Sangue e dolore nel mondo del Pro Wrestling sono sempre state due componenti quasi imprescindibili. Quando si sale su un Ring, volenti o nolenti, la carne, i tendini e le ossa, sono quella parte di materia che subirà il duro attrito dell’avversario. Non c’è un Match di Wrestling che non porti dolore, non c’è un Match di Wrestling che non faccia affiorare il sangue, anche soltanto in un coagulo interno, in un livido, in un ematoma ferita di guerra.
Nel corso degli anni centinaia di persone, uomini e donne, sono stati protagonisti del massacro, sputando denti, versando sangue e pregando di non tornare più a salire su un quadrato, idea che come sempre, appena passa un giorno, scompare soffocata dalla passione e dal ricordo delle facce di chi ti stava guardando e di chi ti guarderà.
Anche Mike Levy, uno che da Wrestler ha fatto veramente poco, ha assaporato il suo stesso sangue, godendo e soffrendo internamente e esternamente dei colpi dell’avversario. Gustando il quadrato, baciando l’acciaio, come se fosse un guerriero medievale che sa, nonostante tutto, che la sua battaglia può significare la gloria eterna.
Era un Backyard Wrestler Mike, uno di quelli che fanno i propri Match in casa, nei loro cortili. Uno che ci prova e poi chissà, magari, come successo agli Hardy Boys o a Mick Foley, finisce a combattere nel palcoscenico più importante di tutti. Le premesse erano anche buone, o almeno questo credeva lui e questo gli facevano credere i fan Hardcore, quelli che conoscono la sofferenza di coloro che osservano e pretendono sempre di più, sollazzati dalla sofferenza non solo fisica, ma anche mentale,quella che può portare un sogno spezzato, un’umiliazione pubblica.
Grazie al suo Wrestling da giardino, Mike riesce ad ottenere qualche Booking. Roba che conta poco nel grande schema delle cose, ma il suo debutto è addirittura in un Match titolato. Combatte insieme ad altri 4 Wrestler per il titolo dei pesi leggeri della United Pro Wrestling Association. Perderà Mike, come giusto, ma tornerà dopo poco nella UPWA in un Match di coppia insieme a Chris Solar, e con lui, arriverà alla prima vittoria della sua carriera. Sconfiggeranno The Waco Kid e Nave.
I fan cominciano a riconoscere quell’elemento nuovo che da Backyard Wrestler è riuscito a ottenere qualche Booking in North Carolina e spingono forte per vedere di che pasta sia davvero fatto il ragazzino. La voce arriva a Ian Rotten, fratello del più famoso Axl, che decide di bookarlo per uno degli Show della sua Promotion, la Indipendent Wrestling Association Mid-South. L’appuntamento è per Queen of the Deathmatch, a Sellersburg, Indiana.
Mike Levy finisce in semifinale, dove reclama un posto nel torneo. Il primo turno era stato formato da tre Match, quindi Mickie Knuckles accetta di affrontarlo per raggiungere la finale. E’ l’unico uomo nel torneo che assegnerà il titolo di regina dei Match della morte.
Qua, purtroppo, cominciano i problemi..
Ci sono diverse versioni che raccontano il perché quell’incontro si trasformò in un vero e proprio pestaggio, e ci sono diverse versioni a proposito della domanda che tutti si posero: era uno Shoot o Mike sapeva quello che sarebbe successo? Perché quello che successe fu uno degli incidenti più controversi e inspiegabilmente senza pietà della storia del Wrestling, anche di quello indipendente. Nel Post Match Mickie Knuckles continuò ad assalire Mike, assestandogli diverse testate, continuando a colpirlo con oggetti e maltrattandolo in tutti i modi.
La cosa inizialmente sembrava normale, soprattutto per un “Fan bring the weapon match”, ma il pestaggio continuò e mentre la folla incitava l’ormai finalista del torneo, qualcun altro arrivo a bordo Ring. I primi furono Devon Moore e Tank. Entrambi, come lupi che sentono l’odore del sangue, cominciarono a martoriare il corpo di Mike con sediate non protette e con due pesantissimi Foot Stomp sulla testa, appoggiata su una scala ricoperta di filo spinato.
