“C’era una volta un re, che disse al suo servo: “raccontami una storia”. E il servo cominciĆ²: c’era una volta un re, che disse al suo servo: “raccontami una storia”. E il servo cominciĆ².” Per delle ore, per dei giorni, il servo raccontĆ² la stessa storia. Come un disco rotto. Come un pazzo maniaco richiuso in un manicomio degli anni 70. Come me, ogni fine settimana qui, a cercare di portare all’attenzione di voi amici lettori, un qualcosa che possa far conoscere certe sfaccettature del mondo del Professional Wrestling, curiositĆ , vizi e virtĆ¹ dei protagonisti. Ma che si ritrova ogni VenerdƬ, o magari ogni GiovedƬ, a smettere di pensare quale possa essere la storia giusta da raccontare, perchĆ© puntualmente si vede una nuova storia servita su un piatto d’argento. Ma nuova si fa per dire, perchĆ© come quel servo, sono sempre qui a scrivere di individui che nemmeno arrivati ai cinquant’anni, vengono trovati morti, soli, per una maledetta overdose o per i segni che queste hanno lasciato su di loro, senza piĆ¹ niente di degno, se non i loro ricordi ed il loro ricordo.

Questa volta ĆØ toccato ad una donna, Joan Marie Laurer. Una donna creatasi a pane e pesi, e probabilmente a steroidi. Una che ha fatto della sua vita un covo di contraddizioni, vendette o presunte tali, traguardi raggiunti, talvolta a metĆ , e tanto, tantissimo chiacchiericcio.

Morire a quarantacinque anni ĆØ sempre una cosa fuori dal naturale, fuori dal normale scorrere delle cose, ma in questi casi si trasforma in uno standard imprescindibile, per lei, come per i suoi colleghi uomini, perchĆ© infondo nel mondo del Wrestling, Chyna, come un uomo aveva sempre vissuto. A partire dal suo allenatore, Killer Kowalski, era sempre stata indottrinata ad una vita da persona dura, cattiva. Nella WWE era diventata il Bodyguard di una Stable di uomini. Si era fidanzata prima con uno di quegli uomini e poi con un altro. Alla fine era sempre finito tutto in una bolla di sapone, come se lo stare con lei fosse diventata una tendenza, perchĆ© era meravigliosamente diversa, perchĆ© era la nona meraviglia del mondo.

La solitudine perĆ², probabilmente, fece si che Joan si rendesse conto di ciĆ² che aveva perduto, la sua femminilitĆ . CambiĆ² rotta. Decise di voler somigliare ancora, di nuovo, ad una donna. CaricĆ² sulle sue spalle gli errori e li fece scivolare dietro di lei, ma troppo attenta ad abbandonare il passato, non si rese conto che stava calpestando una nuova valanga di sterco. Si rovinĆ² la faccia per metĆ , con operazioni chirurgiche che cambiarono per sempre il suo essere, abbassĆ² il suo status andando a competere sempre nella categoria femminile, portando On Screen Storyline con del sentimento, come le altre signore.

Il classico caso nel quale si cerca di rimediare ad una cosa irreparabile peggiorando inevitabilmente tutto.

Il primo grande scandalo la vide mettere in rete il video di un suo rapporto sessuale con Sean Waltmen, meglio conosciuto negli schermi della WWE come X Pac, o con diversi altri nomi che non ĆØ adesso il caso di ricordare. Lui come un signore, perchĆ© signori lo si diventa sempre quando si ha a che fare con qualcuno messo peggio di te, commentĆ² che non provava nessuna vergogna per quel video, era un atto d’amore. Quell’amore che perĆ² finendo, contribuƬ a far cambiare stile di vita e modo di pensare a Joan.

Da li partirono le voci. “Chyna ĆØ una pornostar”. Le pubblicitĆ  aumentavano, le telefonate anche, i guadagni, in un momento nel quale il Pro Wrestling non le offriva poi tanto, anche. E poi, scusate, quale modo migliore di mostrare la sua femminilitĆ  se non dandosi all’Hard? Se non mostrando ciĆ² che davvero la contraddistingueva in quanto donna. Chyna diventĆ² un’attrice porno, sul serio.

La risultante di tutte queste variabili, che conciliate con i parametri fissi, ovvero l’abuso del proprio cervello, ĆØ stata la riduzione ad una macchietta di ciĆ² che era stata, di ciĆ² che era davanti alla telecamera rossa, di ciĆ² che sarebbe diventata. E l’abuso era l’unica cosa di cui era sicura, l’unica cosa che vedeva sempre chiara nel suo futuro, l’unica cosa che, giorno dopo giorno, la consumava ma dandole sollievo, tutto il resto la consumava uccidendo non solo il suo fisico, ma anche la sua anima ed il suo cuore. Stava finendo, qualcosa stava finendo, forse tutto.

E tutto ĆØ finito il 20 Aprile, due giorni fa, quando Chyna, quando Joan, ĆØ stata trovata morta nella sua casa. Sola e indifesa. Nonostante avesse pesato quanto una donna difficilmente pesa per i suoi muscoli. Nonostante avesse protetto un gruppo di uomini. Nonostante avesse avuto una carriera da guerriera. Nonostante avesse colpito forte e subito di tutto sui Ring e nei letti, ĆØ morta sola e indifesa.

Come al solito insomma, i propri errori si pagano e va bene, ma la cosa davvero brutta, la cosa davvero cattiva, ĆØ che le persone che a quegli errori ti hanno portato, e magari li hanno commessi con te, non sono mai al tuo fianco al momento del conto, ed il servo imperterrito continua, per sempre, a raccontare di se stesso che racconta la sua storia, al suo re.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualitĆ  e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.