7 ottobre 2002. Monday Night Raw è in corso. E’ un ‘edizione speciale: Raw Roulette. Milioni di telespettatori sono sintonizzati su Spike TV per l’appuntamento imperdibile del lunedì sera con la World Wrestling Entertainment. Summerslam è passato da poco più di un mese è le Survivor Series ne distano quasi due. La compagnia è in quel periodo dell’anno nel quale i fan non sono stuzzicati tanto dal prodotto e soprattutto sono attirati dalle sirene del Monday Night Football, che nella fattispecie vede giocarsi una delle rivalità più accese dell’NFL, quella fra Chicago Bears e Green Bay Packers. Un contesto, insomma, che quasi sempre spingeva e spinge ancora oggi, la WWE a cercare di tirare fuori idee e Storyline capaci di mantenere seduto davanti alla TV il pubblico, e in quel 2002, in quell’ottobre, toccò ad una delle Storyline più insensate e orribili, oltreché di un cattivo gusto esagerato, andare in scena.
Tra un Match e l’altro sanciti dalla ruota magica, si arriva al Main Event, un incontro nel quale sarebbero state difese le cinture di campione del mondo di coppia in un Fatal Four Way Tables, Ladders & Chairs Match. I campioni di coppia sono Kane e The Hurricane. Il secondo però, non potrà prendere parte all’incontro, perché impossibilitato dai medici, che non gli danno l’ok dopo averlo visitato in seguito ad un attacco subito da Ric Flair e Triple H. Kane quindi prenderà parte alla contesa da solo ma nonostante questo la vincerà. Sconfiggerà i Dudley Boys, sconfiggerà Jeff Hardy e Rob Van Dam, e sconfiggerà Chris Jericho e Christian. Ma il bello, sta per arrivare.
A fine Show infatti, Triple H si presenta sullo Stage insieme a Ric Flair. The Game, armato di microfono, porta avanti la Storyline rivelando di avere un segreto sulla vita di Kane. Gli stessi Jerry Lawler e Jim Ross al commento appaiono stupiti e non capiscono dove il campione del mondo voglia arrivare. Kane non sembra reagire, né in un senso né nell’altro, e cosi Triple H spara la bomba: chiede a Kane se il nome Katie Vick le dica qualcosa. Gli chiede, subito dopo, se gli suona in testa qualcosa quando viene chiamato assassino.
Sette giorni dopo a Raw, il 14 ottobre, mentre i Seattle Seahawks ospitano i San Francisco 49ers, Kane sale sul Ring per dare la sua versione dei fatti. Era giovane, uno studente, e Katie Vick anche. Avevano bevuto un po’ troppo e la loro macchina, con lui alla guida, finì in un fosso. Lui si ferì non gravemente, ma lei morì. Non solo, nel Main Event, dopo aver ricevuto i tentativi di cura da parte di Terri, Kane si farà vivo nel Main Event, Lumberjack Match che era appena finito e nel quale HHH aveva sconfitto RVD.
La settimana dopo, il 21 ottobre, la compagnia continua a portare a casa brutte figure, probabilmente quest’oggi la più grande, mentre circa 10 milioni di televisioni americane sono sintonizzate su Indianapolis Colts – Pittsburgh Steelers. Triple H è sempre insieme al suo fidato amico Ric Flair e si appresta a mostrare a tutti coloro presenti all’Arena e a tutti quelli che sono a casa, un video con protagonista proprio il suo nemico del momento: Kane. Il video, senza nessuna remora il più deprecabile della storia della World Wrestling Federation/Entertainment, ritrae Kane al funerale di Katie Vick, che dopo essersi avvicinato alla sua bara, comincia a fare sesso col cadavere.
In realtà sotto la maschera c’è chiaramente Triple H, e dentro quella bara c’è chiaramente un manichino, ma l’oscena brutalità della vignetta, per lo meno in ciò che rappresentava, fece salire lo schifo, e probabilmente il vomito, a tutti coloro che stavano guardando quello Show, necrofili a parte probabilmente. Tutto fu sbagliato, per come era stato messo in scena e per come era stato pensato. Tutto, e il contentino del Match di coppia vinto nel Main Event, dove insieme a Rob Van Dam, Kane sconfigge Triple H e Ric Flair, non addolcì la pillola.
La settimana successiva, il 28 ottobre, con New York Giants e Philadelphia Eagles che catturano quasi 11 milioni di telespettatori, Triple H, Vince McMahon e la WWE intera non ne hanno abbastanza. The Game sale sul Ring, stavolta non accompagnato soltanto da Ric Flair, ma anche da una bara. Dalla stessa tira fuori.. proprio così. Tira fuori Katie Vick. Prende quel corpo artificiale e lo presenta in diretta nazionale mentre il pubblico all’Arena sembra averne abbastanza.
Come se non bastasse, però, le fantastiche idee del Booking Team della compagnia non sono finite. The Game viene interrotto da Hurricane, che dallo Stage attira l’attenzione del campione del mondo verso il Titan Throne. Qua vediamo ciò che passerà alla storia come “The Enema Film”. Siamo in una stanza d’ospedale, nella quale un’infermiere passa a qualcuno dietro un lenzuolo sollevato, presumibilmente Kane, un clistere. Avete capito benissimo: un clistere. Il misterioso individuo si appresta a fare il clistere a un altro uomo, stavolta coricato con la faccia verso la telecamera e un cartonato della faccia di HHH attaccato in fronte. I cartonati cambieranno e le espressioni su di esso anche, nel corso del segmento, ma la qualità resterà infima.
Nel Main Event della nottata, un Casket Match (e che cosa se no?), Kane sconfigge Triple H grazie all’intervento di Shawn Michaels, che attacca HHH con la Sweet Chin Music cominciando quella faida che lo porterà a vincere il titolo del mondo alle Survivor Series dentro l’Elimination Chamber. Una gabbia.
Ed è proprio una gabbia quella nella quale avrebbero dovuto rinchiudere tutti gli ideatori di questa deprecabile e a tratti sconvolgente Storyline. Da chi l’ha pensata, a chi l’ha scritta a chi l’ha portata fino a Vince McMahon, e naturalmente, quest’ultimo, avrebbe dovuto essere anche rinchiuso. Fu non solo una pessima idea come tante, fu LA pessima idea, della quale in tantissimi parlano ancora oggi e che è considerata globalmente come la peggiore buffonata che la federazione di Stamford abbia mai messo in piedi. Tutto per, ribadisco, cercare di combattere con uno sport che non può avere rivali negli Stati Uniti, con un pubblico che non può essere preso per deficiente e con un’epoca che, come il nuovo prodotto ormai raccontava, non era più pronto a questi pessimi rigurgiti dell’Era Attitude, questa storia di una bambola portata in scena da una manica di pupazzi.