La Reality Era è già qui, un'Era dove al pubblico è impossibile nascondere qualcosa. E allora tanto vale cogliere la palla al balzo.

Questa settimana a Monday Night Raw Triple H ha proclamato l'inizio della Reality Era. Che cosa sia esattamente questa nuova Era di cui il COO Massimo si fa inventore ancora non lo sappiamo. In chiave storyline potrebbe significare che ci troviamo in un'Era in cui ciò che il pubblico desidera non viene realizzato, perché la realtà è che il pubblico non ha potere, la realtà è che a trionfare sono coloro i quali di potere ne hanno a bizzeffe, come Triple H. Se volessimo vederla da un punto di vista più smart, invece, la cosa è molto più complessa di così.

Da un po' di tempo a questa parte la WWE sta coinvolgendo sempre più il pubblico nelle sue storyline, fino a giungere al segmento di Occupy Raw di cui ho già parlato. Non che la WWE lasci decidere tutto al pubblico, non sia mai, ma non finge più che chi assiste agli show in diretta non esista, non finge più di non prestare attenzione ai social media, alle notizie che circolano in internet, ai rumor. Tutti questi input che il pubblico gli manda, la WWE li ingloba nelle sue storyline, fino ad arrivare a dei promo in cui non si riesce più a comprendere dove stia la recitazione e dove stia la realtà, un esempio lampante sono i già citati promo di Triple H, che ama punzecchiare il pubblico facendo alla WWE le stesse critiche che i fan le rivolgono, ma rigirando totalmente la frittata, oppure ricordandoci che “lui ha il potere di fare ciò che vuole e il pubblico questo lo sa”.

Sarà che il wrestling ho ricominciato a seguirlo solo da un paio d'anni (è una premessa che ci tengo a fare in quasi tutti i miei articoli) e di ciò che guardavo prima ricordo solo un biker estremamente figo e un truffatore latino con le macchine truccate, sarà così, ma mi sembra che la WWE non sia mai giunta a mescolare così tanto realtà e storyline, né a coinvolgere in questo modo i fans; ci sono stati dei casi in passato, come il cavalcare l'onda di successo di CM Punk nel 2011, il reintegrare un Daniel Bryan cacciato dalla WWE e richiamato a furor di popolo a fine 2010, il turn di personaggi clamorosamente over da heel o pateticamente noiosi da face. Tuttavia quella tra Triple H, Daniel Bryan, Batista e . . . chi è l'ultimo? Ah già, Mr Randy “ho la cintura ma nessuno sa che esisto” Orton, la faida tra questi quattro, dicevo, sta coinvolgendo un quinto membro, ossia il pubblico stesso della WWE, che viene prontamente chiamato in causa in ogni segmento e in ogni promo; si tratta di una storyline che, se non fosse che i risultati sono predeterminati, rispecchierebbe al 100% la realtà: un wrestler che nessuno vuol vedere diventar campione nonostante sia palese che è ciò che il pubblico vuole.

Sarebbe bello se questo particolare tipo di storyline si estendesse in ogni altro aspetto della WWE? Per fare un esempio, senza scomodare l'ultimo baluardo dei gimmick feud (The Undertaker), se da una parte abbiamo una delle faide più verosimili di sempre, con protagonista Daniel Bryan, dall'altra abbiamo la Wyatt Family, che (si dice) vive nelle paludi, con un capo che dichiara di aver avuto un'infanzia orrida (roba che il povero Mike Rotunda andrebbe arrestato per molestie su minori), compare alle spalle di John Cena per poi sparire misteriosamente e via discorrendo. Eppure anche Bray Wyatt aggiunge a questa sua gimmick surreale dei promo verosimili, come quando ci vuol far aprire gli occhi dicendo che John Cena non è altro che il perfetto stereotipo del supereroe che nella realtà non esiste e mai esisterà, che indossa una semplice maschera e che ha una fidanzata di plastica, affermazione alla quale Nikki Bella ha prontamente risposto su twitter

Ce l'avreste visto voi Undertaker, nel 1999, quando crocifiggeva la gente e celebrava messe nere, a rispondere a Stone Cold Steve Austin via twitter? Hashtag #restinpeace.

I tempi sono cambiati, non si può più fare finta che il pubblico non esista e sia solo uno spettatore passivo di ciò che viene proposto ogni lunedì. Non dico che non si può più far finta che sia tutto vero, quello la WWE aveva smesso di farlo già da tempo, ma anche solo pensare di poter decidere tutto come piace a loro senza minimamente coinvolgere il pubblico, non è più possibile. Il pubblico “sa”, il pubblico “conosce”, per questo è così profondamente diverso.

Con l'avvento di internet, il tifoso medio è cambiato. Esistono varie tipologie di fans, che io non classifico in “mark” o “smart”, ma semplicemente dalla quantità di informazioni a loro disposizione

Ci son fans cosiddetti “medi”, che si limitano a seguire i loro beniamini su twitter, cosa che solo pochi anni fa sarebbe stata comunque impensabile, si vedono gli show extra su youtube, se la ridono con i programmi del network e si rendono conto delle differenze che esistono tra un wrestler e il personaggio che interpreta sul ring.

