Ormai è da diverse settimane nelle sale italiane “The Iron Claw” (che, per inspiegabili motivi di scelta, nel titolo italiano ha aggiunto accanto al titolo originale “The Warrior”), il film che narra la vicenda della famiglia Von Erich, una delle più famose, titolate (e sfortunate) famiglie del wrestling USA.
Non mi dilungherò troppo su aspetti tecnici delle riprese (ma se volete, QUI ne parlo dal punto di vista cinefilo), ma mi concentrerò qui sull’aspetto del wrestling, della storia e della vicenda raccontata.
Rispondiamo alla domanda del titolo: è un buon film di Wrestling?
Assolutamente sì, lo metto dopo The Wrestler come qualità e attinenza: il film ci racconta molto bene la scena, l’ambiente e il Wrestling USA fra la fine degli anni 70 e gli anni 80, in un momento in cui l’epoca della NWA e dei Territori stava volgendo al termine, per la rivoluzione che la WWF stava per compiere nel panorama del Business.
Ci racconta la storia della WCCW, federazione nata a supporto del sistema dei Territori NWA nel Texas, del suo tentativo di diventare qualcosa di più di una semplice federazione satellite, del suo picco e della sua caduta; ci racconta poi, con qualche licenza “poetica”, la storia dei Von Erich.
Il Wrestling presentato sullo schermo è di ottima fattura: dagli incontri (si vede e si nota come hanno visto e rivisto gli incontri reali di Kevin, Kerry e David, probabilmente anche perché fra i produttori del Film c’è MJF, per dire) agli allenamenti, a come venivano costruiti i Promo, le rivalità, sanciti i Match ufficiali, a tutte le vicende interne alla WCCW e alla famiglia Von Erich.
Il Cast è all’altezza?
Per me, sì: Zac Efron è un convincente Kevin, Harris Dickinson e Jeremy Allen White li ho trovati calzanti nei panni di David e Kerry, Holt McCallany ha portato in scena molto bene il severo e burbero padre Fritz, Stanley Simmons ha saputo bene interpretare il non facile ruolo di Mike, che si sentiva schiacciato da quel “cognome d’arte”.
Positivamente stupito da Kevin Anton e Aaron Dean Eseinberg, chiamati a portare sul ring due assolute icone e leggende del Wrestling come Harley Race e Ric Flair, hanno per me superato la prova o da Louis Cereghino nei panni di Bruiser Brody.
Anche i wrestler presenti secondo me hanno offerto buone prove: da Chavo Guerrero Jr (che inizialmente non avevo riconosciuto) nei panni di The Sheik, a MJF (che appare brevemente come Lance Von Erich) fino a Ryan Nemeth (fratello del neo-acquisto TNA Nick) nei panni di Gino Hernandez.
La Storia dei Von Erich è fedele?
Ecco qui, qualche “pecca” diciamo, c’è.
Probabilmente per esigenze di copione e, forse, anche per pressioni, la vicenda dei Von Erich ha alcune falle: dal fatto che le mogli e i figli di David e Kerry non compaiono assolutamente (mentre vediamo la moglie di Kevin, Pam, interpretata da Lily James, molto brava), al fatto che non viene minimamente menzionato Chris (il minore dei Von Erich, anche lui scomparso in modo tragico), che per problemi fisici, non riuscì mai ad avere una carriera come wrestler al top come i fratelli, alla vicenda di Lance, fratello “adottivo” (in realtà non era un Von Erich, ma fu presentato come tale e “sostituto” di Mike) trattata in modo assolutamente marginale.
O il quadro familiare dei Von Erich, che dipinge il padre sì severo e burbero verso i figli, ma ne edulcora enormemente la narrazione: il comportamento tossico che ebbe con i figli fu sicuramente una delle cause che portarono David, Mike, Kerry e Chris, schiacciati anche dal peso del cognome Von Erich e dalle pressioni del padre che li voleva ai vertici della NWA e dei Territori, anche a costo della loro salute mentale e fisica.
Una posizione abusante che si evidenzia anche nel ruolo della madre, Doris (interpretata da Maura Tierney), persona devota che si annientò quasi per seguire gli obbiettivi di Fritz e dei suoi figli (e ci sono due scene che ben evidenziano questa cosa).
Questo rende il film meno bello e interessante?
Ai fini della trama, No.
Sicuramente sono stati limati questi aspetti un po per non rendere il film troppo pesante (e dover inserire altri co-protagonisti), un po perché vicende come quelle di Chris e Lance, potevano mettere in “cattiva luce” il ritratto di “dinasty” che il film vuol dare.
Il film ruota sicuramente tutto intorno a Kevin/Efron e alla sua figura, quindi, dal punto di vista della sceneggiatura, capisco il perché si mette maggiormente risalto su lui e la sua famiglia e si sia scelto, a livello di scrittura, di non mostrare le altre famiglie, quella di David e Kerry.
Queste assenze, per quanto pesanti, non forniscono un ritratto “falsato” all’estremo dei Von Erich, in generale, credo molti non conoscono le vicende della famiglia nella sua interezza, almeno non in Italia e fuori dagli USA, quindi pochi si saranno accorti di queste differenze.
In conclusione, The Iron Claw è un buon film sul Wrestling, anche per chi si avvicina o si è avvicinato da poco al Wrestling o per chi, magari, vuole iniziare ad approfondire alcuni aspetti e periodi storici della disciplina; come qualsiasi biopic, si prende “licenze poetiche” su alcuni passaggi, ma nel complesso, Sean Durkin e la A24 hanno fatto davvero un buon lavoro finale.
Se potete, andate a vederlo al cinema, altrimenti, recuperatelo appena possibile in streaming quando uscirà sulle piattaforme o in DVD/Blue Ray quando uscirà.
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Enrico Bertelli “Taigermen”