Quando si parla di lottatori che sono passati a miglior vita, sempre siamo alle prese con vite spezzate troppo presto. Con attacchi cardiaci a 40 anni, con overdose di medicinali, con problemi di alcolismo. Questa volta no. Questa volta, nonostante l’età non sia poi cosi avanzata, 66 anni, parliamo di un uomo che ha dovuto cedere alla morte per una brutta malattia al fegato. Un uomo però, che come tutti gli altri e forse di più, ha dedicato la sua vita, al 100%, al Professional Wrestling, combattendo e poi addestrando altri lottatori.
Quell’uomo si chiamava Larry “Sharpe” Weil.
Larry Sharpe ha cominciato la sua corsa in questo mondo nel 1951, in New Jersey. E sempre in New Jersey è entrato a far parte nel mondo del Wrestling. Prima quello amatoriale, con un record nella Paulsboro High School di 13-1-1, poi in quello professionistico, guidato da Red Barry e James Marella, meglio conosciuto ai più come Gorilla Monsoon.
Il suo è stato uno degli addestramenti più veloci dell’epoca, dato che dopo nemmeno sei mesi era già su un Ring di Wrestling, a combattere e fare impazzire le folle americane e non. Larry Sharpe è stato un esempio per tantissimi lottatori dell’epoca, non solo per quello che faceva sul Ring, ma anche per il modo con il quale si rapportava al prossimo. Fu proprio quel carattere, non troppo dolce ma sempre onorevole, che gli regalò la stima di tantissimi Promoter,  che dagli Stati Uniti al Canada, da Porto Rico alle Hawaii, dal Giappone al Messico, facevano a gara per portarselo a casa. L’ultimo che ci riuscì fu Vincent McMahon Sr., che gli diede un breve Push per convincerlo, ma che non riuscì a trattenerlo quando decise di dare inizio ad un’attività nella quale avrebbe messo in pratica gli insegnamenti di una vita e sfogato la sua più grande passione: insegnare.
Nacque cosi la Monster Factory, che letteralmente e non a caso, significa fabbrica dei mostri. I mostri sono coloro che sono passati per quella palestra e sono finiti, poi, nei Ring più importanti del mondo, e la lista, amici miei, è incredibilmente lunga. Il proprietario era Danny Cage, ma i suoi fondatori erano Larry Sharpe, appunto,  e “Nature Boy” Buddy Rogers.
Fu una rivoluzione. In primis perché stiamo parlando della prima scuola di Wrestling completamente slegata da qualsiasi compagnia, dove ci si poteva allenare iscrivendosi, pubblicamente aperta a tutti. In secundis perché davvero fu una fabbrica, una fabbrica di mostri.
Sono innumerevoli i nomi che alla corte del buon Larry, che inizialmente si esibiva con i suoi allievi prima di ritirarsi definitivamente all’inizio degli anni 90, sono diventati dei professionisti importanti. Sicuramente il simbolo più importante si chiamava Scott, Scott Bigelow, detto anche Bam Bam, o The Beast From the East. Bam Bam portò, grazie al suo talento associato agli insegnamenti di Larry, una grandissima visibilità alla scuola, che diventò un vero e proprio punto d’arrivo e di partenza per tutti colo che avevano intenzione di diventare seriamente dei lottatori veri.
A Bigelow, pescato poi dal mazzo da Paul Heyman che lo trasformò nel primo vero Paul Heyman Guy, seguirono nomi come Tony Atlas, King Kong Bundy, Tatanka, The Godfather. Ma non solo Power Wrestler, no, Larry insegnava Wrestling a 360°, nomi come Raven, Sonjey Dutt, Chris Candido, Balls Mahoney, gli Headbangers, i Pitbulls, devono gran parte della loro fortuna a quel signore che non ha mai smesso mi masticare Professional Wrestling e di lavorare alle sue creature.
Oggi il mondo che tanto amiamo è in moto anche grazie a persone come Larry Sharpe, che ci lascia in eredità , per esempio, 250 Kg e più di sette piedi di altezza chiamati Big Show, o un irlandese già pluricampione del mondo chiamato Sheamus. A volte non si fa caso a certi nomi ed a certe dinamiche, perché dal nostro PC e nei nostri schermi televisivi non vediamo l’importanza che hanno, ma quelli come Sharpe sono i veri maestri, i veri cultori della nostra disciplina preferita, persone che bisognerebbe conoscere ed onorare nella giusta maniera, forse, colpa mia e di chi fa ciò che faccio io, anche prima di un cosi triste avvenimento.
Che riposi in pace il buon Larry, e speriamo che adesso possa guidare da la su ancora tanti e tanti giovani allievi che non avranno, purtroppo, la fortuna di conoscerlo mai.