Ci sono i fans a cui piace sapere tutto di tutti e passano le giornate a scrutare i siti di wrestling per ottenere qualsiasi informazione possibile, vengono a conoscenza di ogni rumor riguardante la federazione ed è ovvio che questo abbia conseguenze impossibili da ignorare. Un fan del genere conosce (a grandi linee) quali sono i piani in programma, i possibili turn, gli infortuni, i work, le trattative con questo o quest'altro wrestler e via discorrendo, un simile fan non si stupisce più di tanto se un Roman Reigns elimina 12 concorrenti alla Royal Rumble, perché ha letto notizie riguardanti l'argomento per settimane, si stupisce di più quando, dopo altre settimane di notizie su un tradimento di Dean Ambrose si vede Seth Rollins che abbandona il gruppo

Ed io sono fermamente convinta che alla WWE piaccia da matti fare questo gioco: lasciarci tutti credere di sapere quale sarà la soluzione più ovvia e poi fare l'esatto contrario.

In mezzo a questi due tipi di fans che ne sono mille altri, a seconda di quanto scelgono di sapere della WWE (o altre federazioni) al di fuori di quelle 7 ore settimanali di programmazione che Stamford offre. Non dico che chi non sceglie di informarsi sia ignorante, o inferiore a colui che sa tutto di tutti, dico che avranno reazioni diametralmente opposte:

Se Sting apparisse la notte dopo WrestleMania un fan informato direbbe “finalmente! Era ora!”, poi si metterebbe a discutere su quale sia l'uso migliore per lui all'interno delle storyline

Un fan non informato salterebbe dalla sedia gridando al miracolo e alla provvidenza divina

Un fan troppo giovane probabilmente si domanderebbe “e questo chi c***o è?”, ma questo è un altro discorso.

Oppure, per fare un secondo esempio, un fan informato può mettersi a discutere di come l'addio di CM Punk abbia permesso a Daniel Bryan di non ritrovarsi in un match contro Sheamus e confrontarsi con chi viceversa sostiene che Bryan sarebbe comunque finito in qualche modo nel main event dato l'astio del pubblico verso Batista. Un fan che di queste cose non viene a conoscenza vive la storyline in maniera profondamente diversa, perché conosce solo quello che la WWE gli sta proponendo in quel momento e non tutto quello che c'è dietro . . . ad essere sinceri il più delle volte “quello che c'è dietro” non lo sappiamo neanche noi gente “informata”, ma non divaghiamo oltre.

Ad un primo avviso, ormai sembra che la WWE tenga sempre più di conto questo tipo di fan a cui è impossibile tenere nascosto qualcosa, tanto lo verrebbero a sapere in ogni caso; ovviamente tenerne di conto non significa fare tutto ciò che vogliono loro, lo ripeto, ma renderli partecipi, coinvolgendoli nei promo, che siano a loro favore o meno, è una svolta importante per la WWE.

Personalmente amo tutto ciò

È vero che ci sono i puristi. È vero che ci sono coloro che credono che la troppa informazione tolga il gusto nel vedersi la WWE. È vero anche che lasciarsi condizionare troppo dai fans (fermo restando che questo avviene sempre in minima parte) potrebbe essere sbagliato, i fans sono, appunto, fans, non sono dei booker.

Ma, sinceramente, in un'Era come questa, una Reality Era nel vero senso della parola, troverei illogico voler continuare a far finta che il mondo là fuori non esista, che un wrestler è libero di fare l'heel e poi scherzare su twitter con i fans, che un wrestler può sì inscenare una storyline romantica ma stona un po' col fatto che nella vita reale compaia insieme a sua moglie, in un'Era in cui tutto è immediatamente fruibile, fingere che questo non sia possibile penalizza non poco; allora tanto vale prendere la palla al balzo, giocare coi fans, cosa che la WWE sa fare sin troppo bene, e dar vita a questa nuova Reality Era, in cui la realtà non viene vista come un intralcio alle storyline, ma come una preziosa fonte da cui trarre idee per renderle ancora migliori.

E voi cosa ne pensate? Cosa intendeva Triple H con Reality Era? Vi piace la piega che sta prendendo la WWE? Preferivate i tempi in cui nessuno aveva accesso a internet? Quanto peso dovrebbero avere i fan? La vita reale dovrebbe essere integrata più spesso nelle storyline? O si tratta veramente solo di un intralcio?

Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia.

Ysmsc.

Celeste "Ysmsc", infesta ZonaWrestling ormai da sette anni e da cinque si ritiene esperta di wrestling per il semplice fatto di praticarlo lei stessa. Avendo ricoperto quasi ogni ruolo all'interno del sito, attualmente di occupa si NXT e, quando arriva il bonifico su PayPal, partecipa al ZW Radio Show