Quando succedono certe cose nel mondo del Professional Wrestling, a me, quasi sempre, me ne vengono in mente certe altre.

L'altro giorno per esempio, un fan invasato ha cercato di ferire Roman Reigns lanciandogli una replica della valigetta del Money in the Bank, o almeno di prendersi i suoi due minuti di gloria. Capisco che Roman Reigns è un professionista e ci sono delle persone addette a far si che queste cose non succedano e a proteggere i wrestler. Ma cosa sarebbe successo se quel fan fosse stato fuori dall'arena, magari in una strada, e Roman Reigns, senza telecamere né guardie del corpo, avesse deciso di difendersi? Ecco quello che in più di un'occasione, ha portato alcuni wrestler ed alcuni fan a degli scontri alquanto impari.

La stupidità della mente umana non ha limiti talvolta. Fu per questo che in una delle sue ronde per le strade americane, Andrè the Giant si imbatté in un gruppo di persone, per l'esattezza quattro, che avevano voglia di giocare con lui. Andrè era un ragazzone tranquillo, beveva birra e mangiava come un mostro, ma rimaneva tranquillo. Non aveva mai voglia di portarsi il lavoro a casa, per questo evitata, comunque andasse la situazione, di sollevare una mano o anche lo sguardo. I quattro signorini però, spiriti bollenti e duri, decisero di provocare il gigante proprio approfittando della sua buona personalità. Anche Andrè the Giant però, aveva un limite. Quel limite venne fuori dopo almeno un'ora di angherie, che puntualmente il gigante rigettava con degli sguardi tanto buoni quanto allarmanti. Fu cosi che, dopo essersi alzato con tranquillità, Andrè cerco di afferrare uno dei quattro. I ragazzi, inutili bulli stupidi e codardi, trovandosi davanti gli abbondantissimi due metri del francese, decisero che forse era meglio mettere fine a quella esagerazione catapultandosi dentro la loro macchina. Ormai però la bestia era stata scatenata ed era davvero inferocita. Non servi a niente a quei quattro rifugiarsi nella macchina, anche perché Andrè avrebbe tranquillamente potuto sfondare facilmente un finestrino con un pugno tirandoli fuori uno ad uno, autista e compagni. Ma perché rischiare di farsi male? Andrè si abbassò con difficoltà sulle sue ginocchia, mise le mani sotto la macchina e quando si rialzò, trascinò con se anche tutto il veicolo. Non servirono a niente le facce spaventate degli uomini nell'abitacolo, che ben presto furono capovolti e lasciati a smaltire lo spavento nel bel mezzo di una strada.

Come facilmente intuibile, Andrè the Giant non era l'unico lottatore capace di una furia quasi omicida e di difendersi contro più uomini tutti insieme. Altri lottatori professionisti, nonché animali selvaggi, hanno avuto delle esperienze simili alla sua, solo un tantino più gravi per i loro provocatori. Successe infatti, che Tonga Fifita, aka Haku, wrestler più piccolo di Andrè ma altrettanto pericoloso, si trovò ad dover fronteggiare una banda di ubriachi burloni. Haku, o chiamatelo Meng, un po' come preferite, si trovava in un bar insieme a Kevin Sullivan. I simpatici razzisti che li circondavano cominciarono a provocare Haku lasciando al suo posto il "bianco" Sullivan. Haku non si scompose troppo, chiese a Sullivan di restare al suo posto e si fece carico della responsabilità di difendere la sua etnia e la sua provenienza. Il primo uomo fu scaraventato sul bancone del bar con una forza, che a quanto dice Kevin Sullivan, nemmeno Superman avrebbe potuto bloccare. Il secondo ricevette un pugno allo stomaco che blocco le sue funzioni vitali per qualche minuto, mentre il terzo, a coronare l'ottimo lavoro, fu l'ariete che spezzò definitivamente gli altri due. Kevin Sullivan, sempre più esterrefatto, consiglio ad Haku di correre verso la macchina prima dell'arrivo della polizia, ma Haku, con una calma olimpica, rispose che la polizia non avrebbe avuto il coraggio di avvicinarsi ad un uomo come lui. Incredibilmente, i due salirono tranquillamente nella macchina senza corse, accesero il motore e non ebbero bisogno di nessuna sgommata per allontanarsi, dato che la polizia, proprio come predetto da Haku, non pensò nemmeno lontanamente di seguirli per cercare di arrestare quel selvaggio. Le Gimmick, a volte, non sono solo un personaggio.

L'ultimo aneddoto riguarda uno degli uomini più duri off screen che il mondo del Professional Wrestling abbia mai conosciuto: Harley Race. Race non è famoso soltanto per aver vinto 7 titoli del mondo NWA più uno non riconosciuto. Non è famoso soltanto per aver contribuito pesantemente allo sviluppo del Professional Wrestling. Non è famoso soltanto per aver preso parte come "The Booker" allo scorrettissimo Wrestling Secrets Exposed. E' famoso anche per la sua durezza estrema. Iniziò piccolo Race, prendendo a pugni il preside della sua scuola. Non finì mai, almeno finché il fisico glielo permise. Harley Race non si tirava mai indietro, non lo fece nemmeno dopo uno show nel quale, un gruppo di motociclisti non troppo raccomandabili, lo sfidò ad una rissa fuori dall'arena. Harley Race non solo accettò quella sfida, ma era assolutamente felice di poterlo fare. Un uomo come lui vive per la lotta, dentro e fuori dal quadrato, e ben presto, quel gruppo di motociclisti, se ne sarebbe accorto. Finito lo show infatti, il pluricampione del mondo uscì da solo, e ripeto da solo, fuori dall'arena a cercare i volti delle persone che l'avevano sfidato. Li trovò, e gli invito a tenere fede a ciò che avevano detto dentro l'arena. Non ci fu nessun bisogno di menare troppo le mani. Il primo si scaglio velocemente contro Harley Race ma lui, senza battere ciglio, fu più veloce. Racconta Race in una vecchia intervista: "Si scaglio contro di me in maniera molto veloce, ma io fui più veloce di lui. Il mio pugno si scagliò sul suo naso come un blocco di cemento contro un uovo. Lo sentii frantumarsi e vidi gli schizzi di sangue. Poi lo misi in una Sleeper Hold, e mostrai a tutti i suoi amici quello che gli sarebbe successo se si fossero avvicinati. Quando il suo corpo non oppose più resistenza lo lasciai per terra. Un esempio per tutti". Alcuni raccontarono che il ragazzo sembrava morto ed i motociclisti presero di nuovo l'autostrada sbalorditi da ciò che era successo al loro amico.

E' quello che avrebbe meritato anche quel fan di Victoria, proprio cosi. Avrebbe meritato che Roman Reigns scendesse dal ring, saltasse le transenne e gli desse una di quelle lezioni che non si dimenticano. Ma fortunatamente i lottatori spesso sono più civili dei propri tifosi ed è per questo, che a volte, ci si permettono cose che non ci si dovrebbe mai, e dico mai, permettere. Un Professional Wrestler sa recitare, sa interpretare e sa "non-lottare", ma non si può sapere "non-lottare" senza saper fare anche il contrario. Il Professional Wrestling è predeterminato, ed in certi sensi "finto", ma coloro che lo interpretano e lo pratico sono veri, verissimi!    

   

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.