Erano passati circa dieci anni da quando Antonio Inoki, partner di Giant Baba, cercò di andare Shoot contro Bruno Sammartino in una Match della Japan Wrestling Association fallendo miseramente.

Erano passati sette anni da quando Antonio Inoki aveva lasciato la stessa compagnia per dare vita alla sua leggendaria New Japan Pro Wrestling. Era il 1979, ed a Tokushima arriva il campione della World Wrestling Federation Bob Backlund.

Tutto fu organizzato da Antonio Inoki, presidente e proprietario della New Japan Pro Wrestling, e da Hisashi Shinma, presidente della WWF per la scena giapponese. Non era strano vedere una collaborazione come questa a quel tempo, soprattutto perché la WWF era ancora una costola della National Wrestling Alliance e perché Vince McMahon era ancora quello Senior, quello che non aveva ancora pensato alla completa monopolizzazione del Wrestling business a livello praticamente mondiale.

In un'occasione come quella, chiaramente il titolo doveva essere messo in palio, primo per ciò che si portava dietro Bob Backlund, ovvero una Gimmick da campione della gente e da campione combattente, secondo perché eravamo nella casa dello sfidante, Antonio Inoki appunto. Era il 30 Novembre del 1979: la data nella quale Antonio Inoki divenne campione della World Wrestling Federation. Fu una grande festa nella terra del sol levante. Fu una grande festa per Inoki e fu una grande festa per il mondo del Wrestling in generale. Il successo infatti, fu notevole. Lo scontro fra le due forze conosciute in tutto il mondo  aveva destato grandi attenzioni e quindi, al più presto, bisognava organizzare un Rematch.

Il Rematch ci fu. E fu molto presto, appena sei giorni dopo. Lo Show ebbe luogo sempre a Tokushima, stavolta il 6 Dicembre dello stesso anno. Antonio Inoki contro Bob Backlund. L'unica differenza era che stavolta il campione era il Giapponese e non più lo statunitense. Anche il risultato nella sua diversità, non cambiò, infatti ci fu un altro cambio di titolo. Bob Backlund riportò la cintura alla sua vita sconfiggendo l'istituzione giapponese.

Non tutto è scontato però. In un mondo del Wrestling particolare come quello che si viveva all'epoca, una controversia imbavagliò il cambio di titolo lasciando tutti a bocca aperta. Inoki infatti, venne sconfitto in quella contesa grazie all'intervento irregolare di Tiger Jeet Singh.  Per questa ragione il presidente Hisashi Shinma rende l'incontro irregolare e dichiara Antonio Inoki ancora campione. Il talento nipponico però, non ha nessuna intenzione di mantenere la sua cintura grazie ad una decisione che arriva fuori dal Ring e dopo il Match, per questo motivo rinuncia alla cintura e la rende vacante. La cintura fu assegnata nuovamente il 12 Dicembre, quando Bob Backlund la riconquistò sconfiggendo Bobby Duncum in un Texas Death Match.

Negli annali della World Wrestling Federation, quella cintura non ha mai cambiato mano: quel primo regno di Bob Backlund che cominciò nel 1978 sconfiggendo Superstar Billy Graham, finì soltanto 4 anni dopo la vicenda giapponese, quando The Iron Sheik lo mise nella Camel Clutch ed il Manager di Backlund, Arnold Skaaland, gettò la spugna temendo per la sua incolumità.

Adesso io non so se quella giapponese fu una Storyline oppure fu davvero una questione di orgoglio, con Antonio Inoki che non accettò le decisioni concordate ripensandoci alla fine del Match. Quello che so, è che  probabilmente nessuno dava troppo peso alla vicenda perché non si poteva immaginare che di li a dieci anni, la World Wrestling Federation sarebbe stata la compagnia più importante del globo terraqueo. Se solo Antonio Inoki avesse saputo, o almeno immaginato, quel regno sarebbe stato suo e magari sarebbe stato anche riconosciuto, cosa che probabilmente non è avvenuta proprio per una controversia sull'accordo e sull'organizzazione della contesa. Ma era solo un titolo regionale negli Stati Uniti, seppur internazionale di fatto, come tanti che Inoki aveva vinto ed avrebbe vinto gli anni a venire.

Non è importante è vero, ma quando la WWF parla dei suoi più grandi campioni, ci inserisce anche Bruno Sammartino, Buddy Rogers, Superstar Billy Graham, Ivan Koloff, Pedro Morales e Stan Stasiak, perché è giusto cosi, perché anche se era un titolo non propriamente mondiale allora, oggi è la cintura più importante di tutte. Sarebbe bello, o lo sarebbe stato in occasione dell'introduzione di Antonio Inoki nella Hall of Fame, che quel regno gli fosse riconosciuto, allora povero ma oggi grandissimo traguardo, uno in più, nel palmares di una delle personalità più leggendarie di tutti i tempi.