Cari amici e amiche che ci seguono e ci leggono, bentornati e buona domenica a voi! Ebbene sì, ecco il vostro Mauro di fiducia di ritorno col suo personale blog sulla nostra Major League Wrestling! Quest’oggi volevo focalizzare la mia attenzione, e di conseguenza la vostra, su una delle colonne portanti, focus fondamentali, nonché uno dei tag team più di rilievo e prestigiosi attualmente attivi nel roster di Fusion: la stable più regale e raffinata che ci sia, Dynasty. Vediamo un po’, insieme, quella che è stata la storia di una salita al potere e alla predominanza in quel della MLW, con allegate evoluzioni, arrivando, eventualmente, a quello che sembra essere un punto di svolta della nostra cara dinastia regnante.

Per i più appassionati e ambientati nel settore e contesto del professional wrestling, il nome Maxwell Jacob Friedman, aka MJF, non potrebbe mai, in alcun modo, suonare come nuovo e sconosciuto. L’attuale talento, ancor prima di vederlo in azione come fervente, carismatico e brillante heel nella All Elite Wrestling, ha potuto far affiorare la sua luce emergente in una ambientazione, possiamo dire, più “indie” nella MLW, nella quale si è subito fatto riconoscere per le sue doti sia in-ring che off-ring. La sua salita al potere, dopo l’importante vittoria del Middleweight Title, è tuttavia arrivata in un contesto un pochino più “ricco e dinastico”.

Nel “lontano” Febbraio 2019, infatti, Maxwell è stato affiancato da un certo Richard Holliday nella sua rivendicazione di potere, e di legittimità nella loro supremazia, in quel di Fusion, puntando nientemeno che all’allora top team della federazione, nonché campioni di coppia: la Hart Foundation di Teddy Hart e Davey Boy Smith Jr. D’altronde, come si può puntare a regnare su un popolo senza raggiungere, sin da subito, la vetta della montagna, luogo ideale dal quale osservare e dominare i propri sudditi? Così facendo, la nuova grande accoppiata ha ufficialmente calcato il luogo di battaglia, di guerra caratteristica nella Major League, inaugurando il proprio nome e identità: Dynasty.

Il nostro Holliday è relativamente nuovo nel contesto del professional wrestling, con una carriera ad Evolve e nella CZW (Combat Zone Wrestling), ma non è sicuramente da meno rispetto a molti altri talenti e wrestler a livello internazionale. L’uomo in questione è, di fatto e innanzitutto, di bell’aspetto e favorevole alla telecamera, aspetto che rispecchia perfettamente e mette ancora di più in risalto il suo voler essere altolocato, ricco e raffinato; insomma, dinastico. La sua presenza in quel di Dynasty risulta essere, dunque, sin da subito determinante per l’identità della stable, senza considerare la sua disinvoltura al microfono e il suo destreggiarsi bene sul quadrato.

A questo punto, però, manca un tassello all’iniziale puzzle, un’ulteriore regione all’espansione territoriale della nostra dinastia: Alexander Hammerstone. Non molti sanno che il nostro Hammerstone, ancor prima di diventare una forza predominante e distruttrice negli show settimanali di Fusion, lo è stato, in primis, in Arizona, nella WCWC (West Coast Wrestling Connection) e in alcune altre indies sin dal 2013, ma non solo. Hammerstone ha anche avuto due tryout con la WWE, e chissà se, in futuro, magari entrerà nelle grazie della compagnia, dato il suo essere grande imitatore/appassionato di Hogan. Tuttavia, all’arrivo nella MLW, Hammerstone lascia subito il segno, diventando presto l’inaugurale, e tuttora, campione National Openweight, con un regno che arriva, ad oggi, ai suoi 336 giorni.

Vi ricordate che si parlava di un puzzle? Ebbene, si sa come in una squadra, in un team di qualsiasi tipo, non c’è “mente” senza “braccio”. E per carità, MJF e Holliday non potrebbero mai essere considerati solo delle “menti”, date le loro capacità sul ring, ma Hammerstone è quello che, senza ombra di dubbio, potrebbe essere considerato come la forza distruttrice della fazione in questione. La sua forza e possanza fisica sono state abbondantemente mostrate e dimostrate nell’ultimo anno, senza considerare la sua incredibile mentalità e disinvoltura al mic, e la sua supremazia come campione regnante rappresenta, legittimamente, la ciliegina sulla torta. Ed è quindi così che il nostro Hammerstone completa il quadro, diventando, anch’esso, dinastico.

