Erano tempi lontani quelli che raccontano questa storia.

Tempi nei quali i contratti dei lottatori non erano esclusivi come oggi, e quando lo erano, non finivano con una clausula di non competizione. A quel tempo, le compagnie cambiavano la mente che prendeva le decisioni spesso e tutto poteva cambiare da un momento all'altro. Era il 1990, la World Championship Wrestling era una compagnia che piano piano, si allontanava dalle effige della National Wrestling Alliance, e anche se non si staccava del tutto, si proponeva come unica concorrente alla dominatrice del business: la WWF.

La faida principale all'epoca era, come spesso succede, quella che vedeva coinvolti il campione del mondo ed il suo sfidante. Sting infatti, era stato espulso da poco, e dopo pochi mesi di appartenenza, dai Four Horsemen, storica stable che ha scritto pagine magiche negli annali del professional wrestling e adesso aveva appena vinto il titolo massimo contro Ric Flair. Adesso, si trovava davanti nuove sfide e la dirigenza della compagnia era impegnata a studiare qualcosa di speciale che potesse portare avanti il suo regno accattivando tutta l'America ed i suoi appassionati.

L'Head Booker nel 1990, anno nel quale tutto successe, era Ole Anderson, membro dei Four Horsemen insieme a Ric Flair, Barry Windham e Sid Vicious. Ole penso ad una storyline che portasse il mistero nella compagnia, lo stesso mistero che in quei giorni era arrivato nella WWF sotto forma dell'Undertaker, con un lottatore nel quale la WCW non aveva creduto. Uno sfidante che arrivasse dal passato di Sting per strappargli la cintura e l'onore. Si optò per il character del Black Scorpion.

Il lottatore mascherato apparve durante un match nel quale Sting affrontava Ric Flair e Sid Vicious. Il proseguo della faida portò quindi al tanto agognato match, alla fine del quale Sting vinse per poi essere attaccato dai suoi ex compagni dei Four Horsemen. Gli Steiner Brothers però, Rick e Scott, corsero sul ring per aiutare lo scorpione, quello vero, e tolsero la maschera al Back Scorpion: Ric Flair.

Nonostante i tanti tentativi di fare qualcosa di alternativo, Ole Anderson si trovò a scegliere ancora una volta il suo compagno di stable. Dietro tutto questo però, c'è una storia molto più complicata.

In quel 1990 infatti, Ole Anderson contattò David Sheldon, meglio conosciuto nel mondo del wrestling come Angel of Death, per impersonare il Black Scorpion, spiegando che la storyline avrebbe visto lui attaccare Sting non solo per la cintura di campione del mondo, ma anche per regolare dei conti vecchi di anni. Anni nei quali i due, debuttarono come Powerteam USA, un gruppo di lottatori che avevano la caratteristica di essere stati allenati da Red Bastien e Rick Bassman, fra i quali oltre ai due già nominati, c'era Jim Hellwig, che diventerà poi famoso come Ultimate Warrior.

Jim Hellwig e Steve Borden, ovvero Sting, diventarono i Blade Runner e poi esplosero in una carriera stellare, mentre invece Sheldon rimase a combattere a livello territoriale toccando di rado i veri ring della NWA. Proprio per questo a quel punto della sua carriera, ci furono dei problemi, Sheldon era appena uscito dalla compagnia territoriale e non poteva firmare per qualche motivo il suo contratto con la World Championship Wrestling.

"Non c'è problema" pensò Ole Anderson, vestiamo qualcuno da Black Scorpion e lo mandiamo sul ring, prima con qualche run in, poi nel match, perde e tutto finisce li. Il problema però, è che il Black Scorpion aveva fatto parlare moltissimo di se. La WCW senza volerlo, aveva creato qualcosa di grosso e adesso doveva difendersi dalla possibile delusione dei fan.

Si decise per Al Perez, un lottatore che dopo la sua gavetta era stato nella WWF ma non aveva avuto il successo sperato. Vinse solo qualche bel match negli house show ma non apparve mai in tv. Perez cominciò quindi ad impersonare il Black Scorpion, ma come già detto, l'imminente delusione del pubblico della WCW preoccupava non poco Ole Anderson e metteva in discussione  il suo posto da Head Booker nella compagnia. A quel punto, c'era solo una persona che non avrebbe deluso nessuno nel momento in cui la maschera sarebbe stata tolta: Ric Flair.

Ole parlò con il suo amico insieme alla dirigenza della compagnia. Ric Flair non vide per niente di buon grado quella storyline, ma accettò in cambio di un altro titolo del mondo, tra l'altro quel titolo del mondo che qualche tempo dopo si sarebbe portato nella World Wrestling Federation. Ole Anderson e la compagnia accettarono e Ric Flair si mise la maschera del Black Scorpion.

Nel Dicembre del 1990, a Starrcade, il match ebbe luogo e quando Sting vinse, la maschera fu strappata. Ric Flair si rivelò, e nonostante tutti si aspettassero una sorpresa alternativa, non ci fu la delusione che ci sarebbe stata se sotto quella maschera ci fosse stato uno sconosciuto, oppure se nessuno avesse cercato nemmeno di toglierla. Ole Anderson si salvò in corner in quella storyline, ma non salvò il suo posto di Head Booker che da li a poco venne preso da Dusty Rhodes, mentre lui, insieme a Jim Ross, rimasero soltanto come consiglieri.

Pochi mesi dopo invece, Ric Flair ebbe la sua parte dell'accordo e vinse la cintura a East Rutherford, New Jersey, durante una house show della compagnia di Atlanta.

E' questa una delle tante storie nascoste nei backstage di tutta America e nelle menti di molti, moltissimi protagonisti. Basta prendere un booker, due lottatori, una storyline costruita senza avere davvero tutti gli elementi sotto mano e si rischia credibilità, si rischiano soldi e si rischia la stima di chi lavora per te. La WCW fu abbastanza maestra in questo e sempre, per tante cose belle che fece, altre furono molto discutibili. Fortunatamente, tutto andò per il meglio, e di li a qualche anno, tutti noi abbiamo potuto vivere quella magnifica Monday Night War che tenne attaccati ai teleschermi, qualcuno da una parte e qualcuno dall'altra, milioni di telespettatori.