendo fuori con lui anche la sua prima Gimmick: The Blunatic.
Il suo destino però cambia quando Rob Black, Promoter e proprietario della XPW, studia per lui un nuovo personaggio: quello del Messiah. Il novello Gesù Cristo a tinte chiaro scure debutta nel dicembre del 1999 e dal primo momento fa breccia nel cuore di chi sta assistendo allo Show. Un Heel capace, a portare avanti il suo personaggio e a combattere, un lottatore che nel momento in cui la XPW invade Heatwave 2000, in terra estrema di Paul Heyman, è uno dei protagonisti.
Tutta questo porterà a sancire un importante Match di coppia nei mesi a venire. The Messiah, insieme al suo Promoter e mentore Rob Balck, dovranno affrontare Sabu e Josh Lazie. The Messiah è perfetto. Ha già lavorato con Sabu e con lui, oltre che con New Jack, ha già messo in mostra le sue doti Hardcore, senza dimenticare che, in altri Match, uno su tutti contro Chris Candido, ha dimostrato anche un’ottima tecnica e una versatilità egregia.
Sabu lascerà per sempre la XPW, perché questa era la stipulazione in caso di sconfitta, ma lui e Lazie non persero contro Rob Black e The Messiah, bensì contro Rob Black e Johnny Webb, The White Trash. L’assenza di The Messiah fu spiegata con un video prima dello Show, nel quale il “sant’uomo” spiegava di dover tornare in paradiso e di dover lasciare la XPW e forse il Wrestling.
I fan della XPW, e quelli Hardcore in generale, furono sconcertati e soltanto quando il vero motivo venne a galla, lo sconcerto diventò consapevolezza di non vedere mai più The Messiah in un Ring della XPW, della quale diceva: “I’m a XPW BORN XPW DEAD”. William Welch era andato a letto con Lizzy Borden, moglie del padre padrone della compagnia Rob Black.
Nonostante alcune iniziali smentite, alla fine Welch dovette ammettere di aver avuto una storia con Lizzy, strappando ogni speranza dal cuore dei propri fan. Avevano perso la loro bandiera, una bandiera che in quel momento era anche un Double Champion, King of the Deathmatch e Heavyweight Champion.
Nel 2002 The Messiah torna nella Xtreme Pro Wrestling, ma soltanto come spettatore. Lo Show vedrà nel Main Event Shane Douglas affrontare The White Trash ma la vera attrazione dello spettacolo diventa The Messiah, protagonista dal momento nel quale la voce della sua presenza si sparge fra i fan. In realtà non succede niente fuori dal normale, ma l’attenzione attirata dall’ormai suo acerrimo nemico, fa scorrere a la rabbia nelle vene di Rob Black.
Potrebbe essere finito tutto qui, perché in futuro The Messiah tornerà al Wrestling, tornerà all’Hardcore e alle cinture, per esempio nella Combat Zone Wrestling, ma successe qualcosa di molto strano. Un qualcosa che ancora oggi desta sospetto e che, a dire del protagonista, ha parecchi lati oscuri.
Quel 25 agosto del 2002 William sta tranquillamente in casa sua, a Santa Clara, California, quando due individui di circa 1.90, afroamericani e per lo meno di 100 kg ognuno, lo chiudono dentro la sua stessa casa e lo aggrediscono. William lotta disperatamente e seppur ha sempre affermato di non essere sicuro di voler essere ucciso, ciò che successe avrebbe potuto farlo. Viene colpito a mani nude, con una sedia e con altre suppellettili di casa sua. Gli viene tranciato un pollice e, dulcis in fundo, cercano di evirarlo. William, anzi direi The Messiah, era però pur sempre un Professional Wrestler e riuscì disperatamente a difendersi e a liberarsi dei suoi aguzzini mettendoli in fuga. Finì all’ospedale con gravi ferite, ma fortunatamente, niente metterà a rischio una vita normale, se non la mancanza di un dito opponibile per il resto dei suoi giorni.
30 giorni più tardi William Welch tornerà sul Ring della Combat Zone Wrestling, vincerà due cinture contemporaneamente e entrerà nella Hall of Fame della compagnia. La sua carriera, fortunatamente, è andata avanti ma continua a chiedersi, a se stesso e a tutti, perché non si sia fatto qualcosa di più. Perché quegli individui avevano le chiavi della sua casa? Probabilmente perché qualcuno che era stato vicino a lui anche le aveva? Perché cercarono di evirarlo? Non è questo un chiaro segnale della punizione che gli si voleva dare?
Insomma, tutto sembra indicare Rob Black, seppur William non lo abbia mai chiaramente affermato e seppur, lo stesso Black, abbia sempre negato le insinuazioni dei giornali e di America’s Most Wanted, Show nel quale William Welch fu intervistato.
I due individui che attaccarono Welch non furono mai presi, ma francamente la cosa è normale. E’ normale perché The Messiah era un personaggio cosi bello perché egregiamente portato avanti. Will ha prima vinto il suo Real Life Handicap Match, perché ha uno spirito divino, e poi, come nel più classico dei racconti biblici, li ha perdonati, prendendosi il suo senza chiedere niente agli altri, nemmeno a quelli che qualcosa gliel’avevano tolto per sempre.