Col nostro Hammerstone come MLW National Openweight champion e i nostri MJF e Holliday che fanno compagnia al primo nella decorazione titolata della stable spodestando la Hart Foundation dalla posizione di campioni di coppia e leader della tag team division, la Dynasty riesce a salire, in via definitiva, al massimo prestigio in federazione, riesce a scalare la vetta e arrivare in cima alla montagna. Questa importante forza portante ci ha e ci sta facendo compagnia sin dall’anno scorso, ma abbiamo potuto notare, specie di recente, dei drastici e rilevanti cambi di rotta; e d’altronde si sa bene, una dinastia non rimane sempre la stessa, c’è sempre un ricambio di potere e di “governatore”, no?

Nel Gennaio scorso, un arrivo a sorpresa, nel team, rappresentato da “El Intocable” Gino Medina (talento emergente, nonché figlio del famigerato El Sanguinario, membro dei leggendari Gringos Locos insieme a Konnan e alla cara anima di Eddie Guerrero) ha, giusto un po’, fatto venire un dubbio su quale obiettivo si volesse raggiungere con una mossa simile. Nel mentre, il nostro MJF si è fatto un bel nome nella AEW, e sebbene ci siano stati frequenti discorsi sull’avere un “doppio contratto”, questo non poteva durare in eterno. Medina ha, ancora, tanto da dimostrare, sia sul ring che al mic, ma la sua annessione a Dynasty, al momento, sa, inequivocabilmente, di “rimpiazzo” e “ruota di scorta” per l’effettivo addio di MJF.

Se vogliamo, ora, considerare l’addio stesso, a Dynasty e alla MLW, di MJF, ritengo che il tutto sia avvenuto nel modo migliore, o vicino ad essere migliore, possibile. La federazione è sempre stata in ottimo accordo con la AEW, dunque è stato dato tutto il tempo necessario per sviluppare la faccenda in senso logico e coerente, considerando anche la grande abilità di elaborazione e costruzione della Major League Wrestling. Il suo scontro finale con l’acerrimo nemico Mance Warner ha decretato la sua disfatta, la sua fine, il suo abbandono. MJF is no more. MJF non sarà più dinastico. Un dubbio, dunque, è potuto sorgere nelle nostre appassionate menti: cosa succederà, ora, a Dynasty?

Se dovessimo fare un quadro generale della situazione attuale, possiamo considerare alcuni cambiamenti determinanti, oltre al cruciale addio di MJF: il nostro unico campione, effettivo, della stable è Hammerstone (dato che non so fino a che punto il Caribbean Title possa essere considerato canonico e utile alla magnificenza di Holliday); i titoli di coppia sono passati ai Von Erichs; Gino Medina sta, al momento, in una sorta di limbo in cui non si riesce, ancora, a capire che ruolo abbia o possa avere tra i ricchi e dinastici. Che succederà, effettivamente, ai membri di Dynasty e alla stessa stable? Si può parlare di un effettivo e importante punto di svolta? Assolutamente sì. Si può parlare di discesa dalla vetta, di caduta, di rovina e decadenza della stable? Non necessariamente, e a mio parere no.

La stable sta ampiamente dimostrando, sia prima che dopo l’addio di MJF, che il gruppo resta solido, unito, divertente ed efficace a priori, con un ottimo lavoro fatto e portato a noi sia da parte di Hammerstone che da parte di Holliday (non considero ancora Medina che, come già detto, vedo ancora come un pesce fuor d’acqua). Hammerstone regna ancora, incontrastato, come campione National Openweight, dimostrando, sempre e comunque, la sua forza inarrestabile con chiunque capiti a tiro; senza parlare, oltremodo, del suo essere ben confident al microfono (ricordo, per chi segue i report settimanali, come abbia amato il suo discorso su Warner della settimana scorsa). Holliday, d’altro canto, fa tranquillamente le parti di MJF a livello di portavoce e, volendo, leader di Dynasty, perché, a mio parere, lui rappresenta, ancora e in pieno, la quintessenza dell’essere “dinastici”.

Siamo, dunque, riusciti a fare, grossomodo, il punto sulla situazione di una delle realtà più stabili, rilevanti e (personalmente) apprezzabili di Fusion e della MLW, una fazione che, penso e spero, avrà ancora tantissimo da offrire e regalare a tutti noi. Tuttavia, solo il futuro e il tempo ci diranno quali saranno le effettive sorti e le potenziali evoluzioni (o involuzioni) di Dynasty e dei suoi membri, e non vediamo l’ora di scoprirlo. Detto ciò, questo mio editoriale di inizio Maggio si conclude qui, carissimi lettori di Zona Wrestling. Ciononostante, sono molto curioso di sapere anche la vostra a riguardo. Che ne pensate di Dynasty e dei suoi membri? Secondo voi, l’assenza di MJF ha contribuito/contribuirà ad una potenziale decadenza dell’intera stable a livello comunicativo e di impatto sul pubblico, oppure i nostri membri rimanenti riusciranno a colmare il vuoto lasciato? A voi la parola, ladies and gentleman. Commentate pure, mi raccomando!

Mauro Cambus