La regina oscura di NXT, Shayna Baszler, ha dimostrato e sta dimostrando di essere un’atleta di prim’ordine, oltre ad essere una Campionessa capace di ridare al Titolo Femminile buona parte del lustro parzialmente perso durante il regno meh di Ember Moon. Ma cosa potrebbe riservare il futuro per questa eccezionale performer?
Partiamo con una doverosa premessa: si parla comunque di una donna di 38 anni. Spesso, quando ad NXT o più in generale in WWE siamo esposti a nuovi talenti, vi è un’errata convinzione circa la loro età anagrafica, in virtù di un’associazione di idee forse fin troppo logica. Eppure Shayna è ciò che potremmo definire un performer esperto, o addirittura una pioniera.
Shayna comincia la sua carriera nelle arti marziali miste nel lontano 2006, arrivando tuttavia ad ottenere un’esposizione mediatica di carattere Nazionale solo nel 2012, quando approda nella Invicta, una federazione di MMA esclusivamente femminile. Nel 2013 partecipa alla 18esima edizione del Reality Show “The Ultimate Fighter” (arrivato quest’anno alla 27esima edizione), entrando a far parte del team Rousey: da qui, il legame con la Rowdy One, Jessamyn Duke (anch’essa contendente in TUF ed attualmente sotto contratto con la WWE) e Marina Shafir (moglie di Roderick Strong) diviene fortissimo, al punto di arrivare a vivere ed allenarsi sotto lo stesso tetto. La sua carriera, tuttavia, subisce una battuta d’arresto piuttosto violenta nella UFC dove perde due incontri consecutivi contro due brasiliane, Bethe Correia ed Amanda Nunes (attuale Campionessa dei pesi Gallo, cintura che fu di Ronda, ed atleta responsabile del ritiro di quest’ultima dalle MMA).
Contestualizziamo il periodo storico in cui Shayna ha lottato nelle MMA. In molti sottovalutano la vera RIVOLUZIONE attuata da Ronda Rousey. Certo, Gina Carano (per il suo aspetto oltre che per le sue capacità) aveva spianato almeno parzialmente una piccola strada sterrata, ma Ronda è stata capace di passare con un trattore abbattendo alberi, muri e Trulli: è stata capace di far approdare le donne nel main event di PPV senza un “supporto” particolarmente forte, di far alzare gli stipendi al livello maschile, di creare un interesse mediatico mai avuto prima non solo verso le MMA Femminili, ma in generale. Ronda è stata Main Stream come nessuno prima di lei. Buona parte della carriera della Regina di Spade si è svolta in un contesto decisamente differente.
Ribalta regionale o nazionale ma solo per una frangia molto di nicchia della popolazione, stipendi bassi, mancanza di una vera e propria cultura identitaria riguardante le MMA: in questo difficile contesto, la passione è l’unica spinta motivazionale che può portare una ragazza ad essere una lottatrice professionista. La stessa passione che l’ha portata, a 35 anni suonati, verso una nuova carriera in un business difficile quanto quello delle MMA, ossia il wrestling professionistico.
Certo, dalla sua aveva la notorietà acquisita nelle MMA (grazie anche al legame con Ronda, perché negarlo?), anni di esposizione nerdissima a qualsiasi tipologia di show legato al pro wrestling (uno dei motivi principali del legame con Ronda, in quanto entrambe erano appassionate del nostro sport intrattenimento preferito sin dalla tenerissima età) ed un rudimentale allenamento ricevuto da Josh Barnett, uno dei primissimi Statunitensi ad aver avuto grandissimo successo sia in UFC (Campione del Mondo dei Pesi Massimi, scusate se è poco) che nel pro wrestling (prevalentemente in Giappone), ma la sua scesa è stata qualcosa di repentino, rapidissimo ed assolutamente meritato.
Il suo stile di lotta in ring è squisitamente credibile, in quanto per i lottatori di MMA lanciarsi nel pro wrestling é “un’arte a togliere”, quasi come la scultura, mentre per i wrestler che si lanciano nelle MMA si potrebbe decisamente parlare di “arte a mettere”. Pensiamoci bene: il wrestling è, semplificato al massimo, menarsi per finta. Anzi, menarsi per finta facendo credere nella maniera maggiormente efficace e credibile che ci si stia menando per davvero. Dunque perché dovrebbe essere difficile per performer che si menano per professione “togliere” il lato finale di una mossa offensiva, prendendosi cura della propria controparte anziché ferirla o tramortirla?
Ecco perché Shayna e Ronda sono cosi´efficaci: perché la loro fisicitá sul quadrato è assolutamente credibile. Perché per loro non è affatto difficile o complesso risultare verosimili con la loro offensiva, non solo per quanto riguarda lo striking (pensiamo ai pugni penosi di Shane ad esempio) ma anche le proiezioni e, soprattutto, al gioco a terra. In piú, aggiungiamo che il personaggio della “Queen of Spades” è qualcosa che Shayna ha concepito, provato e sviluppato lungo tutta la sua carriera nelle arti marziali miste, dunque non dobbiamo stupirci nel constatare come sia capace di interpretarlo con grande sicurezza.
La sua presenza violenta, il suo look oscuro, l’arroganza del suo sguardo, delle sue parole e del suo stile di lotta sono elementi che la rendono unica e riconoscibile. Alla luce della sua non verdissima etá anagrafica, mi stupirei molto se restasse ad NXT sino a dopo Summerslam: la WWE sta coltivando l’idea di contrapporre le due fazioni di 4 Horsewomen (MMA e PW) gia´da molto tempo (Jessamyn è stata messa sotto contratto essenzialmente per quello), dunque non mi stupirei affatto se Shayna dovesse perdere il Titolo in pochi mesi, per approdare nel main roster.
Secondo voi la QoS resterà ad NXT ancora per molto tempo?