La faida tra Zayn ed Owens, probabilmente, non avrà mai fine. Due performer legati a triplo filo dalla propria provenienza geografica, dalla profonda amicizia che li lega e dalla rivalità che li accompagna sin dai tempi della Ring of Honor. Più sbarazzino di un pallonetto mimato e di una vangata eseguita, ecco a voi l’editoriale odierno!

Una cosa mi sento di poterla dire come preludio, in modo abbastanza certo. Kevin Owens e Sami Zayn, così come altri rivali, verranno sicuramente divisi una volta avvenuta la brand split, presumibilmente con KO in quel di Raw e Zayn in quel di Smackdown: in questi termini, e considerato il fatto che almeno all’inizio la divisione dei roster dovrebbe essere presa piuttosto sul serio, a Battleground vedremo sicuramente il capitolo conclusivo almeno di questa importante fase della faida. Faida che è stata costruita a tratti in modo magistrale.

Il promo in cui i due si sono accusati a vicenda, e soprattutto la logica di Owens che accusa Zayn di non essere stato un buon amico “solo” perché il suo successo è arrivato a sue spese sono stati due dettagli davvero raffinati. In questi termini, la psicologia che in generale KO è in grado di usare in ogni piccola espressione facciale ed ogni gesto, che si tratti anche solo di una slinguata di panna dopo un segmento idiota, oppure del calpestare una mano dopo aver eseguito una powerbomb, lo rendono uno dei performer di maggior pregio e valore attualmente in circolazione, e proprio in virtù di questa considerazione credo che a brand divisi il suo ruolo all’interno dello show rosso potrebbe divenire pressoché centrale. Se mi avessero paventato, prima del suo esordio, la possibilità di poterlo un giorno proporre come main eventer non ci avrei creduto: tuttavia la vittoria su Cena nel suo primo match di rilievo ha messo subito in chiaro un bel po’ di punti interessanti, facendo immediatamente capire il peso che KO avrebbe potuto avere dopo poco tempo.

Discorso leggermente diverso per Sami Zayn. Come scrissi tempo addietro, l’underdog dell’underground è senza dubbio il performer che più si avvicina, per background e presa sul pubblico, al compianto Daniel Bryan. La sua capacità di essere over senza necessariamente andare over nel corso dei match, il suo unico carisma, l’abilità di poter creare un forte legame con una fetta variegata di pubblico pagante lo rende decisamente in grado di poter raccogliere una fiaccola decisamente pesante. A questo aggiungiamo il suo stile decisamente crowd pleasing e finiamo con l’ottenere un babyface decisamente efficace e prezioso, in grado di poter portare avanti in modo indolore non solo faide lunghe mesi volte a rincorrere “l’obiettivo”, ma anche match superiori ai 20 minuti regalando, di quando in quando, vere e proprie perle (il match contro Nakamura e quelli contro Cesaro ad NXT su tutti).

In chiave draft, un personaggio come Kevin Owens, in grado di poter sviluppare promo articolati, prezioso al tavolo di commento e preziosissimo tra le corde del ring potrebbe essere maggiormente utile a Raw, dove la necessità di riempire un minutaggio maggiore è senza dubbio compatibile con i suoi talenti. D’altro canto, un personaggio come Zayn potrebbe crescere e brillare in un contesto meno esposto come smackdown, occupando spesso la zona alta della card soprattutto grazie al suo talenti in ring. Proprio per questa divisione a mio avviso imminente, il capitolo finale che verrà scritto a battleground potrebbe riservarci qualcosa di speciale.

Contrariamente agli altri match, in cui chiaramente vi sarebbe stato qualcosa “dopo”, questa volta i due tireranno fuori tutti i conigli dal cilindro (anche quello di Adam Rose) e, con un minutaggio adeguato, potrebbero senza dubbio alcuno ottenere il titolo di match of the night (e con AJ Vs Cena ed il 3way dello Shield l’impresa sembra tutt’altro che facile) almeno per quanto riguarda la qualità sul quadrato. Analizzando il fronte vinti e vincitori, in questa fase probabilmente Zayn avrebbe molto da perdere andando incontro ad un’ulteriore, bruciante sconfitta contro l’avversario di sempre: lo scopo finale di un underdog è quello di trionfare alla fine nonostante tutte le cadute, dunque complice il fatto che stiamo trattando del capitolo finale, direi che è finalmente arrivato il momento per Zayn di ottenere l’agognata rivincita.

Il periodo riabilitativo di Owens non sarà lungo, non è necessario: un paio di vittorie di rilievo, anche solo durante gli show televisivi, ed il nostro amato e paffuto amante dei panda potrebbe tranquillamente ambire ad un posto alto, altissimo nelle gerarchie di Raw (o di Smackdown, intendiamoci). Aspettiamo con ansia questo match dunque, sperando di vederne delle belle!

Off Topic: guardando la TNA, mi è capitato di imbattermi nel match degli Hardy Boys. Premesso che il tutto è stato VOLUTAMENTE trash (i droni che trasmettono ologrammi, i ricordi legati alla candelina del frugoletto artefice dell’ultima, letale vampata), sono stati 20 tra i minuti maggiormente memorabili per la TNA: in un contesto in cui di questa federazione si parla, giustamente, poco, l’esposizione derivante da questa mezza porcata volutamente comica è senza dubbio un effetto positivo, un tentativo estremo di differenziarsi dagli altri prodotti. Perché la TNA è morta nel momento in cui ha tentato di divenire la WWE, non essendone in grado: in un mercato retto praticamente da un monopolio, l’unica chiave per la sopravvivenza è offrire qualcosa di profondamente diverso. E questo obiettivo, senza dubbio alcuno, è stato centrato a pieno.

Danilo