Anche Ian Rotten, Promoter della IWA Mid-South, raggiunse il Ring insieme a suo figlio e ad altri lottatori presenti nel Backstage. Tutti allegramente uniti per pestare Mike, il giovane Wrestler indipendente che credeva si potesse fare il Wrestling Hardcore, al quale, probabilmente, decisero di insegnare un po’ di rispetto per la disciplina.
Alcuni dicono che la causa di tutto ciò fu il fatto che Mike decise di non vendere le manovre di Mickie Knuckles, cosa che francamente non sembra evidenziata dal video. Qualcun altro sostiene che la rabbia di Mickie, che poi ha spinto anche il resto degli assalitori a recarsi sul Ring, venisse da alcuni colpi alla testa ben assestati da Levy, che, con quelle manovre, rischiava di compromettere la partecipazione della ragazza ai Tapings di Impact per i quali era stata bookata. Nella TNA farà tre Match e poi sarà rispedita a casa fino al 2016, dove sosterrà un altro Dark Match.
Ian Rotten ha poi sempre sostenuto che Mike Levy sapesse ciò che stava per accadere, sapeva che ci sarebbe stato un Post Match e che sarebbe stato assalito da altri componenti del Roster. Francamente ci credo, Mike lo sapeva, ma sapeva anche che questi altri componenti del Roster, Rotten compreso, lo avrebbero malmenato come un manichino mettendo a segno manovre e colpi pericolosissimi anche per un lottatore Hardcore esperto? Mike Levy era una sorta di buffone che si credeva di poter fare il Wrestler, su questo non ci sono dubbi, ma anziché pestarlo a sangue, avrebbero dovuto lasciarlo a casa. Proprio quell’Ian Rotten che, nel 1996, era vicinissimo alla Extreme Championship Wrestling, a suo fratello che ci lavorava e conosceva benissimo le conseguenze del Mass Transit Incident.
Io credo che Mike Levy sia stato bookato per essere preso in giro. Credo che sia stato assunto per prendere parte ad uno Show del quale sarebbe stato l’agnello sacrificale per i fan. Ian Rotten, noto per la sua inclinazione all’essere un verme, e i suoi quattro scagnozzi, pensarono di fargli passare la voglia di pronunciare la parola Hardcore, esponendolo a pericoli dei quali lui non era nemmeno a conoscenza, avvertendolo soltanto che ci sarebbe stato un piccolo seguito al Match.
Mike Levy rimase a vedere la fine dello Show, probabilmente perché era tanto inesperto da pensare che tutto quello che era successo fosse una cosa normale. Ma cosi non era.
Ian Rotten continuò a difendersi dicendo che quel video fu mandato alla polizia da qualche Promoter suo rivale, ma non c’era niente che potessero fare perché “Mike era d’accordo”. Rotten affermò anche che Mike avrebbe preso parte ad altri eventi della IWA Mid-South, mossa chiaramente atta a mascherare eventuali dissapori. Dissapori che però alla fine vennero a galla, perché Mike evidentemente si rese conto di ciò che gli era capitato e non prese più parte ad un evento promosso da Rotten, e dopo soli tre Match, non prese parte più a nessun evento di Wrestling.
Un’altra storia che racconta stupidità estrema. La stupidità di un Promoter folle, di Wrestler folli, di un ragazzino stupido. Il Wrestling è una cosa seria, il Wrestling Hardcore lo è ancora di più. Tutto fu folle quel giorno, anche il contorno di omuncoli pronti a gridare vedendo un povero ragazzo dilaniato dai colpi e dall’inesperienza.
A volte ci lamentiamo del fatto che il Wrestling indipendente non ha la libertà della WWE in certi stati, a volte però dovremmo anche pensare che il Wrestling indipendente è molto meno considerato, molto più allo stato brado e poco organizzato per poter prevedere simili episodi. Chi paga i Wrestler e organizza gli Show dovrebbe essere l’uomo più responsabile dell’Arena, della zona, della compagnia. Troppo spesso invece chi comanda se ne frega di come le cose debbano andare, lasciandosi scivolare tutto a dosso per un pugno di quattrini in più, e a volte, come in questo caso, anche divertendosi dalla demenziale idea di insegnare a qualcuno un’arte in un modo che, in quel preciso istante, arte smette di esserlo.