Quando arrivano momenti come questi, incontri come questi, faide come queste, si può decidere volutamente o senza cognizione di causa, da che parte della storia vogliamo essere. Ci sono stati dei momenti nella storia del wrestling che hanno fatto cambiare il passo a tutto il movimento: dalla più minuscola compagnia periferica alla mastodontica WWE. E quando arrivano momenti del genere ci sono sempre stati i “vecchi” e tradizionalisti che hanno urlato allo scandalo: “che si è sempre fatto in una certa maniera e che nessuno può arrogarsi il diritto di cambiare, rivoluzionare ed evolvere il prodotto”.
Ma allora come siamo passati da Frank Gotch a AJ Styles? Ci sono stati degli innovatori che sono stati tacciati di “eresia”, anche in questo ambito, qualcuno che ha corso rischi e poi si è ritrovato dalla parte giusta della storia.
Prendo per esempio gli anni ruggenti della ECW, quella brutta, sporca e cattiva, quella di Philadelphia, quella che ha cambiato il linguaggio di tutti. La rivoluzione di quella storia non stava tanto nella forma, ma nella sostanza. Detta così non significa niente, allora prendiamo quanto il semplice utilizzo dei tavoli ha cambiato la psicologia di alcuni grandi match: dalle piccole compagnie alla WWE. Storicamente l’impatto che ha avuto lo stile hardcore è innegabile, ormai è talmente scontato che a un certo livello, neanche lo consideriamo tale. Eppure, all’epoca c’erano esperti che lo bollavano come moda passeggera, come qualcosa che si sarebbe esaurito nel giro di poco. Il povero Foley che veniva etichettato come “glorified stuntman” da Ric Flair.
La WWF ha preso lo stile ECW, lo ha reso digeribile per il grandissimo pubblico, epurandolo da certi estremismi e lo ha reso qualcosa di interessante, qualcosa che poteva creare interesse e soprattutto avere un seguito. Il passaggio da New Jack a un qualsiasi match Extreme Rules di adesso ha previsto delle sostanziali limature, ma quanto l’utilizzo di un tavolo, spesso, cambia la psicologia e l’attenzione dello spettatore. Voglio citare anche il leggendario Okada vs Omega dello scorso anno.
La lunga premessa era necessaria perché credo profondamente che da qualche anno a questa parte stiamo vivendo la stessa magia con lo Stong Style, che è nato puro in Giappone con Shibata e Nakamura, che a loro volta sono cresciuti sulle spalle di altri giganti, ha preso ramificazioni in Europa, portando la scuola britannica alla ribalta mondiale ed è stato digerito e rigurgitato da mamma WWE per il grande pubblico.
AJ Styles vs Nakamura, non è solamente una faida come le altre in questa edizione, ma è la sintesi di questo lungo percorso durato anni. E se misurate questa faida con gli stessi strumenti con cui misurate Reigns vs Lesnar, siete parecchio lontani dal comprenderla.
Prendendo il concetto di Einstein sul giudicare la capacità di un pesce di arrampicarsi sugli alberi contro quella di nuotare, ecco, giudicare questa faida con strumenti di misura sbagliati la fa percepire come qualcosa di fuori posto e fondamentalmente sbagliata.
Creare una faida quasi esclusivamente mettendo i due contendenti a sfidarsi per una sana competitività è ordinaria amministrazione per molti contesti (anche UFC perché no), questo in WWE è una questione che è stata sperimentata negli anni a NXT con risultati alterni. Inevitabilmente si doveva arrivare a valorizzare qualcuno in questa forma. La Royal Rumble di quest’anno è stato come fosse un G1 Climax o una New Japan Cup.
In questa forma il percorso di avvicinamento a Wrestlemania lo considero una piccola gemma, qualcosa di prezioso che probabilmente aprirà la strada a un nuovo modo di concepire le faide e le rivalità. Il marketing WWE aveva saggiamente associato Nakamura alla parola Artista.
In cosa pensate sia un Artista? Per il suo stile di lotta? Io credo per il suo essere amato alla follia da alcuni e incompreso da altrettanti. L’occasione di segnare una pietra miliare domenica prossima è vicinissima, lunedì ci sarà ancora qualcuno che non avrà capito il significato di questo incontro, di questa faida. D’altronde c’è chi ancora ritiene l’hardcore come un capitolo passato, figurarsi capace di comprendere la forza travolgente di AJ Styles vs Nakamura.
Vi auguro di essere consapevoli di che cosa avrete di fronte alla tv domenica notte; su quel ring non ci saranno solo quei due, ci saranno decine e centinaia di altri lottatori che non avranno mai la ribalta mediatica di Wrestlemania, ma che hanno battuto una strada nuova, che oggi porta il nome di questi due fenomeni, tra qualche anno i nomi saranno altri, ma la sostanza sarà la medesima. Dipende tutto da che parte della storia volete collocarvi.