Il viaggio era stato lunghissimo. Ore ed ore di aereo prima di atterrare in una terra diversa, lontana, sconosciuta. Il Wrestling negli Stati Uniti era sempre stato il suo unico lavoro e adesso, a trovarsi di fronte a un pubblico diverso, a uno stile diverso, a un nuovo mondo, si sentiva eccitato e curioso. Ormai era un lottatore maturo ed esperto e quello che stava per tornare a fare, un Match nella terra del sol levante, il Giappone, era un piccolo traguardo che avrebbe sommato al suo bagaglio un grandissimo peso.
Si chiamava Nelson Scott Simpson, ma da quando era entrato a far parte del mondo del Professional Wrestling, era diventato The Russian Nightmare Nikita Koloff.
Ormai erano passati tre anni dal suo debutto, in Minnesota, e quasi tutti coloro che avevano a che fare con il business lo conoscevano bene. Non era mai stato un grande lottatore, ma si un ottimo gregario, una di quelle seconde linee adatte a tutte le stagioni, con quella Gimmick sempre propensa ad attirare Heat e con quel fisico che anche da Face avrebbe potuto fargli togliere delle soddisfazioni.
E fu proprio grazie a quel fisico che in quel 1986, Koloff riuscì ad ottenere il suo primo Booking in oriente, in Giappone, al Budokan Hall di Tokyo, in un evento della All Japan Pro Wrestling. Oggi, nel 1987, il suo incontro giapponese lo avrebbe visto in un Tag Team Match insieme a Terry “Bam Bam” Gordy, storico membro dei Faboulos Freebirds, per affrontare Motoshi Okuma e Takashi Ishikawa.
Tutto bene. Tutto ok. Il Match si combatte, e si combatte bene, Koloff e Gordy vincono contro i giapponesi e lo Show viene portato a casa senza nessun problema. Sembra l’inizio di una carriera nuova, diversa, alternativa e parallela a quella americana. Il suo fisico, come detto, lo aiuta moltissimo, perché come risaputo è affascinante per il pubblico giapponese. Tutto sembra essere al suo posto e Nikita già pregusta uno scatto vincente, più denaro e più popolarità.
La vita però non sempre ti da ciò che vuoi e non sempre è ciò che sembra. I problemi erano dietro l’angolo, e l’angolo era proprio dietro al Budokan Hall, a Tokyo.
Dopo lo spettacolo infatti, Nikita e Terry si recano in un locale per festeggiare la buona riuscita del loro Match e divertirsi prima di prendere un nuovo aereo il giorno dopo e tornare negli Stati Uniti d’America. Bam Bam però, non aveva un carattere irascibile soltanto sul quadrato, dietro la sua Gimmick. Aveva un carattere irascibile anche quando l’alcol cominciava a scorrere nelle sue vene e ad annebbiare le sue idee, come lo stesso Koloff, fra gli altri, confermò anni dopo.
Non si capisce bene per quale motivo, Terry Gordy a un certo punto della serata cambiò completamente la sua attitudine. L’uomo gentile e protettivo che fino a quel momento era stato con Nikita Koloff sparisce, lasciando il posto a un bruto e scontroso mostro di due metri per 130 kg. I bicchieri cominciarono a volare contro il muro, e nonostante i tentativi di Nikita di calmarlo e gli avvertimenti del personale del locale, Gordy non si fermò. Non si fermò ed alzò il tiro, staccando dal muro appena annaffiato con bicchieri pieni di birra un estintore, con il quale finì per imbiancare gran parte del locale.
Tutto, chiaramente, finì con l’arrivo della polizia, con i quali, oltre a Terry Gordy, dovette fare i conti anche Nikita Koloff. Per fortuna, alla fine, il tutto si risolse con una multa e una bella lavata di capo, ma il brutto, purtroppo, doveva ancora venire.
Terry Gordy infatti, era già una grande Star in Giappone e nella All Japan Pro Wrestling, cosa che lo aiutò a uscire pulito da quel guaio e che, se possibile, lo aiutò a rafforzare il suo Status di Gaijin Heel negli Show del sol levante. Quello che ne pagò le conseguenze, invece, fu Nikita.
Il povero Nikita Koloff non fu mai più bookato in un evento giapponese, né dalla All Japan Pro Wrestling né da altre compagnie. Quel sogno che sembrava realizzarsi, quell’occasione di crescere professionalmente e personalmente, svanì nel nulla, ributtandolo in quello che era si un lavoro amato e voluto, ma che da anni, ormai, non cambiava e non lo stimolava più come prima.
Quello al Budokan Hall di Tokyo, con la AJPW, fu l’ultimo Match di Nikita Koloff in Giappone. Terry Gordy, seppur senza volerlo davvero, buttò alle fiamme la nuova carriera del compagno, costringendolo a rinunciare alla pregustata evoluzione, scrivendo una storia che, tristemente, finì ancora prima di cominciare.